Prisma obbiettivo - astronomia
Schaer, Emile
Descrizione
Il prisma obbiettivo, o camera prismatica, fu inventato da Joseph von Fraunhofer (1787-1826) all¿inizio dell¿Ottocento. Con uno strumento di questo tipo Fraunhofer eseguì le prime osservazioni spettroscopiche di stelle. Nel prisma obbiettivo la dispersione della luce, grazie alla quale si possono ottenere gli spettri, è ottenuta per mezzo di un prisma posto davanti ad un obbiettivo di pari diametro, il quale nel suo piano focale dà gli spettri di tutte le stelle che cadono nel suo campo. Il prisma obbiettivo veniva montato a fianco di un cannocchiale dotato di montatura equatoriale che serviva per il puntamento della stella ed era inclinato rispetto a questo di un angolo pari all¿angolo di deviazione del prisma: la montatura equatoriale rendeva agevole l¿inseguimento dell¿astro per il tempo neccessario all¿osservazione dei numerosi dettagli dello spettro. A causa delle difficoltà che presentava il suo uso, che richiedeva pure la presenza di due osservatori, le ricerche spettroscopiche stellari vennero ben presto abbandonate e solo verso il 1860 vennero riprese da Giovan Battista Donati (1826-1873). Accanto agli spettroscopi che Angelo Secchi (1818-1878) chiamava assoluti poichè permettevano il confronto dello spettro stellare con uno di laboratorio, tornarono tosto in uso i prismi obbiettivi con i quali tuttavia si potevano eseguire solo misure differenziali. L¿identificazione delle righe spettrali, per esempio, poteva essere ottenuta lasciando sfilare, a cannocchiale fisso, lo spettro rispetto ad una linea di riferimento e cronometrando i tempi di passaggio delle righe. Se da una parte il prisma obbiettivo consentiva solo misure differenziali, dall¿altra aveva il grosso vantaggio di permettere di studiare oggetti molto più deboli di quelli raggiungibili con lo spettroscopio grazie alla maggiore efficienza fotometrica della camera prismatica che aveva un minor numero di elementi ottici di uno spettroscopio e mancava di fenditura. Per adattare ad un uso spettroscopico i cannocchiali di maggiori dimensioni, anteponendo un prisma all¿obbiettivo, fu necessario utilizzare prismi con modesto angolo rifrangente; per esempio Secchi utilizzò un prisma avente angolo rifrangente di 12° applicato ad un obbiettivo di 16 cm di apertura. Lo strumento in mostra nell¿Esposizione degli Strumenti, e che probabilmente proviene dalla Società Astronomica Italiana, fu realizzato dall¿ottico ed astronomo svizzero Emile Schaer (1862-1931) verosimilmente verso fine Ottocento-inizio Novecento. L¿obbiettivo è costituito da un doppietto di 10.5 cm di apertura e 135 cm di focale, montato su una ghiera metallica. La ghiera che ha diametro di 17.5 cm poggia su un sostegno metallico a U e si può fissare tramite sei viti al corpo della camera, il quale aveva una lunghezza pari alla focale dell¿obbiettivo. Sul bordo della ghiera sono fissate due alette, diametralmente opposte; ad esse è imperniato il cilindro metallico in cui è alloggiato il prisma che ha un diametro di 11.8 cm ed un angolo rifrangente di 21°. Il cilindro, di diametro 12.5 cm e larghezza 6 cm, reca la scritta E. SCHAER GENÈVE. Alla base del cilindro, nel piano perpendicolare al piano dei perni vi sono due viti diametralmente opposte che, insistendo sulla ghiera, permettono di regolare l¿inclinazione del prisma rispetto all¿obbiettivo. La dispersione della camera prismatica è di 55 Å/mm a 430 nanometri. Il prisma obbiettivo fu montato nel 1945 a lato del rifrattore Merz-Repsold e fu adattato alla ripresa fotografica con un dispositivo per allargare gli spettri in modo da facilitare le misure spettrofotometriche. A partire dalla metà degli anni Cinquanta il prisma obbiettivo venne utilizzato in un calibratore di lastre fotografiche.
Autore: Schaer, Emile (costruttore) (1862/1931)
Materia e tecnica: vetro; metallo
Categoria: astronomia
Peso: 3.3 cm
Collezione: Collezione storico-scientifica del Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera
Collocazione
Milano (MI), Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera
Riferimenti bibliografici
Tucci P. "I cieli da Brera: astronomia da Tolomeo a Balla", Milano 2000
Miotto, E./Tagliaferri, G./ Tucci, P. "La strumentazione nella storia dell'Osservatorio Astronomico di Brera", Milano 1989
Credits
Compilazione: Mattavelli, Marcella (2008)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/s6010-00028/
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