Arengario

Milano (MI)

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Indirizzo: Piazza del Duomo (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio costituito da corpi simmetrici e contrapposti di forma rettangolare, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazione a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura a tetto a padiglione.

Epoca di costruzione: 1936 - 1956

Autori: Portaluppi, Piero, progetto; Griffini, Enrico Agostino, progetto; Magistretti, Pier Giulio, progetto; Muzio, Giovanni, progetto

Descrizione

Il palazzo dell'Arengario, edificato sul luogo dove si trovava la cosiddetta "manica lunga", appendice del Palazzo Reale demolita nel 1936 per attuare la sistemazione dell'area del Duomo, è costituito da due corpi di fabbrica che si affacciano alla piazza, determinando uno scenografico fondale, contrapposto all'arco della Galleria, attraverso il quale è aperto il passaggio sulla via Marconi e l'ingresso alla piazza Diaz.
L'edificio a sinistra, che costituiva il vero e proprio Arengario, ha un maggiore sviluppo in pianta, allungato su due soli piani dei tre complessivi, con un collegamento diretto alla piazzetta Reale.
L'impatto fortemente plastico dei due corpi di fabbrica costituisce una monumentale porta urbana che, secondo il proposito dei progettisti, avrebbe segnato il passaggio dall'antica alla nuova città, che, con la riforma della adiacente piazza Diaz, si stava riorganizzando come centro direzionale.
In continuità con i palazzi che delimitano le piazze, l'Arengario è aperto al piede da un portico pilastrato, percorso da una trabeazione su cui si sviluppa una balconata continua.
L'architettura dei due padiglioni è caratterizzata dalle facciate rivestite di marmo di Candoglia, aperte al primo e secondo livello da una doppia serie di alte arcate a tutto sesto, appoggiate alla base dei fabbricati nella quale si aprono portali rettangolari, con cornici a motivo vegetale intrecciato, opera dello scultore Arturo Martini. Di matrice fascista, l'architettura del palazzo concede poco spazio alle decorazioni, limitate alle epiche figurazioni ad altorilievo collocate nel portico della parte basamentale.
I due edifici realizzati, persa l'originaria funzione, sono divenuti sede di uffici comunali e del Consiglio di Zona del Centro Storico, collocati nel padiglione a destra, mentre in quello di sinistra ha sede l'Ente Provinciale per il Turismo. Questo secondo padiglione, collegato al palazzo Reale, ha visto nei propri spazi l'allestimento di esposizioni temporanee.
Con il piano di riordino di tutti i musei civici, l'Amministrazione Comunale ha avviato il progetto di restauro e modifica d'uso; il palazzo al termine dei lavori, affidati all'architetto Italo Rota, diverrà sede prestigiosa del nuovo Museo del Novecento, ed ospiterà nei suoi spazi parte una sezione dell'ampio patrimonio artistico moderno e contemporaneo della città.

Notizie storiche

La vicenda costruttiva dell'Arengario, con le opere di sistemazione della piazza del Duomo avviate all'indomani dell'unità d'Italia secondo il progetto generale dell'architetto Mengoni, vede la sua conclusione soltanto alla metà degli anni Cinquanta, quasi vent'anni dopo le prime elaborazioni progettuali e quando obiettivi e funzioni sono ormai irrimediabilmente mutate.
Per la sistemazione della piazza nel 1937 il podestà di Milano bandisce un concorso di massima; dei 29 progetti presentati, solo quattro passano al secondo grado: sono i progetti elaborati da Marcello Canino, dal gruppo Griffini-Magistretti-Muzio-Portaluppi, da Filippo Maria Beltrami e da Mario Bacciocchi.
Il sodalizio dei quattro architetti, tutti affermati sulla scena milanese del tempo, è evidentemente mirato a sorprendere i concorrenti con una soluzione unitaria e, soprattutto, monumentale, anche se non è noto l'effettivo contributo di ciascuno.
Al secondo grado di giudizio il gruppo dei quattro architetti presenta un progetto, corredato di cinque varianti, nel quale è mantenuta l'impostazione dei due edifici simmetrici e contrapposti all'Arco della Galleria del Mengoni. La giuria d'esame nel mese di luglio 1938 dichiara vincitore del concorso il gruppo costituito da Griffini-Magistretti-Muzio-Portaluppi, il cui progetto, composto da un gran numero di disegni nettamente superiore a quanto richiesto, è sottoposto all'attenzione dell'Amministrazione Comunale per un ulteriore approfondimento.
L'8 settembre 1938 il podestà convoca i progettisti risultati vincitori al concorso per conferire loro in via ufficiale l'incarico della stesura definitiva, apportando ai disegni le modifiche suggerite dalla commissione d'esame.
Il giorno 1 febbraio 1939 prendono via ufficialmente i lavori per la costruzione dell'Arengario. Non ancora terminata la costruzione, il fabbricato - e l'adiacente Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale - è danneggiato dai bombardamenti che colpiscono la città, allontanando l'inaugurazione ufficiale. Dopo la seconda guerra, l'immagine dell'edificio risulta particolarmente ingombrante per la sua esplicita espressione del regime fascista.
Al 1947 risale la demolizione dell'arengo vero e proprio, mentre negli anni successivi sono attuati i lavori di adeguamento degli ambienti interni, su progetto di Melchiorre Bega, destinati dalla metà degli anni Cinquanta ad ospitare l'Ente Provinciale del Turismo.

Uso attuale: intero bene: uffici; intero bene: tribuna belvedere

Uso storico: intero bene: uffici; intero bene: tribuna belvedere

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Rassegna di Architettura. Rivista mensile di architettura e decorazione, Milano 1938, n. 7

Rassegna di Architettura. Rivista mensile di architettura e decorazione, Milano 1938, n. 8

Griffini E.A., Progetti e realizzazioni, Milano 1951

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, Architettura, città e regime, Bologna 1980, p. 226

Burg A., Novecento Milanese, Milano 1991

Folli M.G., Tra Novecento e Razionalismo, Milano 1991

Irace F., Giovanni Muzio 1893-1982, Milano 1994

Triennale di Milano. L'architettura di Giovanni Muzio, Milano 1994

Savorra M., Enrico Agostino Griffini. La casa, il monumento, la citta, Napoli 2000

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 198

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Servizi e lavori pubblici, atti n° 189/1952

Percorsi tematici:

Collegamenti

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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