Casino de' Quattro Venti
Werner, Carlo; Amici, Domenico
Descrizione
Identificazione: Battaglia del Casino dei Quattro Venti
Autore: Werner, Carlo (1808- 1894), disegnatore; Amici, Domenico (1808 - 1871 post), incisore
Cronologia: 1858
Oggetto: stampa
Soggetto: storia
Materia e tecnica: acquaforte; bulino
Misure: 240 mm x 225 mm (parte figurata)
Notizie storico-critiche: Nella stampa sono indicati il nome del disegnatore (Werner) e dell'incisore (Amici). Raffigura la battaglia del Casino dei Quattro Venti.
ll 15 maggio 1849 la storia della Repubblica Romana sembrava essere giunta ad una svolta: era stata raggiunta quella che sembrava una vittoria della diplomazia di Mazzini ovvero una tregua d'armi di 20 giorni con i francesi. Il re francese Luigi Napoleone, pensandolo diversamente, inviò il 29 maggio due dispacci, uno al generale Oudinot per ordinargli di procedere all'assalto di Roma e l'altro a Lesseps, intimandogli di tornare in Francia. Oudinot annunciò la ripresa dei combattimenti per lunedì 4 giugno. Il generale, però, non fu di parola. Con un'azione che venne considerata un vero e proprio tradimento, nella notte tra il 2 e il 3 giugno due colonne francesi sorpresero nel sonno i difensori e si impadronirono delle ville Pamphili, Corsini e Valentini, tutte posizioni strategiche di grande importanza. Garibaldi, ancora sofferente per la caduta di Velletri, accorse sul Gianicolo la mattina del 3. Al suo seguito la legione italiana e i bersaglieri lombardi, che per tutta la giornata tentarono di recuperare le posizioni perdute, nonostante la loro incredibile inferiorità numerica. Particolarmente cruenti furono gli assalti a villa Corsini, conosciuta anche come il Casino dei Quattro Venti, riconquistata e persa più volte. Durante un attacco dei lancieri morirono il generale Masina, vari soldati, il portabandiera Pier Antonio Zamboni, il tenente aiutante Pietro Scalcerle e numerosi ufficiali del Galletti. Poco dopo fu la volta dei legionari guidati da Nino Bixio, che rimase gravemente ferito. In uno degli assalti riportò ferite mortali Francesco Daverio, capo dello stato maggiore della legione. Tra le 8 e le 9 del mattino intervennero i bersaglieri lombardi di Luciano Manara, subendo enormi perdite. Quel giorno Goffredo Mameli riportò la ferita al ginocchio che lo portò alla morte.
Nel 1858 Domenico Amici tradusse in dodici rami, conservati nel Museo della Calcografia di Roma, una serie di acquarelli di Carlo Werner figuranti le rovine di Porta San Pancrazio dopo la difesa di Roma del 1849 ("Vedute dell'assedio di Roma nel 1849", dodici lastre ad acquaforte).
Collocazione
Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Museo dell'Ottocento
Credits
Compilazione: Fracassetti, Lisa (2012); Malenza, Sarah (2012)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/S0230-00090/
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