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APPENDICE
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Omneboni Veronensis episcopi sententia

1177 marzo 14, Verona.

Ognibene, vescovo di Verona, eletto da papa Alessandro <III> a definire la controversia tra Letizia, badessa di S. Vittore di Meda, nonché i suoi procuratori, Anselmo Giringellus e Alberto de Mapello, da una parte, e i vicini di Meda, nonché i loro procuratori, Ottone Mabus, Alberto Ferrarius e Marchisio Panellus, dall'altra, circa l'elezione e la nomina del sacerdote della capella di S. Maria di Meda - elezione e nomina che i vicini rivendicavano, riconoscendo alla badessa solo il diritto di conferma - pronuncia una sentenza favorevole al monastero, ma al tempo stesso intima alla badessa, nella persona dei suoi procuratori, di istituire due sacerdoti nella detta capella.

Originale, AATMeda, SVP, sec. XII, nr. 132 [A]. Copia autentica coeva, o di poco posteriore, AATMeda, SVP, sec. XII, nr. 131 [B]. Copia autentica inserta in un preceptum del 3 giugno 1304, AATMeda, SVP, sec. XIV, nr. 157 [B']. Copia semplice settecentesca segnata D, da B, in lingua italiana fino a: Actum fuit..., poi in latino, AATMeda, SVP, sec. XII, nr. 131. Regesti settecenteschi: [CUSTODI], Veritas oprimi potest, p. 11; [ID.], Pro monialium Medę iuribus, p. 8; [ID.], Trasonto italiano, ff 29v-30; Inventario 1737, che dà conto sia della sentenza… sottoscritta da Arderico de Bonate giudice, in carta pergam(en)a, sia della copia autentica della detta sentenza, pure in carta pergamena, sia, infine, di un altro trasonto della stessa. B è così autenticato: (SN) Ego Ardericus de Medda, notarius sacri pal(acii), autenticum huius exempli vidensque legi et sic in eo (con)tinebatur, sic in isto legitur exemplo, p(re)ter litteras plus vel minus. | (SN) Ego Gairardus Vecius de Meda, nota(riu)s ac missus d(omi)ni Henrici regis, autenticum huius exempli vidi et legi et sic in eo (con)tinebatur, sic in s(upra)s(crip)to legitur exe(m)|plo, p(re)ter literas plus minusve (-plo-ve allineati al margine destro). | (SN) Ego Bertram qui dicor Ogerii, notarius sacri pal(acii), hoc exe(m)plum ex aute(n)tico exe(m)plavi et sic in eo (con)tinebatur, ut in isto legitur exe(m)plo, extra litteras plusminusve. Il dettato del preceptum nel quale B' si trova inserto è il seguente: In nomine Domini. Anno annativitate eiusdem millesimo trecentesimo quarto, die mer(curii) de tertio die m(en)sis iunii, indictione seconda, in pallatio novo comu(n)is Mediolani, | ad banchum infradicti iudicis ubi audit de causis et reddit iura. P(re)sentibus infradictis testibus, d(omi)nus Thomaxius de Robo, iudex et ass(essor) d(omi)ni potestatis Mediolani, ex eius offitio, | p(re)cepit michi infradicto Anselmo Bocardo not(ario) publice persone quod ad peticionem monasterii de Medda, ut autenticare(m) et in publicam formam (segue rog, forse depenn.) redigerem infradictum instru|mentum sententie, ita quod in perpetuo valeat et teneat et ei plena fides adhibeatur tamquam publice scripture et tamquam primo auctentico; tenor cuius instrumenti talis est: (segue la sentenza di seguito edita). Actum ut supra. Interfuerunt ibi testes Filipus, filius |(quon)dam d(omi)ni Percivali Bocardi, et Petrus de Pomo, filius (quon)dam ser Andree, ambo por(te) Rom(ane), et Ardericus Batalia, por(te) Horientalis, et d(omi)nus Petrus de Baxilicapet(ri) filius (quon)dam d(omi)ni Maifredi, | omnes civit(atis) Mediolani, noti. | (SN) Ego Anselmus, filius (quon)dam d(omi)ni Rug(er)ii Bocardi, civit(atis) Mediol(ani), por(te) Rom(ane), notarius, auctenticum hui(us) vidi et legi et ut in eo (con)tin[ebatur, sic] in isto p(re)ter litteras vel sillabas plus minusve et (come pare) tradidi | et scripsi (scpsi senza segno abbr.) ut (ut sormontato da segno abbr. apparentemente supefluo) sup(ra) (et-sup(ra) allineati al margine destro); | (SN) Ego Beltraminus de Baxilicapet(ri), filius d(omi)ni Petri civitatis Mediolani, por(te) Rom(ane), notarius iussu s(upra)s(crip)ti notarii scripsi. Nel recto di A, segnatura novecentesca in matita: 143. Nel recto di B', lungo il margine superiore, di mano moderna: 1304, 3 iunii. Nel verso di A, di mano medioevale, a fatica intelleggibile con la luce di Wood: Sententia facta a detta eccl(es)ie S(an)c(t)e Marie; di mano tardomedioevale, in senso speculare a quello della scrittura del documento: Meda; di mano settecentesca: Sentenza p(er) la capella di S. Maria | di Meda; di mano del notaio Giovanni Angelo Custodi, nell'angolo superiore destro: 1177 (il primo 7 corr. su 6), 14 marzo. | Sentenza episcopi | Veronensis; di mano novecentesca, in matita blu: 1177|14/3 e in matita rossa: XII/86. Nel recto di B, segnatura di mano novecentesca (Carlo Agrati): 143 bis. Nel verso di B, di mano moderna, centralmente: Meda; di mano più tarda, forse settecentesca: 1177, 10 marzo e Sentenza del vescovo di Verona | apartenente al eletione del | capelano e (in senso ortogonale): B. o Ba; di mano settecentesca, 1177, id(us) martio; nell'angolo superiore destro, di mano del Custodi: 1177, 14 (4 corr. su 0) marzo. | Sentenza per l'elezione; di mano novecentesca (Carlo Agrati), in matita: 1177, 14/3. Nel verso di B', di mano del notaio, in senso contrario alla scrittura, in prossimità del margine destro, quasi completamente evanito: Mon(asterium) d(e) Medda; di mano coeva, in prossimità del margine sinistro: Sententia eccl(es)ie S(an)c(t)e Marie auctenticata; di mano moderna, centralmente: 1304, 3 giugno. | Confirmatione fatta in Milano | della sentenza data dal vescovo | di Verona a favore del mon(aste)ro | per l'elezione del capell(an)o di S. Maria e (in senso ortogonale): 6. o 6a (come pare); di mano del Custodi, nel senso della scrittura, in prossimità del margine superiore: 1304, 3 giugno. | Sentenza per la cura; nell'angolo superiore destro, di mano novecentesca (Carlo Agrati), in matita: 1304 | 13/6.

