Brionvega Sider 1° 20" - televisore - industria, manifattura, artigianato

Brionvega S.a.S.; Bellini Mario

Brionvega Sider 1° 20" - televisore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Televisore con mobile in plastica ABS nera lucida dalla forma concava. Attualmente manca la protezione concava color fumè che ricopriva tutta la faccia frontale del televisore. E' visibile infatti lo schermo del cinescopio da 20 pollici. Lateralmente sono presenti fessure orizzontali per l'aerazione. Nella parte superiore sono presenti quattro piccoli sportelli numerati da 1 a 4 che coprono altrettanti tasti dei programmi ciascuno con una rotella di sintonia dei canali e relativa scala con indicate le frequenze, quattro rotelle per la regolazione di luminosità, volume, contrasto, l'interruttore di accensione, due antenne incorporate a stilo estraibili. Il retro ospita le viti di regolazione di linearità verticale e orizzontale, simmetria verticale, ampiezza verticale e orizzontale, frequenza orizzontale, focalizzazione, un cambia tensione, due prese per antenna UHf e VHF con deviatore per antenna interna/esterna, una presa per il cavo di alimentazione (220V-240V) e una per il collegamento ad una batteria (24V).

Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione in bianco e nero Riceveva sia canali VHF che UHF.

Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale. Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Altro grande passo avanti di questi anni sarà la nascita della televisione a colori. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della diffusione del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni '60/ '80, grazie anche a numerosi designer che collaboravano con l'azienda. Dalla fine degli anni '60 fu molto proficua la collaborazione con Mario Bellini che rivolse la sua ricerca alle forme primarie e agli aspetti di modularità e componibilità più che alle funzioni dell'apparecchio. Bellini esplora le possibilità offerte dalla geometria per conferire carattere e dignità espositiva al televisore. Di questa serie è il modello Sider con la sua forma concava nella parte posteriore, del 1969 come il più famoso Volans.

Autore: Brionvega S.a.S. (costruttore/ produttore) (1945/); Bellini Mario (designer) (1935/)

Datazione: ca. 1969 - ca. 1971

Materia e tecnica: plastica; vetro; metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 40 cm x 31 cm x 39 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 125-131 ff. 125-131

Grob B. "La televisione", Torino 1955

Spazio '900 Modernariato&Design "Il design di Brionvega/ The design of Brionvega", Milano 2001

Carugati D.G.R. "BRIONVEGA progetto l'emozione", Milano 2003

Enciclopedia Televisione "Enciclopedia della Televisione", Milano 2008

Fossati P. "Il design in Italia: 1945-1972", Torino 1972

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

‹ precedente | 22 di 258 | successivo ›

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).