Donne dell'antichità classica

Pencz, Georg

Donne dell'antichità classica

Descrizione

Titolo proprio: Tamiris

Identificazione: Tamiri con la testa di Ciro

Autore: Pencz, Georg (1500-1550), incisore / inventore

Cronologia: ca. 1539

Oggetto: stampa smarginata

Soggetto: storia

Materia e tecnica: bulino

Misure: 76 mm x 118 mm (parte incisa)

Notizie storico-critiche: Landau sostiene che questa stampa, insieme a quelle dedicate rispettivamente a Medea (si veda l'esemplare presso i Musei Civici, inv. St. Mal. 540), Oenone (St. Mal. 541) e Procri (St. Mal. 542) costituisca una serie omogenea. Infatti si tratta di figure femminili dell'antichità classica, non molto conosciute oppure, come nel caso di Medea, ritratte con un'iconografia insolita. Il fine dell'artista in questa serie non è quello di fornire un insegnamento morale, attraverso la raffigurazione di un modello di virtù, quanto piuttosto quello di illustrare quattro nudi femminili in quattro diverse posizioni. Si tratta, secondo Landau, di un esercizio di virtuosismo stilistico, in cui Pencz dà prova delle abilità tecniche raggiunte. Nell'esemplare in esame la protagonista, Tamiri, è vista in piedi, parzialmente di spalle, mentre sta per infilare la testa di Ciro nel sacco. La rappresentazione è scevra da accenti drammatici, ma molto curata nel dosaggio delle luci che incidono le ombre ed esaltano le forme. Le stesse attenzioni per l'uso del chiaroscuro si ritrovano in un quadro dello stesso soggetto che Pencz dipinse due anni dopo (New York, Coll. privata; cfr. H. G Gmelin, Georg Pencz als Maler, in Münchener Jahrbuch der Bildende Kunst, 1966, pagg. 49-126, cat. n. 12). Zschelletzschky (H. Zschelletzschky, Die "Drei Gottlosen Maler" von Nürnberg, Leipzig 1975), seguita poi da Landau (1978) sostiene che la stampa sia influenzata dal famoso disegno di Mantegna raffigurante "Giuditta con la testa di Oloferne" (Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, inv. E 404), che Pencz ebbe modo di ammirare durante il suo soggiorno a Mantova. La struttura della scena è la stessa, la posizione dei personaggi è molto simile, l'atteggiamento della protagonista identico. Infine emerge l'ammirazione nella rappresentazione della corazza e delle armi del soldato romano, emerge l'ammirazione dell'artista per l'arte antiquaria.
Di questa incisione si conosce una copia anonima in controparte, di uguali dimensioni, ma scarsa qualità. Gli stati conosciuti sono due. L'esemplare in esame è un secondo stato.

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia

Credits

Compilazione: Aldovini, Laura (2013)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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