Philips 2514 - radioricevitore - industria, manifattura, artigianato
Philips
Descrizione
Apparecchio radio a soprammobile di forma trapezoidale, in lamiera rivestita di pegamoide. In alto sulla parete frontale, al centro si trova il comando di gamma con indicati i tre intervalli di lunghezze d'onda 200-400, 300-600 e 1000-2000 m, ai lati si trovano due piccoli quadranti che mostrano le posizioni dei due condensatori di sintonia, primario e secondario, con scale di sintonia graduate in gradi da 0 a 180. Lateralmente sono presenti le manopole per l'accensione, due comandi di sintonia (uno a destra e uno a sinistra), una manopola per il controllo della reazione e una per la regolazione del volume. Lateralmente sono presenti tre boccole per i collegamenti dell'antenna, e i collegamenti per il cavo di alimentazione, dell'altoparlante esterno e un interruttore di protezione che impedisce l'accensione dell'apparecchio a coperchio aperto. All'interno sono presenti 4 valvole e due circuiti a reazione con rigenerazione in modulazione di ampiezza (AM).
Funzione: Ascolto di programmi radiofonici attraverso la ricezione di frequenze radio ad onde medie e lunghe in modulazione di ampiezza (AM).
Modalità d'uso: L'apparecchio funziona con alimentazione a corrente alternata (111V) e collegato ad un altoparlante esterno. Dopo averlo acceso e aver disposto il comando di gamma sulla gamma di onde desiderata, si ruotano alternativamente in due comandi di sintonia (prima il sinistro e poi in destro) fino a centrare il segnale di una stazione radiofonica; successivamente si regola la reazione ed il volume. Le stazioni radiofoniche trasmettono il segnale a bassa frequenza (voci e suoni) modulando le onde radio che diffondono dalle loro antenne. Il radioricevitore riceve il segnale e lo sintonizza ovvero preleva, dalla corrente oscillante in arrivo, il segnale a frequenza acustica da amplificare (circuito ad amplificazione diretta TRF) e lo ritraduce in suoni. I circuiti a reazione ricevono, amplificano e modulano il segnale per selezionarlo ovvero il triodo funge anche da oscillatore interno (circuito entodina). Le onde elettromagnetiche vengono poi ritrasformate in onde sonore dalle vibrazioni meccaniche del riproduttore sonoro dell'altoparlante che restituisce suoni e voci in uscita.
Notizie storiche: L'apparecchio fa parte della collezione di radio d’epoca raccolte da Domenico Cutrupi e donate dalla famiglia al Museo MILS. Si tratta di radio databili tra gli anni ‘20 e l’inizio anni ‘60. Nella sua vita Domenico Cutrupi ha acquistato a mercatini dell’antiquariato diverse radio a valvole che ha poi restaurato sia nei circuiti sia nell’aspetto, rendendole di nuovo funzionanti e fruibili. Dai primi acquisti dettati da un interesse storico/tecnico o estetico, Cutrupi ha poi organizzato una vera e propria collezione basata sull’evoluzione storica, tecnica e tecnologica di questi apparecchi. L’inizio della storia della radio parte a fine ‘800: dopo gli studi con scopi strettamente scientifici di Maxwell e Hertz sulle onde elettromagnetiche Guglielmo Marconi e A. P. Popov le utilizzarono per stabilire comunicazioni via etere anche a grande distanza. Nel 1896 Marconi presentò all'Ufficio Brevetti di Londra il suo sistema di Telegrafia senza fili. Nel 1901 fece la prima trasmissione di un segnale oltreoceano. L’invenzione di Marconi veicolava solo impulsi adatti al codice Morse e di non poteva trasmettere suoni. R. Fessenden fu il primo (1900) a riuscire a trasmettere a breve distanza un messaggio vocale. Nel 1904 Sir J.A. Fleming inventò la valvola termoionica (diodo a vuoto), che consentiva di amplificare i segnali e controllare la velocità di propagazione delle onde radio. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura di L. De Forest. L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. La prima trasmissione sperimentale senza fili, di voce e musica, mediante un microfono a granuli di carbone fu alla vigilia di Natale del 1906 ad opera di R. Fessenden. In Italia la prima radiotrasmissione in fonia avvenne a Roma nel 1908. Nel 1918 l'americano E. H. Armstrong brevettò la supereterodina (ideata da L. Levy l'anno precedente), un circuito a conversione di frequenza, capace di ricevere e demodulare una vasta gamma di frequenze assicurando una ricezione priva di interferenze, crepitii e oscillazioni. La radio era pronta per entrare nelle case. Nel 1920 nacquero le prime stazioni radio commerciali, KDKA e RCA, e i primi esperimenti di broadcasting. In Olanda nel 1919 nacque la prima emittente europea. In Italia le prime stazioni private furono attive dal 1923 e nel 1925 iniziarono le prime trasmissioni commerciali. Le radio che iniziarono a popolare le case degli americani e degli europei negli anni '20 e '30, erano delle cassette in legno, spesso dall'estetica raffinata, con alcune manopole di comando esterne, valvole montate all'esterno, antenna esterna a telaio e altoparlante a tromba come quello dei grammofoni. Erano oggetti molto costosi e la ricezione era distorta e non di qualità. Questo modello Philips 2514 è il miglior esempio della produzione Philips della prima generazione. Le dimensioni ridotte e l'affidabilità lo resero il ricevitore ideale per gli ascolti clandestini durante la Seconda Guerra Mondiale in tutta Europa. Lo sviluppo tecnologico portò a circuiti e valvole migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939). Gli apparecchi di questi anni erano spesso accoppiati a giradischi. Grazie alla supereterodina fu possibile la taratura della scala di sintonia in lunghezze d’onda e negli anni ‘30 comparve la scala parlante. Negli anni ‘40 iniziarono ad essere prodotti apparecchi di fattura più industriale e radioricevitori più piccoli da tenere in cucina o sui comodini. Le prime materie plastiche come la bachelite vennero usate come materiale sostitutivo del legno. L'invenzione del transistor nel 1947 nei Bell Laboratories (USA) guidati da W. Shockley, segnò la fine delle radio a valvole.
Autore: Philips (costruttore) (1891-2003 ca.)
Datazione: ca. 1928
Materia e tecnica: legno / verniciatura, tecniche varie; pegamoide / tecniche varie, tecniche varie; metallo / tecniche varie, tecniche varie; fillade / tecniche varie, tecniche varie
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 39 cm x 14 cm x 20 cm
Peso: 8.2 Kg
Collocazione
Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese
Riferimenti bibliografici
Radiomuseum 2019
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2019)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/SW6t1-00013/
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