Giogo di deflessione - industria, manifattura, artigianato

manifattura

Giogo di deflessione - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Giogo in metallo costituito da un telaio in metallo a forma di campana all'interno del quale sono presenti diversi avvolgimenti di spire in rame. Al centro rimane l'apertura per l'inserimento sul collo del cinescopio. Sull'esterno sono presenti dei connettori per i collegamenti elettrici.

Funzione: Il giogo, infilato sul collo di un cinescopio per televisore, aveva la funzione di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). Le bobine orizzontali erano responsabili della deflessione del fascio di elettroni (deflessione di riga), quelle verticali della focalizzazione (deflessione di fascio). Grazie al giogo si otteneva la deflessione del fascio elettronico e la composizione delle righe orizzontali (raster) che compaiono sugli schermi dei televisori e danno origine alle immagini.

Modalità d'uso: Le bobine del giogo, percorse da corrente, generano due campi magnetici perpendicolari tra loro. L¿intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale al numero di spire impiegate ed all¿intensità della corrente. Essendo il numero delle spire costante, il campo elettromagnetico varierà al variare dell¿ampiezza della corrente e del verso. La corrente variabile a dente di sega che circola nelle bobine, aumentando di valore durante la scansione di andata e diminuendo durante la scansione di ritorno, genera un campo magnetico variabile. La Forza di Lorentz generata è ortogonale alla direzione del campo magnetico. Il fascio elettronico, passando attraverso ai due campi magnetici, viene deviato e colpisce lo schermo fluorescente generando la traccia luminosa.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La nascita della televisione elettronica è stata possibile grazie all'invenzione dei tubi a raggi catodici, nel 1904. Dai primi tubi di Braun a gas a catodo freddo (nel 1897), passando per numerose fasi di perfezionamento, si arriva al primo tubo a raggi catodici da utilizzare come cinescopio (inizialmente per oscilloscopi) a cura del tedesco Von Ardenne (nel 1931) che trovò il modo di concentrare il flusso elettronico e modulare i raggi. Il primo cinescopio espressamente per televisori si deve a Zworykin e prevedeva la presenza di un elettrodo modulatore del fascio elettronico per ottenere chiari e scuri dell'immagine. Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e lo schermo del cinescopio era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene poi integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente.

Ambito culturale: manifattura

Datazione: ca. 1950 - ca. 1974

Materia e tecnica: metallo; rame

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 11 cm x Ø 17 cm

Peso: 1.3 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 128-131

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

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