Ericofon - telefono - industria, manifattura, artigianato
Ericsson (Telefonaktiebolaget LM Ericsson); Lysell Ralph; Gösta Thames Has; Blomberg Hugo
Descrizione
Oggetto costituito da una monoscocca in plastica pressofusa color giallo chiaro che comprende microfono e ricevitore, la scocca è avvitata alla base sulla quale sono inseriti i circuiti e la suoneria a ronzatore. La parte centrale dell'involucro è modellata in modo ergonomico per migliorare la presa della mano. Il disco combinatore, in plastica nera (bachelite), è sistemato sotto la base di appoggio. Il pulsante, in plastica rossa, che funge da interruttore di linea, è posto al centro del disco commutatore ed è collegato ad esso da una guarnizione in gomma. Quando il telefono è appoggiato al tavolo l'interruttore è aperto (telefono a riposo), quando invece lo si solleva l'interruttore è chiuso (telefono in servizio). Dalla base fuoriesce il cavo di collegamento alla rete telefonicaa spirale, con spina tripolare di colore nero.
Funzione: Questo telefono veniva collegato alla rete telefonica e permetteva all'utente di raggiungere qualunque abbonato sulla rete in modo automatico.
Modalità d'uso: L'alimentazione di questa tipologia di telefoni automatici a batteria centrale si trova nella centrale e l'alimentazione del microfono avviene attraverso la linea telefonica. Sollevando il telefono, il tasto di interruzione linea si solleva e chiude il circuito di alimentazione del microfono (telefono in servizio). Contemporaneamente un segnale proveniente dalla centrale genera nel ricevitore il segnale di libero. Una volta sollevato il telefono e verificata la disponibilità della linea, l'utente utilizza il disco combinatore per inviare alla centrale gli impulsi di selezione. Il disco ha infatti un contatto in serie alla linea che si apre a brevi intervalli durante la rotazione di ritorno: questi impulsi di apertura della linea corrispondono a brevi interruzioni di corrente che rappresentano i segnali di selezione. Questi segnali, giunti in centrale, azionano i meccanismi automatici predisponendo il contatto con la linea dell'utente desiderato. Nel telefono dell'utente chiamato (analogo a quello chiamante) viene così attivata la suoneria. Sganciato il microtelefono si chiude la connessione tra i due telefoni e la conversazione puo' iniziare.
Notizie storiche: Dopo i modelli standardizzati prodotti alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60, i telefoni cominciarono a modificarsi nella forma. Il telefono rimaneva pressoché immutato dal punto di vista tecnico e la misura della distanza bocca-orecchio dell'uomo limitava fortemente le possibilità di modificarne l'aspetto, ma i designer cercarono comunque di trasformare la forma canonica degli apparecchi telefonici (pur rispettandone l'ergonomicità). Ericofon deve la sua forma e la sua struttura compatta al suo originario target di riferimento: gli ospedali. Utilizzare un telefono da tavolo dal letto di un ospedale era scomodo, da qui l'idea di incorporare i due elementi in un'unica forma compatta e di facile utilizzo. Ericofon, trasformò radicalmente quella che era stata fino ad allora la forma canonizzata dalla tradizione. I designer dell'Ericofon (Ralph Lysell, Thames Has Gösta, Hugo Blomberg) impiegarono più dieci anni per realizzare questo modello chiamato anche "Cobra": il problema era far stare tutti i componenti del telefono in così poco spazio e avere comunque un telefono che fosse possibile tenere in mano e muovere agevolmente. I nuovi materiali nati dopo la Seconda Guerra Mondiale (plastica e materiali ferromagnetici) resero possibile la costruzione di componenti di dimensioni più piccole rispetto al passato e la realizzazione della scocca in plastica della forma voluta. Dal primo prototipo del 1941 si arrivò al modello definitivo nel 1958, realizzato in 25 diversi colori. Tra la fine degli anni Sessanta, e soprattutto negli anni Settanta, si diffuse l'abitudine di avere più spine telefoniche all'interno dello stesso appartamento. Era un'opportunità di caratterizzare in modo diverso gli ambienti a partire dai servizi richiesti: in salotto la filodiffusione, in camera da letto, sul comodino, il telefono per il servizio sveglia, e così via; in realtà anche se non si era ancora affermata l'idea del telefono come strumento "individuale" e "personale" di comunicazione, cosa che sarebbe avvenuta solamente con la diffusione dei cellulari negli anni Novanta, ci si stava avviando verso un uso del telefono che prevedeva una maggiore privacy per tutti i componenti della famiglia. L'offerta dei telefoni addizionali era allora una novità assoluta e i modelli erano commissionati ai progettisti di maggior fama come nel caso del telefono "Ericofon".
Autore: Ericsson (Telefonaktiebolaget LM Ericsson) (produttore) (1876/ 2001); Lysell Ralph (designer) (1907/ 1987); Gösta Thames Has (designer) (1916/); Blomberg Hugo (designer) (1897/)
Datazione: ca. 1958
Materia e tecnica: plastica di Acrilonitrile-Butadiene-Stirene (ABS) / pressofusione; metallo; nylon; bachelite; gomma
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 22 cm x Ø 10 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
Telecomunicazioni voce "Telecomunicazioni: la voce : Mostra storica", Milano 1988
Soresini F. "Telefoni : Telephone Sets", Milano 1995
Antonelli P. "Objects of design from the Museum of modern art / Paola Antonelli", New York 2003, p. 198
Foddis G. "Telefonia : fondamenti, commutazione, teleselezione, impianti privati, reti e linee, alte frequenze, ponti radio, comunicazioni sottomarine e spaziali", Milano 1972
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2008); Testa, Geraldine (2008)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST140-00031/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).