Iconografia Sabauda ovvero Raccolta di Ritratti. Principi dell'Augusta Famiglia dei reali di Sardegna con tavole sinottiche di storia e cronologia. Opera dell'Avvocato Modesto Paroletti
Gonin, Guido; Festa, Demetrio
Descrizione
Titolo proprio: Amedeo VIII
Autore: Gonin, Guido (notizie sec. XIX), disegnatore; Festa, Demetrio (Attivo prima metà XIX secolo a Torino), litografo
Cronologia: 1831
Oggetto: stampa
Soggetto: ritratto
Materia e tecnica: litografia
Misure: 150 mm x 235 mm (parte figurata); 168 mm x 266 mm (impronta)
Notizie storico-critiche: Amedeo VIII di Savoia, detto il Pacifico (Chambéry, 4 settembre 1383 - Ripaille, 6 gennaio 1451), fu Conte e poi Duca di Savoia, Principe di Piemonte e di Acaia, Conte d'Aosta, Ginevra, Moriana e Nizza, fino al 1440.
Dal 1439 al 1449 fu l'ultimo antipapa, con il nome di Felice V.
Figlio di Amedeo VII di Savoia (detto "il Conte Rosso") e di Bona di Berry, perse il padre nel 1391 nel corso di una caccia al cinghiale, anche se vi furono dubbi circa un possibile avvelenamento, tant'è che il padre morì maledicendo fantomatici assassini che era convinto di vedere.
L'infanzia tormentata di Amedeo VIII venne caratterizzata anche da una grave forma di strabismo e di balbuzie, rivelando presto un carattere introverso e schivo. Affezionatosi alla nonna Bona di Borbone, essa venne presto allontanata per gli intrighi di palazzo ed egli si ritrovò circondato dai nobili della corte piemontese che costrinsero pure la madre Bona di Berry a risposarsi in Borgogna senza più rivedere il figlio; quindi presero il sopravvento gli aderenti al partito borgognone di Filippo II l'Ardito, il quale impose il matrimonio dell'adolescente con la figlia Maria. Dichiarato maggiorenne e quindi adatto a governare, in occasione del matrimonio, Amedeo VIII iniziò ad occuparsi delle faccende dello stato soltanto dopo il 1400.
In politica Amedeo dimostrò presto una grande prudenza e flemma che gli valsero il soprannome di Pacifico. Dopo aver sostenuto i cugini d'Acaja-Piemonte contro i marchesi del Monferrato, egli ottenne la titolarità della città di Domodossola, ove gli abitanti scontenti del regime visconteo si erano ribellati apertamente. Riuscì poi ad ottenere dall'imperatore Sigismondo la trasformazione della contea in ducato nel 1416, evento salutato nel paese con grandi feste. Nel 1430 promulgò gli Statuta Sabaudiæ, un corpus che raccoglieva le leggi degli stati da lui retti. Negli Statuta si trovano anche le prime disposizioni contro i giudei nei territori della Savoia.
Eppure, Amedeo era stanco della politica e delle difficoltà che essa comportava: dopo aver portato il ducato ad una grande floridità, decise di abbandonare tutto e si ritirò nel castello di Ripaglia che divenne una sorta di eremo e che ospitò anche un priorato da lui stesso finanziato. Sotto il suo regno fu fondata l'Università di Torino, auspice il principe Ludovico di Savoia-Acaia (1408).
Nell'autunno del 1434 Amedeo VIII si ritirò nel castello di Ripaille, accompagnato dalla corte e dai più fidati cavalieri scelti fra coloro che, secondo la regola dell'Ordine Mauriziano, si distinsero per meriti onorevoli; tra di loro figurarono Henri de Columbier, Claude de Saix, François de Bussy e Louis de Chevelu.[1]
La carriera di Amedeo VIII sembrava essere destinata a terminare con la sua rinuncia al potere a favore del figlio Ludovico, eppure il suo nome tornò alla ribalta quando i padri conciliari si riunirono a Basilea. Le controversie tra i prelati che tacciavano papa Eugenio IV di simonia ed eresia erano talmente accese da portare alla deposizione del pontefice; il concilio venne quindi diviso: a Ferrara si riunì il pontefice con alcuni cardinali di sua fiducia, mentre a Basilea rimasero molti vescovi e cardinali che dichiararono il papa deposto il 24 maggio 1438, procedendo all'elezione di un nuovo pontefice. La tiara fu offerta proprio ad Amedeo VIII che in quei tempi risiedeva ancora nel castello di Ripaglia, sul Lago Lemano. Il duca non voleva diventare papa, non si considerava un religioso e non s'intendeva di teologia. Tuttavia le proposte dei padri conciliari furono tanto adulatorie e petulanti che Amedeo si vide costretto ad accettare il prestigioso incarico: fu quindi eletto papa il 5 novembre 1439 e assunse il nome di Felice V.
Il popolo, che lo considerava da sempre un saggio, iniziò a deriderlo, burlandosi dei suoi abiti pontificali[senza fonte]. In realtà egli non si recò mai a Roma al soglio pontificio: restò tra la Svizzera e la Savoia concedendo raramente udienze e conducendo una vita ritirata. Quando morì papa Eugenio IV e gli succedette Niccolò V, egli cedette alle richieste del nuovo pontefice romano di abbandonare la tiara e lo scisma terminò il 7 aprile 1449 quando Amedeo si dimise spontaneamente «per favorire l'unità dei cristiani»; il 23 aprile successivo ottenne in cambio il titolo cardinalizio della sede suburbicaria di Sabina e la carica di decano del collegio cardinalizio. Felice V può essere considerato l'ultimo antipapa nella storia della Chiesa cattolica.
In seguito all'abdicazione da antipapa, Amedeo VIII continuò ancora, come già faceva in precedenza, a consigliare il figlio Ludovico in politica e morì a Ripaglia in odore di santità il 6 gennaio 1451. Fu sepolto nello stesso territorio dell'abbazia; circa un secolo dopo le sue ceneri furono trasferite a Torino insieme a quelle di Amedeo VII e tumulate nella Cappella della Sindone del duomo.
Collocazione
Milano (MI), Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento
Credits
Compilazione: Foglia, Patrizia (2017)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/I0190-00026/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).