Brionvega TVC 5g 22" - televisore - industria, manifattura, artigianato

Brionvega S.a.S.

Brionvega TVC 5g 22" - televisore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Televisore con mobile in plastica bianca, dagli spigoli arrotondati e parete leggermente bombate. Lo schermo del cinescopio da 22 pollici autoprotetto occupa tutta la parete frontale. Nella parte superiore si hanno i comandi d'uso. Si trova un interruttore di accensione azzurro, alcune leve per la regolazione di tono, volume, contrasto, luminosità, tinta, colore, sei tasti per la selezione di altrettanti programmi memorizzati. Sul retro la scocca del televisore scende obliquamente, con una superficie forata per l'aerazione. Nella parte posteriore più bassa si ha un pannello avvitato sul quale si trovano una vite di regolazione della frequenza verticale e una presa per antenna da 75 Ohm. Dal retro fuoriesce anche il cavo di collegamento alla rete elettrica.

Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori, sistema PAL Riceveva sia canali VHF che UHF.

Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale. Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Altro grande passo avanti di questi anni sarà la nascita della televisione a colori. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia, con grave ritardo, sceglierà lo standard PAL nel 1972. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno nel 1977. L'evoluzione tecnica principale dei primi televisori a colori risiede nella struttura del cinescopio: sullo schermo vengono depositati fosfori adatti ad emettere luci corrispondenti ai tre colori primari (rosso, verde, blu), in modo tale che per sovrapposizione additiva si possano ottenere tutti i colori. Per controllare l'eccitazione dei fosfori, il tubo catodico viene dotato di tre cannoni elettronici, uno per ciascun colore. Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della diffusione del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni '60/ '80, grazie anche a numerosi designer che collaboravano con l'azienda.

Autore: Brionvega S.a.S. (costruttore/ produttore) (1945/)

Datazione: ca. 1978 - ca. 1985

Materia e tecnica: plastica; vetro; metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 56 cm x 40 cm x 44 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 125-131 ff. 125-131

Grob B. "La televisione", Torino 1955

Spazio '900 Modernariato&Design "Il design di Brionvega/ The design of Brionvega", Milano 2001

Carugati D.G.R. "BRIONVEGA progetto l'emozione", Milano 2003

Enciclopedia Televisione "Enciclopedia della Televisione", Milano 2008

Fossati P. "Il design in Italia: 1945-1972", Torino 1972

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

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