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Cartula (pagina) ordinationis

[1004] maggio, Brescia.

Amizo prete <della chiesa di S. Faustino> , abitante in Brescia, presso la porta di s. Andrea, di legge romana, dopo aver acquistato da Cristina una casa terranea sita presso l'anzidetta porta, dispone per la propria anima che tale casa sia tenuta da Giovanni infantulo, nipote di Cristina, a condizione che raggiunga la legittima età e abbia figli da legittimo matrimonio; dispone che, se il medesimo Giovanni dovesse morire prima di aver raggiunto l'età da matrimonio, la casa sia tenuta dalla sua germana Aziperga infantula, qualora a sua volta raggiunga l'eta da matrimonio e abbia figli legittimi; in caso contrario, se anche Aziperga dovesse morire prima del matrimonio, stabilisce che la predetta casa divenga di proprietà di Gunza, madre di Giovanni e Aziperga.

Originale, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 2, perg. XXVI [A]. Copia Odorici, busta 19.3. Regesto Astezati, pp. 1, 29, 65 (alla data 824 maggio 1). Nel verso, notitia di cui al n. 61; di mano del sec. XII: § De domo una prope portam sancti Andree; altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura Astezati: E fil. 4 n. 68 II.

Edizione: PORRO LAMBERTENGHI, Codex Diplomaticus Langobardiae, n. 106, coll. 192-3 (alla data 824 maggio).
Trascrizione: ODORICI, Storie Bresciane, IV, n. IV, pp. 22-4 (alla data 824 maggio 1).
Cf. ODORICI, Storie Bresciane, III, p. 177 (nota 3); BRUNATI, Vita e gesta di santi bresciani, I, p. 278 (nota 40); SEREGNI, La popolazione agricola, p. 69 (nota 6); SANTORO, Rettifiche alla datazione, p. 233; BOGNETTI, Brescia carolingia, p. 468; PANAZZA, Il volto storico di Brescia, p. 1065; ANDENNA, Il monastero e l'evoluzione urbanistica, p. 96 (nota 20); BRESSLAU, Manuale di diplomatica, p. 569 (nota 177).

