Brionvega Spot 2A TVC16 - televisore - industria, manifattura, artigianato
Brionvega S.a.S.; Bellini Mario
Descrizione
Televisore con mobile in plastica nera opaca e parete frontale occupata dallo schermo del cinescopio da 16 pollici autoprotetto con angolo di deflessione di 110. Il televisore poggia su una base in plastica nera. Sui lati sono applicate delle griglie in plastica a protezione dell'altoparlante e per l'aerazione. Nella parte superiore si hanno una maniglia estraibile per il trasporto e , dietro ad uno sportello, i tasti per la commutazione ciclica dei programmi e i tasti per la regolazione della sintonia fine per la ricerca manuale dei canali. Si hanno inoltre viti per la regolazione del colore, della luminosità, del volume, del contrasto. Sul retro, tutto a griglie verticali per l'aerazione, si trovano l'interruttore di accensione, arancione, un'antenna a stilo incorporata per VHF, una presa per cuffie e amplificatore esterno, una presa per audiovisivi (registratori, impianti HI-Fi, telecamere, videoregistratori, ecc), una presa per antenna rotante amplificata Robot (modello Brionvega), una presa per antenna da 75 Ohm. Dal retro fuoriesce anche il cavo per il collegamento alla rete elettrica. E' inoltre presente un telecomando a raggi infrarossi con tasti di accensione/spegnimento, tasti per programmi, tasti per regolazione di luminosità, contrasto, volume, colore, tasti per la sintonia e memorizzazione dei canali e dei programmi. Funziona con batteria da 9V. Sul retro del televisore è presente una staffa per riporre il telecomando.
Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori, sistema PAL Riceveva sia canali VHF che UHF. Sintonia automatica di 100 canali (memorizzazione elettronica mediante microprocessore).
Modalità d'uso: Si collega il televisore alla rete elettrica di alimentazione. Si accende il televisore agendo sull'apposito interruttore. Se necessario si procede con la ricerca e memorizzazione dei canali sui programmi desiderati (da 1 a 100). Se disponibile si collega l'antenna alla presa d'antenna dell'abitazione altrimenti si utilizza l'antenna interna orientandola per la migliore visualizzazione delle immagini. Si sceglie il programma desiderato. Mediante il telecomando o i comandi locali è possibile cambiare programma, modificare tono, contrasto, volume, ecc. Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.
Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale. Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Altro grande passo avanti di questi anni sarà la nascita della televisione a colori. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia, con grave ritardo, sceglierà lo standard PAL nel 1972. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno nel 1977. L'evoluzione tecnica principale dei primi televisori a colori risiede nella struttura del cinescopio: sullo schermo vengono depositati fosfori adatti ad emettere luci corrispondenti ai tre colori primari (rosso, verde, blu), in modo tale che per sovrapposizione additiva si possano ottenere tutti i colori. Per controllare l'eccitazione dei fosfori, il tubo catodico viene dotato di tre cannoni elettronici, uno per ciascun colore. Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della nascita del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni '60/ '80, grazie anche a numerosi designer che collaboravano con l'azienda. Negli anni '70 fu molto proficua la collaborazione con Mario Bellini che rivolse la sua ricerca alle forme primarie e agli aspetti di modularità e componibilità più che alle funzioni dell'apparecchio. Il modello Spot, da lui progettato, è stato il primo, nel 1978, fornito di sintonia automatica di 100 canali. Il primo modello aveva il mobile in laminato curvato, i successivi in materiale plastico. Una nuova rivoluzione tecnologica del settore dei televisori sarà poi l'avvento degli schermi a cristalli liquidi che hanno consentito una riduzione dei volumi (schermi piatti, senza tubo catodico), l'alta definizione HDTV (High Definition TeleVision) con rapporto d'aspetto 16:9 e vari formati e la visione digitale attraverso i personal computer.
Autore: Brionvega S.a.S. (costruttore/ produttore) (1945/); Bellini Mario (designer) (1935/)
Datazione: ca. 1978 - ca. 1985
Materia e tecnica: plastica; vetro; metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 42 cm x 40 cm x 33 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Grob B. "La televisione", Torino 1955
Spazio '900 Modernariato&Design "Il design di Brionvega/ The design of Brionvega", Milano 2001
Carugati D.G.R. "BRIONVEGA progetto l'emozione", Milano 2003
Enciclopedia Televisione "Enciclopedia della Televisione", Milano 2008
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00889/
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