Hammond N.12 - macchina per scrivere - industria, manifattura, artigianato

Hammond James Bartlett; Hammond Typewriter Company

Hammond N.12 - macchina per scrivere - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Macchina con telaio in metallo. La tastiera diritta presenta 30 tasti rotondi neri, disposti su tre file; la barra spaziatrice metallica è verniciata di nero. Alle spalle della tastiera, un frontalino metallico separa le leve dei tasti dalla torretta ospitante il cinematico. I 90 caratteri si trovano su una fascia di gomma, sistemata sulla navetta rotante attorno ad un perno e posizionata sulla sommità della torretta; un punzone è sistemato sul retro del rullo della carta, in corrispondenza del punto di battitura. Ai due lati della torretta, sullo stesso piano della navetta, si trovano due fusi per la collocazione delle bobine di nastro inchiostrato. In corrispondenza del punto di battuta è montato inoltre un sistema di sollevamento e abbassamento del nastro. Il carrello monta due rulli rivestiti di gomma che costituiscono il sistema di alimentazione della carta. Nella parte inferiore del carrello è montata una retina metallica circolare per la sistemazione del foglio di carta.

Modalità d'uso: L'abbassamento di un tasto aziona il cinematico che fa ruotare la navetta portacaratteri di un angolo corrispondente al carattere selezionato, mentre il punzone dietro al rullo batte contro il verso della carta, imprimendo il segno. L'inchiostrazione avviene tramite nastro. Il tasto delle maiuscole comanda un doppio sollevamento della navetta. Attraverso la molla di carica vengono attivati contemporaneamente il sistema di scappamento del carrello e il sistema di battuta del punzone. La scrittura è visibile.

Notizie storiche: Le Hammond furono le terze macchine per scrivere ad essere messe in commercio dopo le Remington e le Caligraph. Ideate da James B. Hammond nel 1880 per risolvere i problemi di allineamento delle prime macchine, le Hammond montavano i caratteri su navette rotanti ed intercambiabili, imponendosi come prima valida alternativa alle macchine a martelletti portacaratteri, grazie al minor costo e alla scrittura semivisibile. Entrate in produzione nel 1884, le Hammond hanno tracciato una seconda strada nella progettazione della macchina per scrivere, proponendo soluzioni di notevole longevità: passando attraverso il cambio di nome in Varytiper negli anni'20 e l'elettrificazione negli anni '30, il sistema progettato da Hammond, infatti, giunse pressochè invariato fino agli anni '70 del 1900. Il modello N.12, che nel 1905 sostituì il precedente modello N.2, rappresentò la risposta della Hammond alle macchine a scrittura pienamente visibile realizzate dalle compagnie costruttrici concorrenti: l'applicazione di un sistema di sollevamento e abbassamento del nastro, infatti, permise di garantire una scrittura totalmente visibile, precedentemente ostacolata dalla presenza della torretta.

Autore: Hammond James Bartlett (progettista) (1839/ 1913); Hammond Typewriter Company (costruttore) (1881 ca./ 1931)

Datazione: post 1905 - ante 1913

Tipologia: macchina da scrivere; macchina dattilografica

Materia e tecnica: ghisa; acciaio; gomma; ebanite

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 34 cm x 32 cm x 15.5 cm

Peso: 8 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Tilghman Richards, G. "Handbook of the collection illustrating typewriters : a brief outline of the history and development of the correspondence typewriter with reference to the national collection, and descriptions of the exhibits", London 1948

Mostra celebrativa "Mostra celebrativa della invenzione della macchina per scrivere sotto gli auspici del Ministero della P.I. : centenario del brevetto di Giuseppe Ravizza : novembre 1955", Milano 1955

Dal cembalo "Dal cembalo scrivano alla scrittura elettronica : più di un secolo di macchine per scrivere : Firenze, 25 maggio - 30 giugno 1985", Firenze 1985

Credits

Compilazione: Meroni, Luca (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

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