Abito in lana scozzese
Lucy
Descrizione
Titolo parallelo: Costume de cheviotte
Identificazione: Figura femminile
Autore: Lucy, disegnatore
Ambito culturale: ambito francese
Cronologia: ca. 1909
Oggetto: stampa a colori
Materia e tecnica: acquaforte
Misure: 170 mm x 310 mm (Parte figurata)
Notizie storico-critiche: Descrizione dell'abito: tailleur composto da tre pezzi: giacca, gonna e camicia. Il tailleur di tessuto scozzese color verde "edera" mostra un capospalla di linea dritta a tre quarti, con collo a doppio revers, aperto davanti a V, maniche aderenti, abbottonatura anteriore fissata da fiocco sotto il seno. La gonna lunga è a teli leggermente drappeggiati. Camicia bianco con collo alto. Un motivo a pois corre sui revers e sui polsini della giacca. Il modello è completato dagli accessori: una cravatta di seta nera, un ampio cappello con falde decorate in parte di pelliccia, una borsetta dorata con manico a lunga catenella.
Confronti: il modello è colto di lato a destra. Figura a tratto sottile con interventi neri. Il disegno è a tratto accademico, benché stilizzato nella delineazione della figura, lo sfondo è acquerellato. Si tratta di uno stile pertinente alle illustrazioni di moda di primo Novecento: la silhouette s'assottiglia, decorazioni e accessori si semplificano, la linea di contorno del figurino appare maggiormente articolata tra un segno sottile e un altro più spesso. La causa principale dell'evoluzione dell'iconografia relativa all'illustrazione di moda va ricercata nella storia del costume, che fra l'Ottocento e il Novecento illustra i radicali cambiamenti di comportamento nello spazio femminile. Infatti il primo decennio del XX secolo evidenzia l'anelito ad un abito riformato, igienico, comodo, che segua la linea naturale del corpo. Il "vestito estetico o riformato" - razionale - è vicino alle ricerche della medicina e dell'igiene, promosse nella città di Londra e in altre capitali europee della metà del secolo XIX, diversamente da quanto accade, nel medesimo giro di anni, a Parigi, città pur sempre legata alla tradizione d'élite. Parigi risente di un tale clima alternativo, soltanto grazie alle iniziative di Paul Poiret nel primo decennio del secolo successivo. Gli avvenimenti in merito sono episodici nell'Ottocento, ma diventano, in progressione, legati al mondo della moda tout court [Morini, 2000, pp 129].
Il disegno del figurino in oggetto anticipa le innovazioni apportate all'illustrazione di moda da Paul Iribe e Georges Villemont per Poiret, in la "Gazette de Bon Ton" dal 1912 al 1925 [Morini, 2000, pp. 151].
Poiret è stato tra i couturier più significativi a costruire un rapporto dell'arte con la moda mediante la rivista appena citata. I colori del figurino in analisi hanno ancora tonalità pastello con chiaroscuro appena accennato, così come accadeva alle illustrazioni di fine Ottocento, mentre le immagini della "Gazette" evidenzieranno qualche anno più tardi, colori stesi a piatto, secondo il metodo di stampa a "pochoir": si tratta della determinazione d'illustrazioni di moda con pittura a gouache e stampini di metallo, che consentano una riproduzione del colore ad alta qualità e privo di sfumature.
L'effetto ottenuto da una tecnica a stampa simile è alquanto innaturale, benché assai accattivante alla vista.
Permangono alcune relazioni tra il figurino in osservazione e il complesso delle immagini della "Gazette": il punto di vista è colto di profilo, secondo la migliore resa d'osservazione del capo da pubblicizzare; la donna guarda verso destra, come se si rivolgesse al futuro, in direzione di un mondo che, dopo lotte e ribellioni, la vedrà indossare addirittura i pantaloni e la coglierà integrata nella società grazie al diritto di voto. Tale iniziativa è rilevabile da alcuni accorgimenti significativi desunti dalla lettura dell'abito: il tessuto è maschile, di lana di Scozia, "cheviotte", color edera, "lierre", i revers della giacca mostrano il motivo semplice di pois; la cravatta di seta nera dà un tono elegante ed emancipato alla signora.
Nella proposta di moda, sono eliminati i dettagli ridondanti, ed evidenti nelle illustrazioni di moda del secolo XIX.
La proposta novecentesca dedica molta attenzione agli accessori: un maestoso cappello nero con pelliccia protegge la donna dal sole invernale
Collocazione
Mazzano (BS), Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli. Musei Mazzucchelli
Credits
Compilazione: Braga, Marina (2007)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/MZ010-00009/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).