DUCATO / DI / MANTOVA
Magini Giovanni Antonio
Descrizione
Identificazione: DUCATO DI MANTOVA
Autore: Magini Giovanni Antonio (1555/ 1617), inventore
Cronologia: ca. 1640 - ca. 1662
Oggetto: stampa colorata a mano
Soggetto: cartografia
Materia e tecnica: calcografia; acquerello
Misure: 500 mm x 380 mm (Parte incisa)
Notizie storico-critiche: La carta, incisione in rame raffigurante il territorio del Ducato di Mantova, è corredata da due cornici decorative colorate: la prima, in alto a destra, caratterizzata da oggetti di varia natura e da due volatili posati ai lati, reca il titolo "DVCATO / DI / MANTOVA"; la seconda, nell'angolo inferiore destro, riporta l'immagine di una donna - forse la figurazione allegorica della Geografia - e include la scala di riferimento. L'uso del colore contraddistingue i confini territoriali del ducato e degli stati vicini.
La carta è una derivazione diretta di quella pubblicata circa dieci anni prima nell' "Appendix" di Willem Blaeu, padre di Johan (cfr. raccolta Sammartini n. inv. 04211370, benchè riferita a un'edizione successiva alla prima). Il modello viene qui variato solamente negli elementi decorativi e nella scala.
Pubblicata ad Amsterdam, la carta compare sia nel "Theatre du Monde, ou Nouvel Atlas [...]" edito dai fratelli Johan e Cornelis Blaeu nel 1640 - opera corredata da sessantadue carte, della quale si conoscono numerose edizioni in varie lingue - sia nell' "Atlas Maior, sive Cosmographia Blaviana, [...]", pubblicata dai medesimi editori dal 1662 in undici volumi distinti in più libri, corredati da 593 carte (quella di Mantova si trova a pagina 51 dell'VIII volume, pubblicato nel 1662): anche di quest'ultima impresa editoriale si conoscono edizioni in più lingue (olandese nel 1664, francese nel 1663 e nel 1667, spagnola nel 1668-1672).
Sul retro del foglio è stampato un testo in latino intitolato "Mantva, / DVCATVS.": le pagine sono numerate "51" e "52". Tali elementi portano a supporre che la carta appartenga alla prima edizione, in lingua latina appunto, della seconda opera citata e sia pertanto databile al 1662.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/M0230-00375/
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