Regolatore tachimetrico - industria, manifattura, artigianato

Ing. A. Riva, Monneret & C.

Regolatore tachimetrico - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Il regolatore presenta in alto una massa cilindrica in acciaio (volano del sensore di velocità centrifuga) che è montata ad un estremo di un sistema a tre bacci (bilanciere a tre fulcri) ed è collegata ad un volano laterale munito di binario portacinghia. Il sistema a tre bracci unisce tramite una leva (leva di regolazione) l'asse della massa d'acciaio a due pistoni verticali che sporgono da una cassa, anch'essa in acciaio, sottostante (cassetto di distribuzione). Sullo stesso lato del volano portacinghia, sporgente dalla cassa in acciaio, è presente un volantino a 5 razze (volantino variagiri); all'altro lato della cassa rispetto al volantino, fuoriesce un mozzo di albero di trasmissione.

Funzione: regolare la velocità delle turbine idrauliche

Modalità d'uso: Il sensore di velocità centrifugo a molle (pendolo), mosso tramite cinghia dalla turbina, agisce, mediante il bilanciere a tre fulcri, sia sul cassetto di distribuzione a doppio effetto, sia sulla leva di regolazione a scorsoio, alla quale è asservito il servomotore a doppio pistone; quest'ultimo, a sua volta, esegue la regolazione del distributore della turbina. La stessa leva aziona inoltre la pompa volumetrica dell'olio. L'asservimento può venir regolato a mano, agendo sul volantino variagiri.

Notizie storiche: Si tratta di un esemplare del primo modello di regolatore automatico di velocità, a pressione d'olio, per turbine idrauliche, studiato dall'ing. N. Ratti e brevettato nell'anno 1901. Un esemplare di questa macchina fu inviato all'esposizione di Chicago e donato al Museum of Science and Industry. Storicamente verso la fine del 1800 furono studiati regolatori di tipo meccanico. Necessità di precisione e di rapidità nell'intervento e di potenza portarono in rapida successione all'uso di regolatori prima idromeccanici e quindi idraulici a pressione naturale, poi, con l'aumentare delle cadute, a pressione d'olio. Per piccole turbine il regolatore faceva parte della macchina stessa, ma il continuo crescere delle potenze rese evidente l'opportunità di produrre regolatori autonomi e di dotarli, nei tipi maggiori, di serbatoio d'olio e di accumulatore di pressione. L'esemplare esposto è di quest'ultimo tipo ma con serbatoio incorporato. Nei regolatori tachimetrici maggiori, il volantino variagiri si trova, invece, su una piletta separata. La tappa successiva nell'evoluzione di tali regolatori è stata l'aggiunta di un sensore della variazione di velocità (R. tachiaccelerometrico), almeno per le macchine di maggior potenza. Nella scia sempre più ampia delle applicazioni dell'elettronica si sono quindi studiati e prodotti, negli anni '50 e '60, i regolatori elettromagnetici e successivamente i regolatori elettronici dapprima analogici ed infine digitali, sensibili ad un maggior numero di variabili e di maggior versatilità

Autore: Ing. A. Riva, Monneret & C. (costruttore) (1894/ 1914)

Datazione: post 1899 - ante 1902

Tipologia: regolatore per turbina automatico, idraulico, autogeneratore di pressione

Materia e tecnica: acciaio; ghisa

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 70 cm x 67 cm x 100 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Museoscienza "Museoscienza", Milano 1978, p. 250 f. p. 250

Credits

Compilazione: Iannone, Vincenzo (2012); Schira, Renato (2012)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2014)

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