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Alexandri papae III litterae executoriae
<1176> giugno 10, Anagni.
Alessandro <III> papa, nella controversia tra <Letizia> , badessa <di S. Vittore di Meda> , rappresentata dal nunzio <Alberto> , da una parte, e i borghigiani di Meda, dall'altra, circa il diritto di eleggere il cappellano della chiesa <di S. Maria> di Meda, rivendicato dai medesi, i quali chiedono, inoltre, un secondo sacerdote, dà mandato a <Ognibene> , vescovo di Verona, di convocare le parti e di decidere la causa, senza possibilità d'interporre appello. Il pontefice incarica inoltre il presule di far instituire a Meda due sacerdoti, qualora la popolazione superasse le mille unità, e di provvedere affinché, nel frattempo, la badessa provveda a istituire un prete idoneo che celebri gli uffici divini e amministri i sacramenti.
Originale, AATMeda, SVP, sec. XII, nr. 126 [A]. Copia semplice dattiloscritta (anni '50 del sec. XX), di Giovanni Antona Traversi, ivi. Regesto settecentesco, camicia cartacea di A, con data L'anno (precede circa depenn.) 1176, li 14 (4 corr. in 0 da mano posteriore) giugno, e regesto novecentesco, ivi. Altri regesti settecenteschi, [CUSTODI], Veritas oprimi potest, pp. 9-10; [ID.], Pro monialium Medę iuribus, pp. 7-8; [ID.], Trasonto italiano, ff. 25-28 (che data questo e il successivo doc. nr. 3 verosimilmente dell'anno 1176).
Nel verso di A, di mano dello scrittore del doc., i nomi dei destinatari, quasi completamente evaniti, visibili con luce di Wood: Ve[ronensi] ep(iscop)o fr(atri) nostro (lettura assai dubbia) | abb(at)isse Meten(si) et burg(e)n(sibus); di mano moderna, centralmente: L(itte)re pontifficales ad favore(m) r(everen)darum |[dominarum] monial(ium) Meddę concesse per | s(anctissimu)m d(ominum) papam Alex(andru)m .III. e, poco più sotto: Medę; di mano settecentesca, nell'angolo superiore destro, tentativi di datazione, cassati da mano novecentesca, in matita: Post | 1159, si crede. | 1176 (segue 1177 depenn.) | 10 giugno, seguiti dall'aggiunta di Giovanni Angelo Custodi: Veronensi episcopo | Alexander .III. | Ordo Anagnię dat(us); sulla sinistra delle annotazioni cronologiche settecentesche, la correzione, sempre in matita, della medesima mano novecentesca (Giovanni Antona Traversi) di cui sopra: 10 giugno | 1176.
Edizione: ORSINI, Il monastero di San Vittore a Meda, p. 90.
Regesta: KEHR, Italia pontificia, VI/1, p. 138, nr. *2, che deduce regesto e data (1176-77) dal riferimento alla sentenza di Ognibene contenuto nella Risposta al papele, pp. [13-14]; JAFFÈ-L., -.
Riproduzione fotografica (parziale e alla data '22 maggio 1176'): ORSINI, Il monastero di San Vittore a Meda, p. 87; (parziale e al 1178) ZOPPÉ, Per una storia di Meda, p. 28.
Cf. PICASSO, Una lettera graziosa, pp. 134-135; BARNI, Dall'età comunale, p. 204; VIOLANTE, Pievi e parrocchie, p. 400; ORSINI, Il monastero di San Vittore a Meda, p. 56; AMBROSIONI, Alessandro III, p. 34 nota 103; ANDENNA, Aspetti e problemi, p. 367; CHIAPPA MAURI, Gerarchie insediative, p. 287; ANDENNA, Territorio e popolazione, pp. 35, 149.
