Magnetofono - industria, manifattura, artigianato
Siemens & Halske AG
Descrizione
Magnetofono costituito da una scatola in legno, rivestito di tela cerata di colore beige nella fascia centrale e di colore marrone sul fondo e sul coperchio. Il coperchio apribile è fissato alla base con due cardini e chiudibile per mezzo di una serratura. La basa è provvista sul lato anteriore di una maniglia di gomma. La base contiene all'interno il motore e i circuiti elettrici per il funzionamento del magnetofono ed è chiusa da un piano superiore in metallo. Sul piano si trovano i fusi per la sistemazione delle bobine del nastro magnetico. Anche i comandi operativi dell'apparecchio sono posizionati sul piano superiore e consistono nelle tre manopole in bachelite bianca dei selettori dei livelli di tono e volume e del commutatore registrazione/riproduzione e nei quattro tasti in bachelite bianca per il riavvolgimento veloce, l'avvio della registrazione/riproduzione, l'avanzamento veloce e l'arresto del nastro magnetico. Le dotazioni del magnetofono comprendono inoltre tre boccole per il collegamento al microfono, all'amplificatore esterno e al radioricevitore. Sul lato posteriore è presente un commutatore per la selezione della tensione di alimentazione e un supporto bipolare. Sul fianco sinistro, una mascherina in bachelite bianca copre la membrana dell'altoparlante, mentre un'analoga mascherina sul fianco destro costituisce la presa d'aria per il raffreddamento dei circuiti. Un'altra presa d'aria si trova sul fondo dell'apparecchio, coperta da una lamina metallica traforata.
Funzione: Registrazione di suoni su nastro magnetico e loro riproduzione
Modalità d'uso: Collegare il microfono nell'apposito attacco di entrata; inserire la spina nella presa di corrente ed accendere il registratore. Utilizzare gli appositi pulsanti per le operazioni di registrazione e riproduzione del nastro, regolando tono e volume per mezzo dei selettori
Notizie storiche: A partire dalla seconda metà degli anni '40, al termine della Seconda Guerra Mondiale, si imposero sul mercato i primi registratori magnetici, a filo e a nastro. Tuttavia i primi studi sulla registrazione magnetica risalgono alla fine del 1800 con la registrazione di un messaggio sonoro su un filo di acciaio di Valdemar Poulsen (1869-1942) nel 1898. Nella prima metà del 1900 seguirono altri tentativi, ma soltanto al termine della Seconda Guerra i registratori magnetici riuscirono a garantire prestazioni migliori dei dittafoni a cilindro. Inoltre, grazie ai prezzi concorrenziali, il magnetofono ebbe l'opportunità di diffondersi in fasce della popolazione molto più ampie del tradizionale mercato dei dittafoni. Rispetto ai cilindri, il supporto magnetico poteva essere immediatamente riavvolto e registrato nuovamente. I primi registratori magnetici erano a filo d'acciaio, ma già negli anni '50 il nastro magnetizzato si impose come principale supporto per la registrazione fino all'affermarsi delle tecnologie digitali negli anni '90.
Autore: Siemens & Halske AG (costruttore) (1847/ 1966)
Ambito culturale: produzione italiana
Datazione: ca. 1940
Tipologia: registratore a nastro magnetico
Materia e tecnica: legno; metallo; gomma; vetro; bachelite; tela
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 29 cm x 21.5 cm x 16 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Morton D. "Off the record : the technology and culture of sound recording in America", Piscataway 2000
Assante E./ Ballanti F. "La musica registrata", Roma 2004
Credits
Compilazione: Meroni, Luca (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST120-00115/
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