Ricordo dei Reali d'Italia - 30 luglio MCM
ambito italiano
Descrizione
Identificazione: Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena
Ambito culturale: ambito italiano
Cronologia: 1900
Oggetto: cartolina
Soggetto: ritratto
Materia e tecnica: cartoncino / collotipia
Misure: 13.6 cm x 8.8 cm
Notizie storico-critiche: Casa Macchi custodisce un archivio di famiglia molto ricco e interessante, composto da fotografie, lettere, diari, quaderni di scuola, cartoline, documenti notarili, atti di compravendita, certificati di famiglia, licenze di caccia, documenti di lavoro e molto altro, che vanno dal XIX secolo fino agli anni '70 del Novecento.
L’archivio permette di ricostruire le storie di una famiglia tra Otto e Novecento, della casa e dei suoi protagonisti, i loro hobbies, gli affetti, il lavoro, le tappe della loro vita.
Una parte dell’archivio è costituita da un gruppo di cartoline che risalgono ai primi del Novecento, tra cui un affettuoso carteggio tra genitori e figli, spesso a studiare lontano da casa, in collegio. Le immagini delle cartoline restituiscono lo spirito dell’epoca, con i personaggi in voga, come quelle dedicate ai membri della famiglia reale o a Giuseppe Verdi, le mete turistiche, gli eventi importanti o anche solo con delle vignette umoristiche.
Vittorio Emanuele III di Savoia (Napoli, 11 novembre 1869 â€" Alessandria d'Egitto, 28 dicembre 1947) è stato Re d'Italia (dal 1900 al 1946), Imperatore d'Etiopia (dal 1936 al 1943), Primo Maresciallo dell'Impero (dal 4 aprile 1938) e Re d'Albania (dal 1939 al 1943). Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II, il quale rimase in carica per poco più di un mese.
Elena del Montenegro, principessa del Montenegro (Cettigne, 8 gennaio 1873 â€" Montpellier, 28 novembre 1952), fu moglie di re Vittorio Emanuele III di Savoia e Regina consorte d'Italia fino al 9 maggio 1946, giorno dell'abdicazione al trono del marito.
Cartolina tratta da una foto di Italo Pacchioni.
Italo Pacchioni (Mirandola, 29 marzo 1872 â€" Milano, 11 luglio 1940) è stato un fotografo italiano, pioniere del cinema in terra italiana, inventore di una macchina da presa e proiezione del tutto simile al cinématographe di Auguste e Louis Lumière.
Italo Pacchioni nacque nel 1872 a Mirandola, al civico 55 dell'isolato del Castello dei Pico.
Sulla storia di Italo Pacchioni esistono fonti scarse e contraddittorie a partire dalla data di inizio della sua attività di fotografo; la rivista Cinema, 25 maggio '42 ci dice che il Pacchioni possedeva uno studio fotografico a Milano già nel 1891, mentre nella recente pubblicazione della Fondazione Cineteca Italiana, "Moltiplicare l'istante" (2007) gli autori propongono il 1893. Altre fonti ci dicono che in questi anni esercitava la stessa professione a Mirandola.
Sappiamo però, attraverso la sua invenzione conservata al Museo del Cinema della Fondazione Cineteca Italiana a Milano, che il Pacchioni era uomo di cultura tecnica più che artistica, dotato di un acuto spirito di osservazione. Nel 1896 fu testimone a Parigi delle prime proiezioni pubbliche e, tentato invano di accaparrarsi un modello da portare a casa, si annotò o memorizzò il funzionamento dettagliato del cinématographe dei Lumière con anche un po' di materiale che in Italia sarebbe stato irreperibile. Con l'aiuto del fratello Enrico e di un meccanico di cui ci è giunto solo il cognome, Veronelli, assemblò la macchina da presa e proiezione di cui si è detto.
Se la forma della macchina era del tutto uguale, anche come dimensioni, al cinématographe, il funzionamento differiva in alcuni punti: l'illuminazione era ottenuta mediante un saturatore ossieterico, con l'ossigeno contenuto e rilasciato gradualmente da una sacca a forma di mantice; c'era anche un tentativo di stereoscopia, ottenuto attraverso il passaggio di due pellicole l'una vicino all'altra; l'ottica e qualche altro pezzo provenivano da Parigi, il resto era esclusiva del Pacchioni. Sempre dalla rivista Cinema del '42 sappiamo che la difficoltà più grande affrontata da Pacchioni e compagni fu far corrispondere la pellicola alle griffe della macchina copiata, difficoltà superata praticando manualmente le perforazioni sulla striscia fotografica.
Dopo la prima proiezione eseguita il 31 ottobre 1896 a Mirandola, Italo Pacchioni girò l'Italia con la sua invenzione e propose spettacoli di 45 minuti, a differenza di quelli dei Lumière di durata non superiore ai 25: 10, 15 a volte anche 20 film a seconda della quantità del pubblico pagante. Il sonoro era costituito da gruppi musicali improvvisati, non c'erano didascalie e, all'occorrenza, i titoli venivano urlati dalla cabina di proiezione.
Il pioniere abbandonò ogni attività cinematografica nel 1902. Aprì poi uno studio fotografico a Milano, e quindi altri due, uno a Busto Arsizio e uno ad Abbiategrasso.
Morì a Milano nel 1940 e venne sepolto al Cimitero Maggiore di Milano.
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