La pergamena presenta modeste lacerazioni in corrispondenza delle antiche piegature (due orizzontali, due verticali), lievi abrasioni all'altezza della prima, della seconda, della terza, della sesta, della settima, oltre che dell'undicesima riga, e, lungo i margini verticali, un leggero sbiadimento, accentuato in prossimità del sigillo. È, inoltre, danneggiata da piccoli tagli netti - inferti, con ogni probabilità, all'apertura della lettera - in coincidenza di dieci fori, attraverso i quali passava il lacciolo che garantiva l'appensione del sigillo plumbeo.
Quest'ultimo è assicurato mediante filo di canapa, che attraversa altri due fori, praticati lungo il margine destro (tra la quinta e la sesta riga, tra la nona e la decima).
Per la datazione, è stato necessario ricorrere all'itinerario di Alessandro III, risultando il pontefice ad Anagni il 29 maggio e il 16 giugno 1173 (JAFFÈ - L., nr. 12226 e 12227), poi il 10 giugno 1174 (ibid., nr. 12383) ed infine il 31 maggio e il 16 giugno 1176 (ibid. nr. 12713 e 12714). Le possibilità cronologiche entro cui spaziare sono, dunque, le medesime disponibili per il precedente doc. nr. 1: nella presente occasione, tuttavia, il 1176 andrà ritenuto senza eccessive apprensioni l'anno più probabile, 'quasi sicuro', per la sua maggior prossimità all'atto di Ognibene. Nessun indizio cronologicamente utile emerge invece dalla cronotassi dei vescovi di Verona, dal momento che l'episcopato di Ognibene abbraccia il periodo compreso tra il 1157 e il 1185.
La badessa cui il pontefice qui allude e alla quale invia la lettera esecutoria del 15 giugno dovrebbe essere identificata con Letizia, citata come parte in causa nella sentenza episcopale del 14 marzo 1177 (doc. nr. 5 dell'Appendice): su di lei, si vedano le note introduttive al doc. nr. 1.
Alexander episcopus servus servorum Dei.
Venerabili fratri .. Veronensi episcopo (1), salutem et apostolicam ben(edictionem).
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Cum nuntius abbatisse et quidam burgenses de Meta in nostra essent p(re)sentia constituti, idem nuntius proposuit quod locus | ipse ad iurisdictionem monasterii abbatisse proprie pertinet et in capella eiusdem loci consuev[it] (a) capellanum (b) | eligere. Parrochiani autem eiusdem ecclesie electionem et rep(re)sentationem ad se pertinere asserunt sacerdotis, | ita quod illum, quem elegerint, abbatissa debeat confirmare; adiecer(un)t etiam quod ita populus excrevit, quod | vix duo sacerdotes sufficiant ad sacramenta eis ecclesiastica ministranda, cum sint, sicut d(icitu)r, tum viri | tum mulieres, duo milia personarum.
Quoniam igitur rei veritas nobis non constat et decet nos tam | abbatisse quam parrochianis ius suum conservare, fraternitati tue per apostolica scripta mandamus quatinus, | cum exinde fueris requisitus, utra(m)que partem ante tuam p(re)sentiam convoces et, rationibus hinc inde | plenius auditis et cognitis, causam ipsam, remoto appellationis obstaculo, canonico fine decidas, | ita quidem quod quicu(m)que super iure rep(re)sentationis obtineat, in p(re)scripta capella duos facias institui sacerdo|tes, si populus ita excrevit quod duo milia sint aut etiam mille, tum viri tum mulieres. Interim autem ne | parrochiani in perceptione ecclesiasticorum sacramentorum ullum valeant sustinere defectum, aliquem idoneum | p(res)b(ite)rum sine p(re)iudicio alterutrius partis provideri per abbatissam facias, qui eis divina celebrare officia et sacra|menta debeat ecclesiastica ministrare.
Dat(a)Anagn(ie), .IIII. id(us) iun(ii).
(BP)
(a) -it parzialmente eraso.
(b) È visibile solo il primo trattino della u, sormontato da segno abbr. (lineetta orizzontale), mentre il secondo è presumibilmente caduto in seguito alla rifilatura della pergamena.
(1) Ognibene; cf. Introduzione, nota 36.
Edizione a cura di
Annalisa Albuzzi
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi