Compreso in: Casa degli Atellani - complesso, Milano (MI)
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Casa degli Atellani
Milano (MI)
Indirizzo: Corso Magenta, 65 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Milano (MI)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: casa
Configurazione strutturale: Edificio costituito da fabbricati di età diversa, distribuiti a cortina su strada e attorno ad un cortile interno, porticato, con struttura portante in muratura per le porzioni di più antica edificazione e su pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature d'ambito e partizione interna in laterizio forato, con copertura a tetto.
Epoca di costruzione: 1919 - 1952
Autori: Portaluppi, Piero, progetto
Descrizione
L'edificio si trova al civico 65 di corso Magenta, all'altezza della chiesa di Santa Maria delle Grazie; nel particolare contesto storico emerge la Casa degli Atellani, della quale si leggono due distinte porzioni, derivazione delle vicende costruttive che hanno interessato l'immobile nel corso della prima metà del secolo scorso.
Sviluppato su una pianta a due corti, si eleva su tre piani nella parte quattrocentesca e su cinque in quella più moderna.
La facciata della porzione più antica presenta una tessitura in mattoni a vista con cornici marcapiano e un portale in pietra ad arco a tutto sesto terminante con un mensolone; ai lati si aprono due finestre incorniciate a tre lobi, raccordate al centro. Al piano superiore, intonacato, le finestre terminano con soprastante frontone.
Moderna nell'impostazione la facciata della porzione di edificio derivata dalla ricostruzione seguita ai bombardamenti dell'agosto 1943; su cinque piani, ha un rivestimento lapideo alla base e finitura superiore ad intonaco, con medaglioni sforzeschi inglobati. Alquanto articolate le aperture, che si connotano per una finestratura con doppie colonnine al secondo e terzo piano e cinque arcatelle all'ultimo livello.
Nel primo cortile interno, fanno mostra di sé i resti ricollocati dell'antica dimora: le finestre ogivali con cornice e davanzale in terracotta, colonne variamente elaborate con capitelli a foglia e diversi frammenti lapidei testimoniano dell'originaria ricca dotazione decorativa della casa. Il senso decorativo contemporaneo è dichiarato nei cancelli in ferro battuto con l'elaborato motivo dell'orifiamma, il giglio a tre punte qui orientato al gusto déco, nei lampioni, nelle finestre a triangolo polilobato aperte al secondo piano e nei decori in forme geometriche a graffito del cortile occidentale e del mosaico pavimentale della saletta dello zodiaco, disegnato dallo stesso architetto.
Altre e più diffuse soluzioni Portaluppi le applica agli arredi e alle decorazioni delle diverse sale della casa di Ettore Conti; emerge in particolare la pregevole biblioteca rivestita di boiseries di disegno seicentesco, con cariatidi ed uno stemma di Francesco II Sforza e Cristina di Danimarca nella cornice sopra il camino. Notevoli anche gli spazi del vestibolo con lo scalone d'onore e la sala da pranzo con poderose travature a soffitto accompagnate da pregevoli arredi di matrice eclettica.
Al piano superiore si trovano altri ragguardevoli ambienti: il grande salone di rappresentanza, suddiviso da una finta loggia con colonne ioniche, con un soffitto dalla intelaiatura arricchita da motivi geometrici e rosoni, e il pavimento a tarsie lignee; accanto a questo, due sale neo-settecentesche: il vestibolo ed il salone degli specchi nel quale lo spazio è decorato da un ricco apparato di stucchi e motivi ornamentali, manifestamente ricorrente nella cultura artistica degli anni Venti.
Notizie storiche
L'edificio sorge sul luogo dell'antico "Barcho Ducale", luogo che nel XV secolo ospitava le battute di caccia e gli svaghi di Ludovico il Moro.
Una porzione dell'ampia tenuta a nord del Castello Sforzesco verso la fine del Quattrocento fu scelta per la costruzione di un borgo residenziale destinato ai fedeli cortigiani del duca; fra gli altri, la nobile casata degli Atellani.
Quel borgo che si era consolidato nel tempo, fu ampiamente riformato nel 1823 dall'architetto Domenico Aspari, in particolare per quanto riguarda le facciate della porzione occidentale.
Nei primi anni Venti del secolo scorso è Piero Portaluppi a curare il restauro di due case, su incarico di Ettore Conti, proprietario degli immobili. In quella fase, Portaluppi mette in evidenza le tracce dell'antica dimora quattrocentesca: le originarie arcate aperte sul cortile, cinque per lato, su colonne ottagonali in serizzo arricchite di capitelli a foggia di scudo; le mensole, sempre di serizzo, che sorreggono lo sporto del primo piano. Ma è nella facciata su corso Magenta che l'intervento dell'architetto è sottolineato dal ricorso ad elementi compositivi dell'architettura lombarda del Quattrocento, al cui carattere concorre un approccio decorativo di impronta moderna.
A Portaluppi si deve l'apertura di un percorso porticato di collegamento tra le due corti della casa, originariamente non comunicanti trattandosi di proprietà distinte, e la riforma della cosiddetta Vigna di Leonardo, improntata da Portaluppi alle forme di un nuovo giardino prospettico arricchito di balaustre, palchetti, statue e anfore che inducono il visitare attraverso uno spazio illusoriamente profondo e mediato da scorci e angoli di verde.
Portaluppi riprende l'intervento su casa degli Atellani nel 1943 e nel primo dopoguerra per far fronte ai danneggiamenti provocati dai bombardamenti; conservando intatto lo spirito degli anni Venti, ne reinterpreta la cultura artistica unendo con collaudata sapienza parti orignali e ricostruzioni in stile.
Su indicazione della Soprintendenza ai monumenti il progetto redatto da Portaluppi è modificato con l'abbassamento della linea di gronda e con la chiusura di quattro vetrine per negozi delle sette previste su strada, sostituite da finestre per illuminare gli uffici con accesso dal cortile.
Uso attuale: porzione di fabbricato più antica: abitazione; porzione di fabbricato più recente: abitazione; porzione di fabbricato più recente: negozio
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Riferimenti bibliografici
Portaluppi P., Aedilitia, Milano-Roma 1924
Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, L'architettura del Novecento, Bologna 1980, pp. 145, 154
Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano, Milano 1985, p. 422
Patetta L., L'architettura del Quattrocento a Milano, Milano 1987, pp. 328-330
Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 78
Molinari L., Portaluppi. Linea errante nell'architettura del Novecento, Milano 2003, pp. 34-39
Fonti e Documenti
Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 74540/1960
Percorsi tematici:
- L'architettura e le sue fonti: il Novecento a Milano e in Lombardia
- Quattro passi per Milano. Memorie di una città che cambia
Collegamenti
- Descrizione archivistica: Casa Conti - Cà degli Atellani (1943 - 1952)
Unità compresa in: Pratiche edilizie (1928 - 1983). Conservatore: Comune di Milano. Archivio civico (Milano, MI).
Credits
Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00064/
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