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Carta donationis inter vivos pro anima
1150 febbraio 28, Castello dell'Isola Comacina.
Atto, detto Peregrino, figlio del fu Cumperto, dell'Isola Comacina, professante legge romana, dona a Bonifacio, abate del monastero di Morimondo edificato in pieve di Lenno, nel luogo ove dicesi Roncale e Acquafredda, a onore di Dio, di Santa Maria madre di Dio, del Beato Pietro apostolo e di Sant'Agrippino confessore, una casa a più piani sita all'interno del castello dell'Isola, nel luogo ove dicesi Salexe, con tutte le botti ("vasis ligneis") in essa contenute, nonché tutti i beni, siti a Delebio o altrove, che suddetto Atto ha acquistato da Guiberto de Caseti e da Tiberio de Grupello al prezzo di novanta lire di denari.
Originale, BAMi, Pergamene, n. 1405 [A].
Trascrizione: Bonomi, Diplomatum, BBMi, AE.XV.33, n. 35, pp. 101-103. Regesti: Ferrario, Sommario cronologico, c. 445r (barrato, con "A" nel margine); Anonimo cisterciense, Spicileggio, BBMi, Morbio, 30, vol. VII, sub 6, c. 8r; Bonomi, Synopsis cronologica, BBMi, AE.XV.33, c. 396v; Ceruti, BAMi, I 145 suss., n. 29, cc. 7v-8r; Bianchi, Inventario, BAMi, K 202 suss., n. 1405, e nella relativa scheda mobile dell'ordinamento cronologico. Nota di repertorio: Bianchi, BAMi, K 212 suss., p. 202 (alla voce "Monastero di Acquafredda").
Nel margine superiore sinistro del recto segnatura, pure di mano del Bianchi, che rimanda all'Inventario: "1405".
Nel verso, di epoca medievale, di fase A: "Car(ta) donatio(n)is facte ab Attone [...] (la lacuna occupa lo spazio di circa 25 lettere) | [.......]in Ad(e)lebio et in castro Insu[le]".
Inoltre: annotazione di fase B: "Isola"; segnatura di fase C: "Q, n. 5"; regesto Ferrario. Infine: segnatura Bonomi, accompagnata da indicazione dell'anno: "35 .MCL."; segnatura Ceruti in pastello rosso: "29".
Regesto: MONNERET DE VILLARD, L'Isola Comacina, n. 179, p. 209.
Cf. FATTARELLI, La sepolta Olonio, p. 252; GRILLO, L'abbazia cistercense, p. 136n, p. 139, ora anche in IDEM, La costruzione di un rapporto, p. 52n, p. 54; LUCIONI, Insediamenti monastici, p. 85.
La pergamena (mm 260/196 x 202/194) presenta numerose macchie scure, soprattutto nella parte sinistra ove si rilevano anche lacerazioni in prossimità del margine laterale, tra le righe 13-17. Modeste lacerazioni sono pure visibili in corrispondenza delle antiche piegature.
Il destinatario di questa donazione è Bonifacio: il primo abate dell'Acquafredda che sia documentato fra le scritture dell'archivio. Egli figura pure come il primo nella lista degli abati contenuta nel ms. 46 della General Library of the University of California, a Berkeley. Si tratta di un codice del XII secolo, contenente i commenti di sant'Isidoro di Siviglia sulla Genesi e sui due primi libri dei Re (descrizione in MARTINI, A Catalogue of manuscripts, n. XXVI, pp. 23-27; FERRARI, Dopo Bernardo, p. 270). "Sul penultimo foglio di guardia - come riferisce Jean Leclercq - è aggiunta una lista di abati di Acquafredda (...), scritta su due colonne, di cui la prima (...) sembra di essere del secolo XIII" (LECLERCQ, Manoscritti cisterciensi italiani, p. 471). Il testo, edito dal medesimo Leclercq, in riferimento al primo abate riporta: "Primus abbas Aque frigide fuit | .I. Bonifatius de Castiliono. Mediolanensis" (LECLERCQ, ivi, p. 473). Tale codice doveva essere ben noto all'anonimo autore dello Spicileggio il quale scrive: "Chi fosse il primo abbate di questo monasterio ed abbazia non lo san dire né Roberto Rusca né il padre Tatti; noi da un rolo antico abbiam trovato che fu un tal don Bonifacio Castilione milanese, il quale ebbe per suo priore il soprannominato padre don Enrico il quale, come abbiam visto, assisteva alla fondazione e costruzione di questa abbazia" (c. 7v). Riguardo a questo primo abate scrive Gregorio Tizzoni, abate dell'Acquafredda nel 1732, nella sua Serie delli Abati e Superiori del monastero di Santa Maria dell'Acquafredda, illustrata e compita sino all'anno 1732 (ora in BBMi, AE.XV.15, c. 209r): "Dell'abate Bonifacio ne abbiamo memoria in una donazione fatta l'anno 1150 al detto abate da Atto Pellegrino, e si può congetturare che cominciasse il suo governo l'anno 1143, nel quale Enrico monaco in certo instrumento di permuta è chiamato priore del monastero di Santa Maria di Roncale; se non si volesse dire che in quei primi anni non vi fosse l'abate, egli è però certo che nell'anno 1150 Bonifacio finì il suo governo" (c. 209r-v, cit. da CORTESE ESPOSITO, Nota sull'abbazia, p. 84n).
