Le Rhone 9J - motore - industria, manifattura, artigianato
Verdet Louis; Gnome & Rhône
Descrizione
Motore rotativo a 9 cilindri disposti a stella, raffreddato ad aria. I cilindri in acciaio, muniti di alettatura integrale, sono fissati su un carter, pure in acciaio, rotante attorno ad un albero a gomito fisso. Il movimento dell'albero a gomito è agevolato dalla presenza di due cuscinetti a sfere. Ogni cilindro è provvisto di due valvole in testa, azionate ad aste e bilancieri. Il motore è stato sezionato a scopi didattici. Il condotto di alimentazione dal carter al cilindro è stato mantenuto soltanto in tre cilindri.
Notizie storiche: I primi motori rotativi aeronautici vennero messi a punto nel 1909 dai fratelli francesi Laurent e Louis Seguin e, un anno più tardi, dall'ingegnere Louis Verdet. Con la costituzione della Société des Moteurs Gnome et Rhône venne messa in produzione un'intera famiglia di motori rotativi a stella a 7, 9, 14 e 18 cilindri che godettero di un enorme successo durante gli anni della Prima Guerra mondiale. La leggerezza e l'affidabilità di questi motori consentì ai progettisti di dedicare più peso alle strutture e alle carenature aerodinamiche, contribuendo in buona misura allo sviluppo dell'aviazione. Proprio per questi motivi i motori rotativi furono tra i principali propulsori utilizzati per i caccia militari impiegati nel conflitto, grazie anche alla relativa difesa dai colpi ad arma da fuoco: la foratura di un cilindro da parte di una pallottola non costituitva infatti un danno irreparabile per il motore, mentre rappresentava un serio pericolo per il radiatore, le camicie o le tubature di un motore raffreddato ad acqua. Già sul finire della guerra, tuttavia, emersero chiaramente i limiti del motore rotativo; non era possibile, infatti, un incremento sensibile della potenza del motore: l'aumento della velocità di rotazione era impossibile per via delle forze centrifughe, l'aggiunta di cilindri rendeva difficoltoso il raffreddamento della seconda stella, l'aumento del diametro del cilindro era impensabile a causa della eccessiva differenza di temperatura tra faccia anteriore e faccia posteriore. A partire dagli annni 1918-1919 i motori rotativi vennero destinati soprattutto agli aerei da addestramento. Questo modello di propulsore era montato su diversi caccia da combattimento Hanriot HD.1, Nieuport 11, 16 e 17, Macchi Parsol e M.14, Gabardini, Aviatik-SAML e Caudron G.3 e G.4.
Autore: Verdet Louis (progettista) (notizie sec. XX inizio); Gnome & Rhône (costruttore) (1915/ 1945)
Datazione: 1915
Tipologia: motore rotativo
Materia e tecnica: metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 45 cm x Ø 102 cm
Peso: 140 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Filippi F. "Dall'elica al getto : Breve storia dei propulsori aeronautici", Torino 1983
Ludovico D. "L'aeroplano cosa è : Soluzione ed evoluzione del problema del volo", Roma 1951
Credits
Compilazione: Meroni, Luca (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST120-00346/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).