Maschere d'Italia
Società Ceramica Italiana Laveno; Arioli Angelo; Fini Leonora; Andlovitz Guido
Descrizione
Identificazione: Arlecchino/ Pulcinella/ Rosaura/ Balanzone/ Busti di gatti
Autore: Società Ceramica Italiana Laveno (1856/ 1965); Arioli Angelo (1892/ 1971), incisore; Fini Leonora (1908/ 1996), disegnatrice; Andlovitz Guido (1900/ 1971), disegnatore
Cronologia: post 1925 - ante 1949
Oggetto: matrice
Soggetto: satirico e grottesco
Materia e tecnica: bulino; rame
Misure: 360 mm x 450 mm
Notizie storico-critiche: Si tratta di una matrice in rame appartenente a una serie con decori illustranti le "Maschere italianie" per un servizio da tavola e alcuni posacenere (disegni di Guido Andolvitz incisi dal lavenese Angelo Arioli) prodotti dalla Società Ceramica Italiana di Laveno. Nella matrice in esame sono presenti, oltre a quattro maschere per la decorazione di posaceneri, anche numerosi busti di gatti per un servizio da tavola e da thè-caffè con disegni di Leonor Fini incisi presumibilmente ancora da Angelo Arioli. Per la nota pittrice triestina Leonor Fini il gatto è sinonimo di spirito interrogativo, di acutezza sensoriale, di desideri inconfessabili e alla fine immagine autobiografica antropomorfa. Già nel quadro "La Vie Idéale" (1950) i sei gatti ritratti che attorniano la figura femminile, probabilmente la pittrice stessa, la venerano intriganti. Con gli anni Â'70 sostituiscedefinitivamente i soggetti umani con i felini. Le prime manifatture a utilizzare la decorazione a stampa mediante una lastra di metallo incisa furono le francesi e le inglesi; certamente la Wedgwood, la notissima fabbrica di terraglie e porcellane inglesi, fu tra le prime ad ottenere risultati importanti in questa tecnica. La tecnica fu importata in Italia intorno al 1820 e i primi tentativi pare si effettuassero presso ditte napoletane, finché l'allora ditta di ceramica Richard si impadronì del nuovo metodo raggiungendo alti livelli nella fabbrica di San Cristoforo a Milano. All'inizio la S. C. I. di Laveno ricorse alla già qualificata manodopera inglese, in seguito si affidò ai validissimi della Richard Ginori (Crippa, Brambilla, Artori). Valente incisore medaglista fu angelo Arioli di Laveno, che si occupò pure di incisione in rame. Infine venne Marco Costantini, pure di laveno, che lavorò per la ceramica locale dal 1934 al 1942 riproducendo soprattutto disegni di Andlovitz, Ruffoni e Antonia Campi, passando poi alle dirette dipendenze della ditta presso lo stabilimento Verbano fino al 1966.
Collocazione
Laveno-Mombello (VA), MIDeC - Museo Internazionale del Design Ceramico
Credits
Compilazione: Reggiori, Albino (1995); Sangermano, Nesta (1995); Sarzilla, Monica (1995)
Aggiornamento: Civai, Alessandra (2007); Cavagna Giacinta (2023)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/stampe/schede/XC010-00025/
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