Quello qui edito è l'unico documento che attesti la reggenza di Bonifacio (mentre riguardo a Enrico priore, cf. il doc. n. 31).
Riguardo ai beni donati, si riferiscono alcune precisazioni: Guiberto de Caseto, da cui Atto dichiara di avere acquistato i detti beni, è figlio di quell'Uberto che, in data 1142 settembre, aveva ricevuto in pegno dal vescovo Giovanni di Lodi i beni che già furono dell'episcopato lodigiano, compresi quelli, cospicui, siti nelle terre della bassa Valtellina (originale in AMVLo, Pergamene, tab. 1, edito da VIGNATI, Codice diplomatico, I, n. 108, e di recente da GROSSI, Le carte della Mensa Vescovile di Lodi, n. 43, in CDLM, on line all'url: https://www.lombardiabeniculturali.it/cdlm/edizioni/lo/lodi-vescovo/carte/vescovile1142-09-30 ). Né mancarono negli anni successivi contenziosi con i vescovi di Lodi circa il possesso di queste terre, come appare in particolare nel doc. n. 80.
E relativamente all'ubicazione dei beni donati all'Acquafredda, che furono dunque uno scorporo dei possedimenti già dell'episcopato lodigiano, Alfredo Lucioni bene rileva che "i fondi di Delebio furono il nucleo da cui si sviluppò una grangia monastica, alla quale mezzo secolo più tardi risultano pertinenti coltivi e vaste estensioni di incolto a bosco e a pascolo" (LUCIONI, Insediamenti monastici, p. 85 e bibliografia citata alla nota n. 128).
Invece, la casa dentro al castello dell'Isola fu probabilmente un punto di raccolta privilegiato di prodotti agricoli (cf. i "vasi lignei" citati nel documento, per la raccolta di vino oppure di olio); nel contempo essa dovette costituire un punto di irradiazione e di comunicazione del monastero, con i centri demici circostanti, con la città di Como e le città della pianura, con la Valtellina (BRAMBILLA-BROGIOLO, Case altomedievali dell'Isola Comacina, pp. 463-467).
(SN) Anno ab incar(nacione) domini nostri Iesu Christi mill(eximo) cent(eximo) quinquagex(imo), pridie kall(endas) | martii, indic(ione) .XIII. . Tibi domino Bonefatio, abati monasteri de Morimundo, construc|ti in plebe de Lenno, in loco ubi dicitur Roncale et Acquafrigida, ad onorem Dei et Sancte | Dei genetricis Marie et Beati Petri apostoli et Sancti Agripini confessoris, ego in Dei nomine At|to, qui vocor Peregrinus, filius quondam Cu(m)perti, de loco Insula, qui vivo lege Romana, manifestum est | michi illut (a) in hoc seculo agere ut in futuro plenam aput Dominum omnipotentem possim consequi merce|dem. Quapropter dono et offero tibi iamdicto domino abati, ad partem iamdicti monasteri, pro remedio anime | mee, titulo donacionis inter vivos, hoc est nominative casam unam solariatam iuris | mei quam habeo in castro Insula (b), ubi dicitur Salexe, cum omnibus vasis ligneis que sunt in ipsa casa, | et dono similiter, parti iamdicti monasteri (c), omnes res illas quas emi a Guiberto de Caseti et Tiberio de Grupello, | per precium nonaginta librarum denariorium, sitas in loco Alebio vel alibi, que pertinent ad ipsam | emtionem. Quam autem suprascriptam donationem, una (d) cum omnibus suis accessionibus, inintegrum, ab hac die tibi | domino Bonefatio abati, ad partem iamdicti monasteri, dono, trado, cedo, offero et per presentem cartam donac(ionis) | inter vivos confirmo, ut fatiat deinceps, pars iamdicti monasteri, quicquid voluerit, sine mea heredumque | [m]eorum contradictione. Actum est hoc castro Insula infra suprascriptam casam, feliciter. |
Signum † manus suprascripti Attonis qui hanc car(tam) donacionis fieri rogavit ut supra. |
Signum † † † † manuum Guifredi et Adelardi et Markesi et Bertari testium. |
(SN) Ego Guilielmus notarius ei iudex sacri palacii interfui et rogatus hanc car(tam) scripsit.
(a) i- add. nel sopralineo.
(b) I(n)sula add. nell'interlineo.
(c) monast(er)i add. nell'interlineo.
(d) Su -a segno abbr. per la nasale privo di significato.
Edizione a cura di
Rita Pezzola
Codifica a cura di
Rita Pezzola