Vado a prendere la fortezza di Alessandria

ambito lombardo

Vado a prendere la fortezza di Alessandria

Descrizione

Identificazione: Satira antiaustriaca

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: ca. 1849 - ca. 1874

Oggetto: stampa

Soggetto: satirico e grottesco

Materia e tecnica: Cromolitografia

Misure: 204 mm x 293 mm

Notizie storico-critiche: L'immagine satirica mostra il Feldmaresciallo Radetzky a cavallo di un gambero partire all'attacco della fortezza di Alessandria sede del Quartier Generale del Capo di Stato Maggiore delle truppe piemontesi Alessandro La Marmora. L'attacco ebbe inizio in seguito alla rottura dell'armistizio tra Piemonte e Austria, voluto da Carlo Alberto nel marzo del 1849. Lo scontro porterà poi alla catastrofica sconfitta di Novara e all'abdicazione di Carlo Alberto. Il tono satirico fa pensare che la stampa vada datata prima di tale battaglia (23 marzo 1849).
RADETZKY Johann Joseph Franz Karl, conte di Radetz (Trebnice, Boemia, 1766 - Milano 1858) fu feldmaresciallo austriaco. Nel 1784 entrò come cadetto nell'esercito imperiale austriaco, dove condusse una brillante e rapida carriera. Dopo essersi distinto nella campagna contro i Turchi del 1788-1789, negli anni successivi prese parte alle campagne contro la Francia rivoluzionaria e napoleonica, operando nelle battaglie sul suolo italiano. Caduto Napoleone, Radetzky, che dal novembre 1814 aveva anche preso parte ai lavori del congresso di Vienna come esperto militare, fu nominato comandante delle truppe imperiali nel Regno lombardo-veneto, prevedendo la possibilità di una guerra con il Piemonte, procedette al rafforzamento delle posizioni del Quadrilatero.
La sua personalità gli permise inoltre di esercitare una profonda influenza anche sul piano politico, dove si mostrò ostile al movimento nazionale italiano, sostenendo la necessità di una politica repressiva, approvata dagli ufficiali del suo stato maggiore e dalle autorità di polizia di Milano e Venezia. L'insurrezione delle Cinque giornate nel marzo costrinse Radetzky a ordinare il 22 marzo l'evacuazione di Milano e ad effettuare una difficile ritirata attraverso la Lombardia. Il successo della manovra e l'arrivo di grossi rinforzi dall'Austria crearono le premesse per il successivo ritorno offensivo delle truppe imperiali, culminato nella battaglia di Custoza (25 luglio 1848).
Il Radetzky diede pochi mesi dopo una nuova prova delle sue elevate capacità militari: ripresa la guerra nel marzo 1849, egli riuscì infatti a battere nuovamente le truppe sarde a Novara (23 marzo), imponendo l'armistizio, sulla base degli accordi presi nel colloquio con Vittorio Emanuele II avvenuto, in cui Radetzky dimostrò una certa moderazione.
Nominato governatore generale del Lombardo-Veneto e comandante della 2ª armata, il vecchio feldmaresciallo esercitò fino al 1857 uno stretto controllo politico-militare su circa un terzo del territorio italiano, sottoponendo in particolare il Lombardo-Veneto a un pesante regime militare. Mentre in Austria Radetzky fu ed è considerato un eroe nazionale e uno dei massimi condottieri di ogni tempo, in Italia la stampa risorgimentale lo presentò chiaramente sempre sotto una luce negativa.

Collocazione

Mantova (MN), Museo della Città

Credits

Compilazione: Roncaia, Mariangela (1997)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2006)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).