Grundig Super Color 1832 IT - televisore - industria, manifattura, artigianato

Grundig AG

Grundig Super Color 1832 IT - televisore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Apparecchio in materiale plastico rosso con profili arrotondati e una fascia nera posta trasversalmente. Nella parte superiore si ha una maniglia estraibile per il trasporto e due antenne incorporate a stilo. Lo schermo del cinescopio, con profili in plastica color oro, occupa gran parte della parete frontale. Il cinescopio è da 18 pollici autoprotetto e alla sua destra si hanno un display a Led e il tasto di accensione. Sul lato destro del televisore, in corrispondenza della fascia nera, si hanno tre tasti per la sintonia dei canali (selezione della banda) ovvero per VHF I da 2 a 4, VHF III da 5 a 12, UHF da 21 a 62, una manopola per la regolazione del volume, i tasti per la sintonia fine, un tasto per la memorizzazione dei programmi e uno per cambiare programma. Il retro è forato per l'aerazione e si ha una presa per antenna e il cavo per il collegamento alla rete elettrica. All'interno si hanno circuit allo stato solido, cinescopio e altoparlante. E' inoltre presente un telecomando a raggi infrarossi in plastica nera con una placca metallica sul fronte. Sul telecomando si hanno i tasti per la selezione dei programmi (da 1 a 12), per la commutazione ciclica dei programmi e dei canali, per la regolazione del contrasto colore, della luminosità, del volume. Sul retro si ha il vano batterie (per 5 batterie da 1,5V).

Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori, sistema PAL. Riceveva sia canali UHF che VHF.

Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento. Per ottenere la visione a colori, i fosfori distribuiti sullo schermo emettono le luci corrispondenti ai tre colori primari. Un cannone elettronico per ciascun colore, eccita un solo tipo di fosforo. In questo modo si formano tre distinti schermi rosso-verde-blu che poi per mescolanza additiva permettono la realizzazione di tutti i colori oltre che la percezione del movimento.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. Tra il 1930 e il 1939 la RCA investì quasi dieci milioni di dollari per sviluppare il progetto di televisione elettronica. Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia, con grave ritardo, sceglierà lo standard PAL nel 1972. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno nel 1977. L'evoluzione tecnica principale dei primi televisori a colori risiede nella struttura del cinescopio: sullo schermo vengono depositati fosfori adatti ad emettere luci corrispondenti ai tre colori primari (rosso, verde, blu), in modo tale che per sovrapposizione additiva si possano ottenere tutti i colori. Per controllare l'eccitazione dei fosfori, il tubo catodico viene dotato di tre cannoni elettronici, uno per ciascun colore. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale. Agli inizi degli anni '60 il televisore entra nelle case: la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. Gradualmente i televisori passano anche dal funzionamento con circuiti a valvole a circuiti a transistor, cambiano i materiali e le dimensioni: scompare il legno a favore di materiali plastici colorati e forme di design innovative, nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale, . Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della diffusione del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. Nel 1973 la Grundig realizza il suo primo televisore a colori portatile, il Super Color 1510. Il modello 1832 ne è un'evoluzione.

Autore: Grundig AG (costruttore) (1945/)

Datazione: ca. 1981

Materia e tecnica: vetro; metallo; materiale plastico

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 53 cm x 40 cm x 39 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 134-141

Grob B. "La televisione", Torino 1955

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).