Novo Teatro di machine et edificii
Descrizione
Titolo proprio: Pistrino prello overo strettoio per far il vino
Identificazione: Torchio
Cronologia: post 1656
Oggetto: stampa
Soggetto: oggetti e strumenti
Materia e tecnica: bulino
Misure: 243 mm x 155 mm (parte figurata); 247 mm x 156 mm (parte incisa)
Notizie storico-critiche: L'incisione è stata rinvenuta corredata da una scheda descrittiva manoscritta con i seguenti dati. "Tecnica - incisione su rame al bulino/ epoca XVII sec./ autore Vittorio Zonca di Padova Architetto/ opera Novo Teatro di Machne et Edificii-/ osservazioni ottimo stato di conservazione - Padova 1656-"
L'esemplare in esame proviene dal volume di Vittorio Zonca "Novo Teatro/ di Machine et Edificii/ Per varie et sicure operationi/ con le loro figure tagliate in rame/ et la dichiarazione, e dimostrazione/ di ciascuna. Opera necessaria ad Architetti, et a quelli,/ che di tale studio si dilettano. /Al Ill.mo Sig.re et Prone(Patrone) mio Col.mo Il. Sig.r/ NICOLÃ" de LAZARA Conte del Priorato di San/GIO BATTISTA del PALÚ Gentl'Huomo/Ordinario Della Camera Della Maestà /Christianissima." stampato a Padova, presso Francesco Bertelli, nel 1621. L'opera è illustrata con incisioni di Francesco Valesio e Benjamin Wright.
L'opera comprende un bel frontespizio architettonico con le armi del dedicatario dell'opera e 42 tavole a piena pagina.
La prima edizione è dedicata dall'editore a Rainuccio Gambara, di uno dei grandi classici tra i libri di macchine del tardo Rinascimento italiano. Insieme al Branca, al Ramelli, al Veranzio, al Biringuccio, al Cardano, Zonca rappresenta uno degli esponenti di spicco di quella che da A.P. Usher (A History of Mechanical Inventions, New York, 1929) è stata definita la "scuola degli ingegneri italiani", tutti in qualche modo debitori, direttamente o indirettamente, dell'opera di Leonardo. Con essi lo Zonca condivide la superba qualità e la quantità copiosa delle figure, lo scopo pratico di informare artigiani e ingegneri dello sviluppo delle nuove tecnologie, la ricerca di nuove sorgenti di energia e, non da ultimo, il desiderio filantropico di alleggerire e semplificare il lavoro umano.
Tutte le macchine sono illustrate e descritte minuziosamente. Di particolare interesse sono quelle che riguardano la lavorazione delle seta e degli altri tessuti e quelle che riguardano la stampa. L'opera include anche la prima rappresentazione conosciuta di un follone, ossia della macchina utilizzata per la follatura di feltri e tessuti, che talvolta veniva utilizzata come una sorta di lavatrice ante litteram del villaggio (cfr. U. Forti, Storia della tecnica dal Medioevo al Rinascimento, Firenze, 1957, pp. 154-155).
Della figura a pagina 94 (Cartiera overo pistogio che pesta le strazze per far la carta) D. Hunter (Papermaking through eighteen centuries, New York, 1930, p. 167) dice essere "the first illustration of a stamping mill".
Di interesse culinario invece la tavola intitolata Machina da voltar spiedi per cuocer vivande (cfr. Arte della cucina e alimentazione nelle opere a stampa della Biblioteca Nazionale Marciana dal XV al XIX secolo, Roma, 1987, p. 285, nr. 1714).
Alcune figure riportano il monogramma FV, che sta per Francesco Valesio, altre il monogramma Ben W sc, ossia Benjamin Wright, altre ancora un non identificato AH o AHI o AI (cfr. G.K. Nagler, Die Monogrammisten, II, nr. 2535 e I, nr. 1792).
Poco si sa della vita dello Zonca, architetto ed ingegnere padovano (cfr. G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, Padova, 1836, II, p. 454).
L'editore, Pietro Bertelli, era attivo in Veneto in quegl'anni sia come tipografo che come incisore (cfr. Bénézit, I 689). L'opera godette di grande fortuna, venendo ristampata per ben 4 volte nella prima metà del XVII secolo.
Sul retro della pagina è lo scritto corrispondente alla descrizione del funzionamento del torchio.
Collocazione
Mazzano (BS), Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli. Musei Mazzucchelli
Credits
Compilazione: Simonetto, Roberta (2005)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/MZ020-00191/
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