Fresatrice - industria, manifattura, artigianato
ambito italiano
Descrizione
Struttura della macchina, principalmente di ottone, montata su sostegni fissabili mediante viti al piano del tavolo. Piattaforma di ottone con dispositivo centrale modanato e sagomato con piede a base cilindrica. Alidada di ferro a profilo curvo e concavità iniziale. Carro montato sulla barra portante superiore di scorrimento, allontanabile o avvicinabile al centro su cui è fermata la ruota da intagliare. È azionato mediante manovella (curvilinea al fondo, con pomolo ligneo terminale), posta sullo stesso asse della barra. Fresa azionata tramite archetto, la cui corda era avvolta su puleggia. Viti (fanno eccezione quelle a corredo dell'alidada, semicircolari, e a farfalla) con testa circolare leggermente bombata e profilo zigrinato con linee incise oblique. Tre sostegni piatti e arcuati, terminanti con piede semicircolare e foro centrale per l'ancoraggio al piano di lavoro, supportano la struttura: due dei tre piedi sono posti in posizione speculare l'uno rispetto all'altro, mentre il terzo, isolato, risulta in posizione centrale e ortogonale rispetto ai primi. La fresatrice è dotata di disco suppletivo, e astuccio completa di frese. L'astuccio è apribile con sistema a cerniera su un lato lungo e chiusura con mostra sagomata dorata sul lato opposto. Interno ricoperto con tessuto viola. Utensili di ricambio posti nei congrui alloggiamenti.
Funzione: La fresatrice serve per intagliare direttamente le ruote dentate di cui l'orologio è essenzialmente costituito; sistema (rotismo), destinato a imprimere il moto con il minore impegno di energia e il minimo attrito. Il carro, pezzo componente la macchina, posizionabile nell'assetto desiderato, serve a ospitare frese di differente tipo, che appunto consentono il ritaglio di denti di diversa sagomatura e dimensione sulle ruote da lavorare. La piattaforma, altro elemento costitutivo fondamentale della macchina, mediante un dispositivo centrale regolabile, ha la funzione di definire la collocazione e il numero di denti distribuiti sul profilo del disco da dividere: la piattaforma reca infatti incisi punti continui che formano cerchi concentrici, laddove il numero di tali punti è conforme al numero di denti delle ruote da dividere. Il diametro dell'ingranaggio ottenibile sulla macchina era consono alla grandezza della stessa; pertanto la dimensione della macchina era proporzionale a quella delle di ruote da realizzare: di piccolo, medio, grande formato.
Modalità d'uso: La macchina utensile per il trattamento del metallo imprime il movimento, rotatorio intorno al proprio asse, alla fresa, e lo spostamento al disco in lavorazione. Ottenuto mediante ritaglio un disco di diametro consono al numero dei denti, questo era forato al centro, e se necessario lavorato sul tornio per ottenere precise misure. Tale operazione - in tale caso la macchina rispondeva a duplice funzione - poteva essere direttamente effettuata sulla fresatrice: fermata la ruota al perno centrale e, liberato il blocco della alidada (asticciola), si faceva ruotare la piattaforma su sé stessa mentre, avvicinata la ruota alla fresa, la si metteva in rapido moto, così da erodere il pezzo sino alla dimensione desiderata. L'ingranaggio con manovella, di cui era dotata la macchina, consentiva di far ruotare a discreta velocità la piattaforma stessa. Si procedeva poi al taglio dei denti immobilizzando con l'alidada sia la piattaforma sia il disco da dentare. Quindi si accostava il carro su cui era montata la fresa a sua volta posta su asse rotante e basculante. Posta in rapido moto la fresa tramite un archetto, la cui corda era avvolta su puleggia, la si faceva scendere sul bordo della ruota ottenendo di intagliare l'incavo che forma il dente.
Notizie storiche: Parte della storiografia assegna a Robert Hooke, fisico inglese (1635-1703), l'ideazione di questa tipologia di macchina utensile, tuttavia è ragionevole supporre che il macchinario sia stato approntato, per stadi successivi, dagli stessi costruttori di piattaforme. L'inventore è dunque sconosciuto. Dall'inizio del Settecento si rilevano comunque notizie certe in merito alla macchina per tagliare i denti. Lo si evince da un disegno pubblicato nel 1709 da Nicolas Bion nel suo "Traite des instrumens de mathématique'', dal quale se ne ricava appunto la composizione. Nelle tavole della Encyclopédie si trova illustrata la macchina per tagliare le ruote di Sully (cfr. IV, tavv. XX-XXI-XXII-XXIII), e quella ideata da Hulot (cfr. IV, tavv. XXIV-XXV-XXVI).
Ambito culturale: ambito italiano
Datazione: 1750 - 1799
Tipologia: machine pour frendre les roues; fresatrice per tagliare ruote dentate; macchina a dividere per ingranaggi; macchina a dividere
Materia e tecnica: ottone; ferro
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 33 cm x 20 cm x 23 cm
Peso: 5 kg
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
De' Toma, N. "La misura del tempo. L'antico splendore dell'orologeria italiana dal XV al XVIII secolo", Trento 2005, pp. 267-278
Mestiere Sapere "Il mestiere e il sapere duecento anni fa: tutte le tavole dell'Encyclopedie francaise", Milano 1983, pp. 518-520
Misura Tempo "La misura del tempo : L'antico splendore dell'orologeria italiana dal XV al XVIII secolo", Trento 2005, pp. 379-400
Credits
Compilazione: Ratti, Rosanna (2008)
Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST130-00017/
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