Sony VO-2860P - videoregistratore - industria, manifattura, artigianato
Sony
Descrizione
Videoregistratore U-matic di grosse dimensioni con mobile in legno laminato e metallo. SI hanno due maniglie laterali in metallo per il trasporto. Sulla faccia superiore si hanno sia il vano per l'inserimento della videocassetta che i comandi d'uso. Parte della faccia superiore è coperta da una griglia in metallo. Il vano per l'inserimento della videocassetta è chiuso da uno sportello e si vedono all'interno i fusi per la collocazione della videocassetta e le testine di registrazione/riproduzione. A sinistra si hanno il tasto di accensione, un deviatore per attivare la registrazione e tre leve di comando per phone level, audio monitor e sync video. A destra si hanno i tasti per l'uso del videoregistratore: registrazione, inserimento automatico, canali audio, pausa, avanzamento, stop, avvio, riavvolgimento, espulsione. Inoltre si hanno comandi per la selezione dei canali (audio, CH1, CH2), livelli audio e video, tracking, con relative scale di lettura e spie. E' inoltre presente una videocassetta U-matic con custodia in palstica, da 10 minuti contenente circa 72m di nastro magnetico da 3/4 di pollice.
Funzione: Apparecchio per la registrazione in forma elettronica di video e audio su nastro magnetico e fruizione del materiale registrato mediante collegamento ad un televisore. Era possibile registrare trasmissioni televisive ricevute mediante il televisore o poi vederle oppure semplicemente vedere materiale preregistrato. Utilizzava videocassette U-matic con nastro magnetico da 3/4 di pollice. Adatto ad un uso professionale.
Notizie storiche: Dal primo televisore elettronico a valvole del 1927 a cura di Philo T. Farnsworth e dopo il primo modello commerciale del 1939 sviluppato dalla RCA, molti passi avanti sono stati fatti dal mondo della televisione. In particolare l'idea della videoregistrazione nasce quasi contestualmente ai primi programmi televisivi, in ambito professionale. Preregistrare i programmi televisivi e mandarli in onda successivamente era un'esigenza particolarmente sentita. Il primo tentativo sperimentale di videoregistrazione (ovvero di registrazione di segnali analogici audio e video su nastro magnetico) è stato effettuato da Peter Axon per la BBC nel 1949. Il sistema denominato VERA (Vision Electronic Recording Apparatus) registrava su nastro magnetico mediante testine magnetiche fisse come quelle dei registratori sonori. Registrava su nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine aperte. Il problema di questo sistema era che il nastro doveva girare ad una velocità troppo elevata ovvero 5m/s perché i segnali video occupavano molto spazio e quindi spesso si spezzava. L'americana Ampex, introdusse nel 1956 le testine magnetiche rotanti che incidevano sul nastro magnetico tracce verticali contigue, riducendo così gli spazi e la velocità di scorrimento (40cm/s): il primo videoregistratore commerciale utilizzava lo standard chiamato Quadruplex che utilizzava quattro testine magnetiche montate su un tamburo rotante. Registrava su nastro magnetico da 2 pollici in bobine aperte. Questo videoregistratore a valvole, di grosse dimensioni era riservato al mondo professionale delle emittenti televisive. La tecnologia migliorò poi rapidamente con la scansione elicoidale e lo standard C nel 1978 ad un'unica testina rotante che registrava su nastro magnetico da 1 pollice in bobine aperte. L'avvento dei transistor portò ad una riduzione di dimensioni e consumi che aprì la strada ad apparecchi di videoregistrazione per uso amatoriale e domestico. Nel 1971 la Sony presentò il primo sistema di videoregistrazione professionale su bobine chiuse, l'U-matic con nastro magnetico da 3/4 di pollice in bobine chiuse. Da questo nacquero i primi sistemi per uso amatoriale. I videoregistratori U-matic erano piuttosto costosi e vennero utilizzati principalmente per usi industriali, didattici, dimostrativi. Dopo il primo modello VO- 2850, la Sony immette sul mercato, nel 1974, una nuova edizione di videoregistratori i VO- 2860P con prestazioni più elevate e immagini migliori. Il primo standard di videoregistrazione su supporti removibili, di tipo amatoriale è del 1972, il VCR a cura della Philips. Registrava su nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine chiuse che avevano però una durata troppo breve (30 minuti). Nel 1975 la Sony introdusse il Betamax prima per lo standard NTSC in uso in Giappone ed USA poi per lo standard PAL. Il Betamax registrava su nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine chiuse. Ma lo standard che si impose sul mercato fu il VHS (Video Home System) immesso sul mercato dalla JVC a partire dal 1976. Il motivo del suo successo fu principalmente il fatto che l'azienda decise di concedere liberamente la licenza di uso di questo formato a chiunque la volesse abbattendo così i costi nel giro di poco tempo. Il sistema VHS registrava su nastro magnetico da 3/4 pollici in bobine chiuse. Nel 1979 la Philips e la Grundig provarono ad immettere un prodotto nuovo sul mercato. Il sistema Video2000 la cui videocassetta (nastro magnetico da 1/2 pollice in bobine chiuse) poteva essere registrata su entrambi i lati, ma anche questo sistema non ebbe successo nel confronto con il VHS. La diffusione dei videoregistratori nelle case si ebbe nel corso degli anni '90. Negli stessi anni iniziano ad apparire i primi sistemi digitali di registrazione ed oggi la videoregistrazione analogica è stata soppiantata da quella digitale sia a livello professionale che amatoriale.
Autore: Sony (progettista/ costruttore) (1946/)
Datazione: ca. 1974 - ca. 1976
Tipologia: videocassette recorder
Materia e tecnica: metallo; materiale plastico
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 64 cm x 46 cm x 22 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Coassin G. "Video digitale : La ripresa : Guida completa", Milano 2007, pp. 21-60
Solarino C. "Per fare televisione : Manuale completo di apparecchiature, luci, studi, linguaggio, contenuti", Milano 1995
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00910/
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