Telefunken Mignonette Baby Serie Giubileo - radioricevitore - industria, manifattura, artigianato
Telefunken
Descrizione
Apparecchio radio midget con mobile compatto in legno e materiale plastico bianco,, bordi arrotondati, ad andamento orizzontale. Al centro della parete frontale è inserito l'altoparlante magnetodinamico circolare protetto da una griglia che fa parte del mobile dell'apparecchio. Sotto è inserita la scala parlante in plastica ad indice scorrevole, con indicazione delle lunghezze d'onda e delle località. Ai lati della scala troviamo due manopole in materiale plastico per accensione/spegnimento/regolazione volume e sintonizzazione. Sul retro, sotto ad un pannello protettivo con aperture per l'aerazione, è visibile il circuito supereterodina ZF/IF 468 kHz, a 4 valvole con circuiti in modulazione di ampiezza (AM). Sul retro sono presenti il cambiatensione, una presa per antenna e il cavo di collegamento alla rete di alimentazione.
Funzione: Ascolto di programmi radiofonici attraverso la ricezione di frequenze radio a onde medie in modulazione di ampiezza (AM).
Modalità d'uso: Questo apparecchio radio è un ricevitore supereterodina ovvero il segnale proveniente dall'antenna passa attraverso un circuito chiamato mixer che converte le frequenze ricevute ad una frequenza fissa detta frequenza intermedia (IF) di ZF/IF 468 kHz in modo da agevolare la realizzazione dell’amplificatore selettivo IF e del demodulatore AM. Nella gamma AM trasmettono varie stazioni radio, ma una sola si trova ad una frequenza tale da essere convertita alla IF; l’amplificatore selettivo IF provvede a selezionare il segnale di quella stazione (filtro a banda stretta) e ad inviarlo ai demodulatori. Le onde elettromagnetiche vengono poi ritrasformate in onde sonore dalle vibrazioni meccaniche del riproduttore sonoro nell'altoparlante che restituisce suoni e voci in uscita. Alimentazione a corrente alternata 120-220V con cambiatensione.
Notizie storiche: L'apparecchio fa parte della collezione di radio d’epoca raccolte da Domenico Cutrupi e donate dalla famiglia al Museo MILS. Si tratta di radio databili tra gli anni ‘20 e l’inizio anni ‘60. Nella sua vita Domenico Cutrupi ha acquistato a mercatini dell’antiquariato diverse radio a valvole che ha poi restaurato sia nei circuiti sia nell’aspetto, rendendole di nuovo funzionanti e fruibili. Dai primi acquisti dettati da un interesse storico/tecnico o estetico, Cutrupi ha poi organizzato una vera e propria collezione basata sull’evoluzione storica, tecnica e tecnologica di questi apparecchi. L’inizio della storia della radio parte a fine ‘800: dopo gli studi con scopi strettamente scientifici di Maxwell e Hertz sulle onde elettromagnetiche Guglielmo Marconi e A. P. Popov le utilizzarono per stabilire comunicazioni via etere anche a grande distanza. Nel 1896 Marconi presentò all'Ufficio Brevetti di Londra il suo sistema di Telegrafia senza fili. Nel 1901 fece la prima trasmissione di un segnale oltreoceano. R. Fessenden fu il primo (1900) a riuscire a trasmettere a breve distanza un messaggio vocale. Nel 1904 Sir J.A. Fleming inventò la valvola termoionica (diodo a vuoto), che consentiva di amplificare i segnali e controllare la velocità di propagazione delle onde radio. Nel 1906 fu la volta dell'Audion (triodo a vuoto) a cura di L. De Forest. L'invenzione delle valvole rappresentò un progresso fondamentale nella tecnologia della radio. La prima trasmissione sperimentale senza fili, di voce e musica, fu alla vigilia di Natale del 1906 ad opera di R. Fessenden. In Italia la prima radiotrasmissione in fonia avvenne a Roma nel 1908. Nel 1918 l'americano E. H. Armstrong brevettò la supereterodina (ideata da L. Levy l'anno precedente), un circuito a conversione di frequenza, capace di ricevere e demodulare una vasta gamma di frequenze assicurando una ricezione priva di interferenze, crepitii e oscillazioni. La radio era pronta per entrare nelle case. Nel 1920 nacquero le prime stazioni radio commerciali: KDKA e RCA e i primi esperimenti di broadcasting. In Olanda nel 1919 nacque la prima emittente europea. In Italia le prime stazioni private furono attive dal 1923 e nel 1925 iniziarono le prime trasmissioni commerciali. Le radio che iniziarono a popolare le case degli americani e degli europei negli anni '20 e '30, erano delle cassette in legno, spesso dall'estetica raffinata, con alcune manopole di comando esterne, valvole montate all'esterno, antenna esterna a telaio e altoparlante a tromba come quello dei grammofoni. Erano oggetti molto costosi e la ricezione era distorta e non di qualità. Lo sviluppo tecnologico portò a circuiti e valvole migliori, altoparlanti interni magnetodinamici o elettrodinamici, ricezioni non solo in modulazione di ampiezza ma anche di frequenza (1939). Gli apparecchi di questi anni erano spesso accoppiati a giradischi. Grazie alla supereterodina fu possibile la taratura della scala di sintonia in lunghezze d’onda e negli anni ‘30 comparve la scala parlante. Negli anni ‘40 iniziarono ad essere prodotti apparecchi di fattura più industriale e radioricevitori più piccoli da tenere in cucina o sui comodini. Le prime materie plastiche come la bachelite vennero usate come materiale sostitutivo del legno. Nel 1951 la Telefunken lanciò sul mercato italiano il primo modello Mignonette: sobrio, compatto, funzionale. Un nuovo modello che andava a sostituire la serie Mignon che aveva componenti dei circuiti, in particolare le valvole, ormai obsoleti. La Mignonette divenne presto un oggetto di consumo e proseguì con vari modelli fino all'ultimo, ormai a transistor, nel 1966 (il Mignonette '66). Ciascun modello manteneva lo stesso aspetto ma veniva aggiornato in termini di circuito o scala parlante. L'invenzione del transistor nel 1947 nei Bell Laboratories (USA) guidati da W. Shockley, segnò la fine delle radio a valvole.
Autore: Telefunken (costruttore) (1903-1991 ca.)
Datazione: ca. 1953
Materia e tecnica: legno / tecniche varie; materiale plastico / tecniche varie; metallo / tecniche varie
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 27 cm x 16 cm x 19 cm
Peso: 3.0 Kg
Collocazione
Saronno (VA), Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese
Riferimenti bibliografici
Radiomuseum 2019
Credits
Compilazione: Ranon, Simona (2019)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/SW6t1-00110/
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