Commentarii in libros sex Pedacii Dioscoridis
Descrizione
Titolo proprio: Vite silvestre
Titolo parallelo: Vitis Sylvestris
Identificazione: Vite silvestre
Cronologia: post 1583
Oggetto: stampa colorata a mano
Soggetto: vegetali
Materia e tecnica: silografia
Misure: 153 mm x 216 mm (parte incisa)
Notizie storico-critiche: L'incisione proviene dalla pubblicazione di Pier Andrea Mattioli "Commentarii in libros sex Pedacii Dioscoridis Anazarbei de Medica materia, ab ipso autore recogniti, et locis plus mille aucti. Adiectis magnis, ac novis plantarum, ac animalium Iconibus, supra priores editiones longé pluribus, ad vinum delineatis" stampata a Venezia da Felice Valgrisi nel 1583. La pubblicazione è riccamente illustrata da xilografie di Giorgio Liberale e Wolgang Meyerpeck. Le incisioni botaniche apparvero per la prima volta nell'Herbar del 1562 e quindi nel New Kreuterbuch del 1563, entrambi stampati a Praga. Nelle edizioni di Valgrisi furono inserite delle incisioni zoologiche e scene di genere, tra le quali un certo numero di piante. 250 matrici lignee conservate fino ad oggi furono riutilizzate nel XVIII secolo da Duhamel du Monceau per illustrare il suo "Trattato degli alberi e degli arbusti" (1755).
L'edizione del 1583 comprende anche "De ratione distillandi aquas ex omnibus plantis" pure illustrato.
I "Commentarii" furono composti da Pietro Andrea Mattioli come commento su un testo greco di Dioscoride del primo secolo d.C.
I "Commentarii" furono stampati per la prima volta a Venezia nel 1554. Da allora seguirono più di quaranta edizioni in lingue diverse.
Pietro Andrea Mattioli (Siena 1500 - Trento 1577) è un importante studioso di botanica medica, riesce a concentrare nei Commentarii al Dioscoride tutte le cognizioni erboristiche del suo tempo, portando il numero delle piante descritte da Dioscoride da 600 a 1200 e dando di ognuna la descrizione, la storia e l'indicazione degli usi e delle virtù medicinali. Sempre tenendo conto degli insegnamenti degli antichi autori, inserisce le nuove piante importate dall'Oriente a dalle Americhe e tiene in buona considerazione anche tutte le tradizioni popolari e le farmacopee del suo tempo. L'aspetto fitografico delle iconografie, curato dai migliori incisori di scuola italiana e tedesca (Liberale e Meyerbeck) è preciso e utile al riconoscimento delle piante. I "Discorsi" avranno molte edizioni e saranno tradotte in italiano, francese, tedesco e boemo. Nel campo della medicina viene ricordato per aver suggerito l'uso del mercurio nella cura della sifilide nel De morbi gallici curandi ratione. Tra le opere principali: Compendium de plantis omnibus... (1574). De plantis epitome (1586).
Collocazione
Mazzano (BS), Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli. Musei Mazzucchelli
Credits
Compilazione: Simonetto, Roberta (2005)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/MZ020-00195/
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