Modulo di circuiti di calcolo - informatica

I.B.M. Italia

Modulo di circuiti di calcolo - informatica

Descrizione

Il modulo ha una struttura di base in plastica lavorata a finestre (sei per tredici in senso longitudinale e quattro per due alle estremità corte) sulla quale sono inserite tredici guide longitudinali in acciaio. La struttura è chiusa sul fondo da una piastra di bachelite dalla quale fuoriescono, su entrambi i lati, una moltitudine di sottili perni in rame (pin) disposti regolarmente a pochi millimetri di distanza l'uno dall'altro; la piastra è reticolata in 13 settori, contrassegnati dalle lettere da A a N, in senso laterale , e 8 settori, contrassegnati dai numeri da 1 a 8, in senso longitudinale. Nella parte inferiore della piastra sottili fili elettrici collegano tra loro parte dei pin di cui sopra. Nella parte superiore 42 piastre di circuiti stampati sono inserite verticalmente nelle guide sopra menzionate; sulle piastre (o schede circuitali) sono saldati componenti elettronici quali resistori, condensatori, transistor, circuiti integrati; queste schede terminano inferiormente in connettori che ne consentono l'inserimento nei pin sopracitati. Inoltre ulteriori cinque sottomoduli di circuito sono fissati, tramite viti, internamente a due schede di circuiti stampati a doppio strato disposte a sandwich; dalle superfici delle due schede sono connessi componenti elettrici a matrice che denotano una disposizione logica simile anche delle connessioni dei sottomoduli posti internamente alle schede; sul lato interno di una delle schede sono assemblati numerosi circuiti integrati.

Notizie storiche: Con il Sistema IBM 360, presentato nel 1964, si superano alcune importanti limitazioni della generazione precedente in cui gli elaboratori erano generalmente progettati "su misura" con un impiego esclusivamente scientifico o commerciale, con una ben determinata dimensione e con linguaggi e programmi diversi per ogni tipo di macchina. Questo sisteam è invece adatto a svolgere lavori sia commerciali, che scientifici; inoltre il sistema 360 poteva essere potenziato aumentando la capacità della memoria principale e, combinando diversamente 90 unità ausiliarie di tipo e velocità differenti, poteva adeguarsi al meglio alle esigenze particolari dell'utilizzatore. I vari elaboratori della serie si differenziavano per la diversa velocità operativa che andava da 30.000 a 20.000.000 operazioni al secondo e si poteva passare da un modello ad un altro più potente senza dover riscrivere i programmi necessari al funzionamento della macchina. Queste le novità del Sistema 360: - l¿elettronica basata su circuiti integrati, cioè su chip, piccolissime unità fisiche ognuna contenente più transistor e altri componenti, si tratta della nuova tecnologia SLT (Solid Logic Tecnology); - la memoria non più a nuclei di ferrite, ma basata su batterie di chip; - la struttura logica basata sul byte, formato da 8 bit; - la struttura dei caratteri basata su una nuova codifica, che ne consente la rappresentazione di un numero molto maggiore; - l'architettura basata su un unità di informazione, altrimenti detta word, di 4 byte, cioè di 32 bit.

Autore: I.B.M. Italia (costruttore/ produttore/ progettista) (1927/)

Datazione: post 1964 - ante 1964

Materia e tecnica: acciaio; plastica; bachelite; rame; stagno

Categoria: informatica

Misure: 22.5 cm x 34 cm x 9 cm

Peso: 2.6 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

I.B.M. Italia "Il calcolo automatico nella storia / Guida ai visitatori della mostra dedicata al "Calcolo automatico nella storia" ed organizzata dalla IBM ITALIA al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano", Milano 1959

I.B.M. Italia "Tre secoli di elaborazione dei dati", Milano 1975

I.B.M. Italia "Tre secoli di elaborazione dei dati", Milano 1980

Credits

Compilazione: Iannone, Vincenzo (2011); Schira, Renato (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).