Brionvega Lunar VR 24" - televisore - industria, manifattura, artigianato
Brionvega S.a.S.
Descrizione
Televisore con mobile in legno laccato poggiante su base con profilo in metallo. La parete frontale è occupato dallo schermo del cinescopio da 24 pollici autoprotetto e con angolo di deflessione 110° e da una colonna di comandi. Sul lato destro infatti si hanno sei grossi fori circolari coperti con una rete metallica a protezione dell'altoparlante ellittico, due manopole doppie per la regolazione di contrasto/luminosità e volume/tono, due tasti per l'accensione e l'attivazione di un filtro colore. Si hanno inoltre, nella parte bassa, cinque linguette in plastica simil legno (numerate da 1 a 5) che hanno funzione di sportello, sollevando le quali si accede a sette tasti dei programmi ciascuno con una rotella di sintonia dei canali e relativa scala con indicate le frequenze. Il retro è in plastica nera forato per l'aerazione. Sul retro si hanno le prese per un altoparlante esterno, per audiovisivi, per antenna (da 300 Ohm). Inoltre si hanno delle viti di regolazione di linearità orizzontale e verticale, ampiezza orizzontale e verticale, frequenza orizzontale e verticale. Essendo il retro staccato dal resto del televisore, è visibile il circuito interno costituito da valvole, diodi a cristallo, transistor, raddrizzatore metallico, oltre al cinescopio.
Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori, sistema PAL Riceveva 8 canali VHF che UHF con stadi amplificatori di media frequenza video e audio con bobine a circuito stampato.
Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.
Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale. Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Altro grande passo avanti di questi anni sarà la nascita della televisione a colori. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della diffusione del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni '60/ '80, grazie anche a numerosi designer che collaboravano con l'azienda.. Una nuova rivoluzione tecnologica del settore dei televisori sarà poi l'avvento degli schermi a cristalli liquidi che hanno consentito una riduzione dei volumi (schermi piatti, senza tubo catodico), l'alta definizione HDTV (High Definition TeleVision) con rapporto d'aspetto 16:9 e vari formati e la visione digitale attraverso i personal computer.
Autore: Brionvega S.a.S. (costruttore/ produttore) (1945/)
Datazione: ca. 1971 - ca. 1975
Materia e tecnica: legno / laminato; vetro; metallo; plastica
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 69 cm x 39 cm x 46 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 125-131 ff. 125-131
Grob B. "La televisione", Torino 1955
Spazio '900 Modernariato&Design "Il design di Brionvega/ The design of Brionvega", Milano 2001
Carugati D.G.R. "BRIONVEGA progetto l'emozione", Milano 2003
Corso Televisione "Corso di televisione : con costruzione di un televisore", Milano 1962
Enciclopedia Televisione "Enciclopedia della Televisione", Milano 2008
Fossati P. "Il design in Italia: 1945-1972", Torino 1972
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00890/
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