La pergamena si presenta divisa in quattro pezzi, tenuti insieme da alcune strisce di pergamena applicate sul verso. Il trattamento con la noce di galla ha prodotto un generale annerimento della membrana che rende ora pressoché totalmente inintelligibili alcune parti del dettato; la restituzione del testo è stata condotta sulla base del formulario di documenti coevi, senza eccessive forzature.
I nomi di Iohannes, Aziperga e Gunza, destinatari della casa terranea secondo le disposizioni di Amizo, sono stati aggiunti dal notaio in un momento successivo, negli spazi appositamente lasciati in bianco.
La ricostruzione della data, nell'impossibilità di leggere parte del primo rigo, si presenta alquanto complessa. A partire da quanto visibile (anno eius primo, mense madius, inditjone secunda), Porro Lambertenghi e Odorici hanno ipotizzato un riferimento all'anno primo di impero di Lotario I (823 aprile 5 - 824 aprile 4): ne consegue una discrepanza fra anno e indizione. Inoltre, gli elementi cronici avrebbero dovuto contemplare non soltanto gli anni di regno di Lotario I, ma anche di Ludovico il Pio (cf. per esempio MGH, D. Lo. I, n. 3, pp. 54-9). Astezati aveva ipotizzato un riferimento a Ottone II (cf. Indice, p. 29), con la conseguente collocazione del doc. nel mese di maggio del 974. Tuttavia, anche in questo caso, anno di regno ed indizione concorderebbero soltanto ipotizzando che siano computati gli anni di impero di Ottone II a partire dalla morte del padre Ottone I (973 maggio 7) e non dall'incoronazione imperiale del 967 dicembre 25. Si propone qui - seguendo un'ipotesi già avanzata da Bresslau (cit.) - una datazione ancora più bassa. Nell'anno 1004, infatti, correva l'indizione seconda, che a questa data coincide con il primo anno di regno di Enrico II in Italia (1004 maggio 15 - 1005 maggio 14), il quale nel maggio si trovava per l'appunto in Lombardia. D'altra parte, sebbene la qualifica di notarius sacri palatii faccia la sua comparsa negli ultimi decenni del IX secolo, per poi trovare una larga diffusione a partire dalla seconda metà del X secolo (cf. BRESSLAU, Manuale di diplomatica, p. 569; COSTAMAGNA, I notai del sacro palazzo, p. 217; cf. anche NICOLAJ, Documento privato e notariato, pp. 973-90; EAD., Il documento privato italiano, pp. 183-86), in ambito bresciano il primo notaio a sottoscriversi con questa qualifica è Iohannes, la cui attività professionale è attestata nei primi anni dell'XI secolo (cf. Repertorio dei notai; qui, doc. n. 60). Dal punto di vista paleografico, inoltre, la scrittura del notaio Teodaldus appare molto più posata delle disordinate minuscole corsive del IX secolo - assai vicina a quella del doc. 1016 marzo 9 (Appendice doc. n. 4) - e denota una maggiore cura nell'impaginazione del documento; mentre il formulario della carta ordinationis, unitamente agli usi linguistici adottati, appare già ben formato e non troppo dissimile da quello di documenti della stessa tipologia redatti intorno alla metà del sec. XI (cf. Le carte di Santa Maria di Morimondo, I, doc. 10). La formula con cui l'autore del documento esordisce dichiarando: Vita et mors in manu Dei est ... sebbene si ritrovi già in cartae del IX-X secolo, soltanto a partire dalla metà del secolo XI sembra costituire generalmente il caratteristico exordium della carta ordinationis/carta iudicati (cf. FALCONI, Le carte cremonesi, docc. 117, 142, 146, 147, 206; Le pergamene degli archivi di Bergamo, I, doc. 91, II, docc. 150, 179, 200). La presenza, infine, nel verso della pergamena di una notitia - caratteristica comune a molte carte bresciane della metà del secolo XI (cf. in questa silloge docc. nn. 68, 69 e così via) - vergata dal notaio non in note sillabiche tachigrafiche, ma in scrittura comune e in forma soggettiva confermerebbe ulteriormente la datazione così ricostruita.

