Sacrificio
D'Arco Carlo; Lanzani Antonio
Descrizione
Autore: D'Arco Carlo (1799/ 1872), disegnatore; Lanzani Antonio (1805/ notizie 1820-1840), incisore
Cronologia: post 1830
Oggetto: stampa
Soggetto: archeologia
Materia e tecnica: acquatinta
Misure: 212 mm x 137 mm (Parte incisa)
Notizie storico-critiche: La stampa fa parte di un gruppo di cinquantatre acquatinte non più in volume riferite all'opera in tre volumi "Museo della Reale Accademia di Mantova" a cura dell'archeologo bresciano Giovanni Labus, edita a Mantova da Carlo D'Arco e dai Fratelli Negretti (stampa Tip. Virgiliana L. Caranenti, Mantova 1830, vol. I; tipografia di Omobono Manini di Milano, 1833 vol. II; 1834 vol. III . Il I vol. é senza autore). Il confronto con i volumi conservati nella Biblioteca Comunale di Mantova porta a riferire le stampe in esame alle uscite del 1830 (I volume), del 1833 (II volume) e del 1834 (III volume): ci sembra da escludere, invece, la loro appartenenza all'edizione del 1837 (stessi editori, stampa O. Manini di Milano, 3 v.), caratterizzata da acquatinte con un fondo particolarmente scuro, diverso da quello dei fogli del nostro gruppo.
I disegni forniti per la pubblicazione furono eseguiti dal conte Carlo D'arco, grande estimatore del valore storico-artistico della raccolta antiquaria costituitasi in seno all'Accademia di Pittura, Scultura ed Architettura nel cosiddetto Palazzo degli Studi a partire dalla seconda metà del secolo XVIII. D'Arco sarà anche convinto promotore della nascita del Museo Patrio o Civico di Mantova, che verrà inaugurato nel 1852 nella sale del Palazzo Accademico; le sorti del Museo Antiquario collocato nel Palazzo degli Studi, ceduto in proprietà dal governo al Comune di Mantova nel 1880, saranno le stesse del Museo Patrio: dopo la convenzione del 1915 tra Stato e Comune, infatti, entrambe le raccolte troveranno collocazione in Palazzo Ducale, dove tuttora gran parte dei pezzi qui illustrati si trovano.
L'acquatinta rappresenta il fianco di sinistra e il fianco di destra di un sarcofago antico: il primo con due offerenti e un "giovane camillo" (Levi 1931, p. 87), il secondo con la figura di un vittimario e un toro da questi condotto al sacrificio. Levi definisce queste due parti e le altre componenti il sarcofago esempio di arte provinciale.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/M0230-00080/
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