Macchina parallattica di Mégnié - astronomia
Mégnié
Descrizione
Lo strumento, proveniente dall'officina Mégnié di Parigi di cui manca il telescopio originario, giunse all'Osservatorio di Brera nel 1798; prima faceva parte dell'Osservatorio di Antonio Cagnoli (1743-1816) a Verona. Nel 1796 l'Osservatorio era stato danneggiato durante il bombardamento della città ad opera dell'esercito francese: Napoleone Buonaparte aveva allora stabilito che gli strumenti rimasti fossero acquistati e divisi fra l'Osservatorio di Brera, la Scuola del Genio e la Specola di Bologna. Lo stesso Cagnoli si trasferì verso la fine del 1797 a Milano e lavorò per qualche tempo all'Osservatorio di Brera. Lo strumento è realizzato in ottone. Il cerchio di ascensione retta è diviso in 360°, con indicazioni numeriche ogni 10°. Un braccio alidada porta un nonio che permette la lettura dei 5'. C'è anche una seconda numerazione indicante con numeri romani le ore di ascensione retta; la numerazione va da I a XII e riprende da I a XII. Sul cerchio è incisa la scritta EQUATORIAL DE MEGNIE 1784. L'asse orario può essere inclinato da 30° a 58° rispetto alla verticale; l'inclinazione viene letta su un arco posto all'estremità dell'asse e recante una scala divisa in intervalli di 30', numerati ogni 5°: un nonio permette la lettura minima di 2' (il nonio porta indicazioni numeriche ogni 10'). Lo spostamento dell'asse orario è regolato per mezzo di una vite tangente all'arco, il cui bordo è filettato. Il cerchio di declinazione si trova all'estremità di un asse perpendicolare all'asse orario e all'esterno del cerchio di ascensione retta; ha la stessa dimensione di questo ed è diviso anch'esso in 360°. Un braccio mobile porta un nonio che permette la lettura dei 15'. La numerazione è da 0° a 90°, da 90° a 0°, e nuovamente da 0° a 90° e da 90° a 0° le indicazioni numeriche sono ogni 10°. Il telescopio era attaccato all'asse di declinazione, all'estremità opposta rispetto al cerchio di declinazione. In questo modo poteva essere puntato ad ogni altezza, superando le limitazioni delle precedenti montature parallattiche. Il telescopio attualmente montato è ricostruito a somiglianza dell'originale e collocato durante i lavori di restauro della macchina parallattica, avvenuti ad opera dei Sigg. Domenico Gellera e Nello Paolucci. Per la collocazione del telescopio questo strumento rappresenta uno dei primi esempi di montatura equatoriale di concezione moderna: non solo la disposizione era più comoda per l'osservazione, ma permetteva anche una verifica più semplice degli errori dello strumento, in quanto il telescopio poteva essere puntato su oggetti terrestri di mira dopo essere stato invertito e, inoltre, era possibile verificare meglio le divisioni del cerchio di declinazione perché questo è un cerchio intero. Il telescopio aveva un obbiettivo acromatico a tre lenti, con una lunghezza focale di 1.2 m (3.5 piedi) e un'apertura di 8.4 cm (3 pollici). Lo strumento, dopo essere stato riparato da Giuseppe Megele (1740-1816), meccanico dell'Osservatorio, era stato collocato nella torretta Sud-Est al posto di una macchina parallattica di Adams.
Autore: Mégnié (costruttore) (sec. XVIII fine)
Datazione: 1784
Materia e tecnica: ottone
Categoria: astronomia
Misure: Ø 41 cm
Collezione: Collezione storico-scientifica del Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera
Collocazione
Milano (MI), Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera
Riferimenti bibliografici
Tucci P. "I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla", Milano 2000
Miotto, E./Tagliaferri, G./ Tucci, P. "La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera", Milano 1989
Credits
Compilazione: Mattavelli, Marcella (2008)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/s6010-00004/
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