Memoria principale a nuclei di ferrite - informatica
I.B.M. Italia
Descrizione
La memoria principale ("main mermory") è tutta racchiusa in un volume parallelepipedo di poco meno di tre decimi di metro cubo ed è organizzata in 16 telai (denominati con le lettere dell'alfabeto dalla A alla P) ciascuno riportante 72 sottomatrici di nuclei di ferrite infilati ai nodi dell'intreccio, trama-ordito, di fili di rame (in totale 1152 sottomatrici); a loro volta, le sottomatrici, sono collegate a 9 blocchi di lettura/scrittura dati. Da due spigoli su uno stesso lato lungo del parallelepipede, fuoriescono in modo simmetrico 18 (9+9) blocchi da 6 doppi terminali ciascuno; mentre sui due lati esterni lunghi, tra un telaio e l'altro, corrono lo stesso numero di connettori (divisi in 18 fasci per lato) protetti, su ciascun lato, da una lastra di plexiglas sagomata e traslucida. Sui rimanenti due lati lunghi sono visibili le 72 sottomatrici di nuclei di ferrite per lato, rispettivamente del primo e del sedicesimo telaio; questi due lati sono protetti da lastre di plexiglass trasparente. La memoria è imperniata su un telaio metallico che presenta due aperture rettangolari, per il passaggio dei cavi, in corrispondenza dei lati con i fasci di connettori. Superiormente, invece, la memoria è libera e sono evidenti i terminali delle sottomatrici di nuclei di ferrite, organizzati in due blocchi simmetrici (destra-sinistra) di 6 gruppi ciascuno per ciascun telaio (192 gruppi di terminali).
Funzione: Memorizzava i dati del sistema in cui era muntata e i programmi che gestivano alcune sue funzioni.
Modalità d'uso: La memoria è composta da piccoli nuclei magnetici attraverso i quali passano due fili che all'uopo, attraverso un segnale elettrico, cambiano la polarità del nucleo di ferrite designato e un terzo filo che legge le informazioni in tempi dell'ordine del milionesimo di secondo.
Notizie storiche: Fin dai primi anni '60 del XX sec., venivano realizzate memorie con nuclei di ferrite dalla forma di piccolissimi anelli. Fondamentalmente venivano posti su un telaio piano, in forma di matrice, n x n nuclei (nel caso di questa scheda 10 x10), ognuno attraversato da quattro fili: due paralleli ai lati del telaio, due intrecciati. Per "tessere" quelli paralleli ai lati e per uno di quelli intrecciati era possibile ricorrere a macchine, ma per il quarto filo lo spazio dentro l¿anello era troppo stretto e le macchine non erano in grado di farlo passare: si sopperiva ricorrendo alle mani umane con un lavoro delicatissimo, paragonabile a un ricamo. Ad esempio nel caso dei modelli IBM 7090 (presentati nel 1958 e ritirati dal commercio nel 1969) il piano di memoria conteneva 32 · 32 = 1.024 nuclei; 36 piani sovrapposti in forma di pila formavano una memoria di 1.024 voci; 32 pile formavano tutta la memoria del 7090. Complessivamente, pertanto, oltre 250 mila anellini da infilare. I sistemi 7040 e 7090 sono transistorizzati, con memoria a nuclei di ferrite. La rappresentazione dei caratteri è di tipo BCD (Binary Coded Decimal). Il modello 7044 è una versione migliorata del 7040, calcolatore progettato per calcoli scientifici ed immesso sul mercato dall'IBM nel 1961.
Autore: I.B.M. Italia (costruttore/ produttore/ progettista) (1927/)
Datazione: post 1965 - ante 1965
Materia e tecnica: plastica; metalli vari
Categoria: informatica
Misure: 45 cm x 40 cm x 152 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Riferimenti bibliografici
I.B.M. Italia "Il calcolo automatico nella storia / Guida ai visitatori della mostra dedicata al "Calcolo automatico nella storia" ed organizzata dalla IBM ITALIA al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano", Milano 1959
I.B.M. Italia "Tre secoli di elaborazione dei dati", Milano 1975
I.B.M. Italia "Tre secoli di elaborazione dei dati", Milano 1980
Credits
Compilazione: Iannone, Vincenzo (2011); Schira, Renato (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST170-00046/
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