Brionvega RR 121 - radioricevitore - industria, manifattura, artigianato
Brionvega S.a.S.
Descrizione
Radioricevitore soprammobile a sviluppo orizzontale con scocca in plastica di colore verde-azzurro, poggia su quattro piedini in plastica. La parete frontale è per metà in plastica bianca protetta da un pannello in plastica trasparente, per metà in plastica grigia. La parte superiore contiene l'indicatore di sintonia con scala lineare e indicazioni numeriche per onde in modulazione di frequenza (MF104-88), onde audio TV (con indicazioni GB, F, H, E, ADC), onde medie (OM, 160-52). La parte inferiore contiene quattro interruttori a leva per la commutazione di gamma (TV, MF, MA, FO), e due manopole per la regolazione del volume e la sintonia. Lateralmente si ha una griglia a protezione dell'altoparlante circolare magnetodinamico. Sul retro si hanno un variatore di tensione (110-220V), una presa fono, connettori per antenna AM, FM da 75 Ohm e da 300 Ohm, una presa per messa terra. Fuoriesce il cavo di collegamento alla rete elettrica. All'interno si hanno un circuito supereterodina a cinque valvole con raddrizzatore metallico (funzioni di valvole: 10) e un altoparlante magnetodinamico.
Funzione: Ricezione di frequenze radio ad onde medie a modulazione di ampiezza (AM), onde audio TV e onde in modulazione di frequenza (FM) per l'ascolto di programmi radiofonici. Era inoltre possibile collegare un giradischi.
Modalità d'uso: L'apparecchio funziona con alimentazione in corrente alternata proveniente dalla rete elettrica. Una volta acceso l'apparecchio e regolato il volume, si sintonizza il canale desiderato agendo sull'apposita manopola. Le stazioni radiofoniche trasmettono voci e suoni modulando le onde radio che diffondono dalle loro antenne. Si ha così il segnale trasmesso (a bassa frequenza trattandosi di suono). L'onda radio ha la frequenza della stazione trasmittente ed ampiezza dipendente dalla potenza della trasmittente. Il segnale viene applicato alla corrente oscillante che determina l'onda radio ovvero che alimenta l'antenna trasmittente. La radio funziona da ricevitore ovvero preleva dalla corrente oscillante in arrivo il segnale a frequenza acustica da amplificare e ritradurre in suoni. La supereterodina è un circuito a conversione di frequenza, capace di ricevere e demodulare una vasta gamma di frequenze assicurando una ricezione priva di interferenze, crepitii e oscillazioni. Attraverso questo circuito era possibile convertire le frequenze ricevute ad una frequenza fissa chiamata frequenza intermedia alla quale operavano tutti i circuiti di filtraggio e demodulazione. Voci e suoni vengono poi riprodotti da vibrazioni meccaniche del riproduttore sonoro (ovvero il cono dell'altoparlante).
Notizie storiche: Il brevetto di Guglielmo Marconi del 1896 del sistema di Telegrafia senza fili (Wireless Telegraph) per la trasmissione di impulsi adatti per il codice Morse, aprì la strada alle comunicazioni via etere a grande distanza. La trasmissione di suoni fu poi resa possibile con l'invenzione della valvola termoionica (diodo a vuoto) a cura dell'inglese Sir John Ambrose Fleming nel 1904. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura dell'americano Lee De Forest. L'invenzione della supereterodina, brevettata nel 1918 da Edwin H. Armstrong, ma successivamente attribuita a Lucien Levy, rese possibile la modulazione di frequenza. Negli anni '20 e '30 gli apparecchi cominciarono a diffondersi nelle case. Erano realizzati senza economia e con particolare attenzione all'eleganza degli apparecchi: mobili in legno, con manopole di comando esterne, valvole esterne, antenna a telaio e altoparlante a tromba. Lo sviluppo tecnologico portò poi a circuiti e valvole migliori e quindi ricezioni migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939). L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. Rimarranno infatti i componenti elettronici principali fino agli anni '50 quando inizieranno ad essere sostituite dai transistor. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni '50 la maggior parte degli arredi domestici era realizzato, almeno in Italia, in legno, in tubolare metallico, in imbottiti tradizionali, secondo processi già collaudati dalla produzione artigianale, destinati quindi a piccoli mercati locali o alle piccole serie. Negli anni '60 il design si pose come interlocutore strategico delle piccole e medie industrie tecnologiche e, grazie ai nuovi materiale plastici, potè reinterpretare il rapporto tra l'utente e gli oggetti quotidiani. Vennero ideati oggetti facilmente lavabili, impilabili, studiati per risolvere problemi di componibilità e di flessibilità. Nel corso di tutta la sua storia la Brionvega ha rivolto l'attenzione all'aspetto estetico ed innovativo dei suoi prodotti cercando di unire innovazione tecnologica e design. Questo radioricevitore è uno dei primi esempi di questo percorso che culminerà con prodotti come il cubo o il radiofonografo RR126. Prezzo di listino ANIE del 1961-62: Lire 29.000.
Autore: Brionvega S.a.S. (progettista/ costruttore) (1945/)
Datazione: ca. 1961 - ca. 1965
Materia e tecnica: materiale plastico; metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 40 cm x 15 cm x 14.5 cm
Peso: 4 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Catalogo radio "Catalogo radio, televisione, elettroacustica 1961-1962 / Associazione nazionale industrie elettrotecniche (ANIE)", Milano 1961, p.14
Ravalico D. E. "La Moderna Supereterodina", Milano 1943
Soresini F. "Breve Storia della Radio", Milano 1976
Tarabella E. "Un po' di Storia della Radio e delle "Macchine Parlanti"", Massarosa (LU) 1993
Catalogo Antique "Catalogo Antique Radio", 2006, p. 142
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2010)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00990/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).