Forno - industria, manifattura, artigianato

produzione

Forno - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Forno a riverbero da 10 quintali, in materiale refrattario. E' costituito da una parte centrale dove veniva posto il bronzo da scaldare (detta laboratorio), sovrastato da una cupola con camino. Non è presente il fornello di solito posizionato nella parte inferiore interna. Accanto è presente una forma per campana parzialmente interrata. Da un lato della cupola è presente un canale da cui esce la colata di bronzo fuso, che entra, attraverso i fori di colata, nella testa della forma.

Funzione: Questa ricostruzione di un forno a riverbero mostra l'allestimento del forno utilizzato per la colata del bronzo fuso nella forma di campana. L'allestimento è completato da un paranco con argano e funi per la movimentazione della campana (numero di inventario 2462).

Modalità d'uso: Nel fornello ovvero nella parte del forno in cui avveniva la combustone del carbone veniva accesso il fuoco. Il bronzo, disposto in apposito contenitore, veniva posto nella parte centrale, sotto la cupola (nel laboratorio). Il bronzo veniva investito dai gas caldi e dal riverbero del calore (irraggiamento) contro le pareti sagomate del laboratorio e fondeva. Dal camino fuoriuscivano i gas di combustione. Il tiraggio del forno veniva regolato agendo su apposite aperture poste sulle pareti della cupola. Aprendo la bocca del forno, il bronzo fuso scorreva lungo il canale e colava nella forma attraverso i fori di colata della testa della forma.

Notizie storiche: La sezione fonderia campane è stata allestita in questo Museo nel 1957, con la collaborazione della Fonderia F.lli Barigozzi di Milano. La Fonderia Barigozzi, succeduta alla Fonderia Napoleonica Eugenia, produceva campane in bronzo e fusione di monumenti. Nel 1868 i Barigozzi si insediarono nella fonderia dotandola di un grosso forno a riverbero necessario per realizzare in una sola fusione interi complessi di campane detti "concerti" tipici della tradizione ambrosiana. Dalla seconda metà del XIX secolo la fonderia realizzò campane sia per città italiane che per comunità italiane all'estero. Alla fine degli anni '60 la richiesta di campane andò scemando, rimase invece, ancora per alcuni anni, la produzione artistica di qualità (ad esempio il monumento ad Alessandro Manzoni in piazza San Fedele e la statua equestre di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo sempre a Milano). Nel 1975 la Fonderia F.lli Barigozzi, cessò l'attività. Questa sezione ha visto la ricostruzione di un ambiente al vero per rappresentare una fonderia di bronzo. Il ciclo di lavorazione delle campane prevede diverse fasi. Innanzitutto occorre costruire una forma in legno che riproduca il profilo della campana. Con essa si costruisce la cassa d'anima che riproduce la cavità del pezzo ovvero una struttura cava di mattoni refrattari corrispondente all'interno della campana. Questo profilo, detto maschio o anima, viene montato su un trave orizzontale che può ruotare attorno ad un asse verticale. Su questa anima si sovrappongono diversi strati d'argilla fino ad ottenere una falsa campana, detta camicia, di spessore uguale a quello voluto per la campana in bronzo. Su questa superficie si applicano fregi e iscrizioni con la tecnica a cera persa. Durante la preparazione di questo mantello in argilla, l'interno viene riscaldato con carboni ardenti per essiccare più velocemente l'argilla e sciogliere la cera. Per completare la formatura, la falsa campana viene eliminata e il mantello viene collocato sull'anima lasciando un'intercapedine per la fusione di bronzo. Mantello e anima vengono interrate in una fossa (in un contenitore detto staffa) e bloccati con terra e sabbia speciale per evitare movimenti durante la fusione. La forma è completata con i canali di colata del metallo fuso e i canali di scarico dell'aria. A questo punto il fonditore apre la bocca del forno e il bronzo scorre nei canali fino alla testa della campana. La colata prosegue fino al totale riempimento della forma. Dopo il raffreddamento la campana viene estratta dalla fossa utilizzando l'argano posto sopra il forno a riverbero, detto capra, e liberata da anima e mantello. Poi viene pulita da terra e sabbia (sterratura), pulita dalle sbavature ovvero da quelle appendici aggiunte per esigenze tecnologiche (es. attacchi di colata) e da eventuali difetti di fusione, infine lucidata.

Ambito culturale: produzione

Datazione: post 1957 - ante 1957

Materia e tecnica: materiale refrattario; ferro

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 280 cm x 355 cm x 400 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Museoscienza "Museoscienza", Milano 1978, p. 285-286

Motori Primi "Motori Primi Metallurgia - Fonderia : nel Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci", Milano 1959, p. 58-59

Morelli F. "Museoscienza : periodico del museo nazionale della scienza e della tecnica "Leonardo da Vinci"", Milano 1962

Somigli G. "Breve storia della fonderia", Milano 1953

Dizionario Tecnico "Dizionario Tecnico di Fonderia", Milano 1938

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).