[(SN)] [In Christi nomine.] [Enricus gratia Dei rex][, hic] (a) in Italie anno eius primo, mens(e) madius, inditjone secunda (b). Ego Amizo presbiter, habitator infra civitate Brixie prope porta | sancti Andrei, qui professus sum ex natjone mea lege(m) vivere Romana, p(resens) p(resentibus) dixi: 'vita et mors (c) in manu Dei est; melius est enim homini metu mortis |[vivere quam spe vivendi] morte subitanea preveniri'. Manifestum est m(i)hi qui supra Amizo in(dignus) presbiter eo quod ante os annos venu(m)davit m(i)hi Cristi|na per cartulam vinditjonis (1), p(ro) eodem precio argentum denarios bonos solidos viginti, nominative de casa una terranea cum area [ubi extad, iuris]| ia(m)dicti Cristini, q(ue) est constituta infra s(upra)s(crip)ta civitate Brixia prope ia(m)dicta porta sancti Andrei, [ut a presenti die in mea aut cui ego de]|disem vel abere statuisem fuisem potestatem, proprietario iuri abendum et faciendum exinde quod voluisemus; [modo vero, considerante me Dei omnipo]|tentem seu marcedem misericordie (d) anime mee ut tunc ipsa casa (e) terranea [cum area ubi exstad], propterea previdi ipsa casa [ita ordinare et disponere]| eo modo sic firmis et stabilis permanendum qual(iter) subter statuit et mea decrevit voluntas pro anime mee (f) marcedem. Primis omnium (g) volo et statuo | seo iudico et per anc cartulam ordinatjonis mee confirmo ut abeant Ioannes infantulo, nepoto eidem predicta Cristini, predicta casa terranea | cum area ubi exstad, eo vero ordine ut ipse Ioannes infantulo ad legitimam etatem pervenerit et filios aut filias de legiptimo matri[mo]|nio abuerit, facientes exinde de predicta casa terranea a presenti die, iure proprietario nomine, quiquit voluerint pro anime mee marcedem; et si Deo iudici|o evenerit quod ipse Ioannes (h) infantulo de oc seculo (i) migraverit antequam ad legiptimam etatem pervenerit, et filio aut filia de legitimo matri|monio non (j) abuerit, tunc volo et statuo seo iudico per anc cartulam ordinatjonis mee confirmo ut deveniad predicta casa terranea, cum area ubi exstad, in po|testatem Azipergi infantula, germana s(upra)s(crip)to Ioanni infantulo, eo vero ordine ut ipsa Aziperga infantula ad legitimam etatem pervenerit | et filios aut filias de legiptimo (k) matrimonio abuerit, facientes exinde a presenti die de s(upra)s(crip)ta casa terranea, iure proprietario (l) nomine, quiquit vo|luerint pro anime mee marcedem. Et si Deo iuditjo evenerit quod ipsa Aziperga infantula de oc seculo magraverit (m) antequam ad legiti|mam etatem pervenerit, et filio aut filia (n) ad (o) legiptimum matrimoniu(m) non abuerit, tunc volo et statuo seu iudico et per hanc cartulam ordi|natjonis (p) mee confirmo ut deveniad predicta casa terranea, cum area (q) ubi exstad, in potestatem Gunzane, genitricis s(upra)s(crip)torum infantuli, et fa|ciant s(upra)s(crip)ta Gunza de ia(m)dicta casa terranea, cum area ubi extad, post decessum s(upra)s(crip)torum Ioanni et Azipergi, germanis infantuli (r), a | presenti die quiquit voluerint pro anime mee mercedem; et nec mihi licead ullo te(m)pore nulle (s) quod volui, set quod ad me semel | factum vel conscriptum est sub iuxiurandum (t) inviolabil(iter) conservare promitto cum stipula|tjone subnixa (u). Unde uno pagino iudicato scripto sunt. Acto s(upra)s(crip)ta | civitate Brixia. Feliciter.
+ Ego Amizo presbiter a me facta s(ub)s(crips)i.
Sign(um) ++ manibus Dominici et Bonizoni seo Rodeverti, testes lege(m) Romana viventes.
Sign(um) + manibus Alberti et Petroni testis.
(SN) Ego Teodaldus notarius sacri palacii rogatus scripsi, postraditam c(on)pl(evi) et dedit.


(a) Restauro probabile, proposto sulla base di carte coeve (cf. anche nota introduttiva).
(b) Nel sopralineo, in corrispondenza di -d-, tratto di penna di non perspicuo significato.
(c) -o- corr. su u.
(d) -o- corr. su altra lettera, come pare.
(e) casa nell'interlineo.
(f) A ani mee, senza alcun segno abbr., qui e in seguito.
(g) Segue omnium erroneamente ripetuto.
(h) I- corr. su altra lettera, come pare.
(i) A s(e)c(u)dlo, qui e in seguito.
(j) -o- corr. su n principiata.
(k) La seconda i corr. su lettera principiata, come pare.
(l) Segue iure p(ro)prietario erroneamente ripetuto.
(m) Così A.
(n) La seconda i corr. su lettera principiata, come pare.
(o) Nel sopralineo, in corrispondenza di -d, tratto di penna di non perspicuo significato.
(p) o- corr. su r principiata, come pare.
(q) A a
(r) infantuli nell'interlineo.
(s) Così A.
(t) -a- corr. su altra lettera.
(u) A sub

(1) Cf. doc. n. 61.

Edizione a cura di Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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