Cf. Risposta al papele, pp. [13]-[14], che riporta un breve stralcio; ALLIEVI, Per una storia di Seveso, pp. 85 e nota 5, 87, da A, o da B, o da B'; BERETTA, Recensione, p. 159; PICASSO, Una lettera graziosa, p. 134; ZOPPÉ, Per una storia di Meda, pp. 64-65; ORSINI, Il monastero di San Vittore a Meda, pp. 56, 58; AMBROSIONI, Alessandro III, p. 34 nota 103.

La pergamena di A, oltre a un generale inscurimento e a macchie diffuse, presenta, lungo il margine destro, ampie rosicature, che hanno provocato la caduta di una vasta porzione di membrana, e una lacerazione, rattoppata con spago, che interessa moderatamente la scrittura tra la sesta e la quattrodicesima riga; rigatura a secco. La pergamena di B, in buono stato di conservazione, è rigata ad inchiostro. La pergamena di B', infine, è danneggiata da lacerazioni di mediocre entità (una, rammendata, interessa la scrittura all'altezza della sottoscrizione di Anselmo Bocardus) e da rosicature, che non pregiudicano la comprensione del testo; la rigatura, a piombo, riguarda anche le linee verticali dello specchio di scrittura.
L'occasione che ha favorito la redazione di B andrà presumibilmente individuata nelle cicliche contestazioni dei borghigiani che portarono alla conferma della sentenza di Ognibene da parte di Alessandro III (doc. nr. 4: 1177), Lucio III (doc. nr. 7: 1181) e Urbano III (doc. nr. 9: 1186 o 1187). Sull'ultimo decenno del sec. XII, o, al più tardi, sul primo del Duecento, convergono, del resto, i dati cronologici relativi a una possibile collaborazione tra i tre notai autenticatori: Bertram Ogerii (1172-1220: si vedano, rispettivamente, AATMeda, SVP, sec. XII, doc. nr. 119, e ALBUZZI, Un monastero tra città e contado, II, Repertorio documentario, regesto nr. 161), il figlio Arderico de Medda o Arderico Ogerii (1196-1255: docc. nr. AATMeda, SVP, sec. XII, doc. nr. 235) e Gairardo Vecius (1206: ALBUZZI, Un monastero tra città e contado, II, Repertorio documentario, regesto nr. 19). Anche l'esemplatura di B' andrà ricondotta ai perduranti contrasti coi medesi in merito all'amministrazione spirituale e temporale della chiesa di S. Maria, contrasti tornati alla ribalta nel primo decennio del Trecento, come lasciano intendere sia una controversa elezione del cappellano tra il 1309 e il 1310, sia l'estensione, pressoché coeva, di una copia parziale dell'arbitrato emesso nel 1252 al fine di regolare i rapporti tra S. Vittore e gli uomini del borgo, nei confronti non solo dei beni e dei diritti detenuti dal monastero, ma pure della chiesa parrocchiale (ALBUZZI, Meda 1252, doc. nr. 2b, al quale si rinvia anche per le note introduttive, p. 42). Anche in quest'ultima occasione, il notaio autenticatore era Beltramino de Baxilicapetri, operoso a Meda almeno fino al 1311. A proposito, invece, di Anselmo Bocardus e della sua duratura (terminò entro il 1313), nonché proficua collaborazione con le benedettine di S. Vittore, qualche cenno preliminare in ALBUZZI, Il tabularium delle benedettine, pp. 63-65 e 69-71.
Per quanto riguarda, invece, il notaio scrittore di A, Adhemarius, operante a Verona tra il 1167 e il 1183: BARBIERI, Il notariato veronese, p. LXVI (qualche occorrenza documentaria in CASTAGNETTI, "Ut nullus incipiat hedificare forticiam", p. 121; ROSSI SACCOMANI, Le carte, doc. nr. 26; LANZA, Le carte, docc. nr. 80, 95); in merito, poi, al causidicus Nerot, sottoscrittore, rinvio all'Introduzione, nota 41.
Infine, a proposito dei rappresentanti abbaziali, Anselmo Giringellus e Alberto de Mapello, oltre che di alcuni testimoni presenti alla sentenza, si veda l'Introduzione, note 38-41, 43-53, 59, 60, mentre circa la badessa Letizia, si tenga conto delle note preliminari alla prima lettera pontificia edita (doc. nr. 1).
Nell'apparato critico all'edizione del documento sono state accolte tutte le varianti registrate attraverso la collazione di A sia con B, sia con B'. Il confronto tra l'originale ed entrambe le copie medioevali, non solo è risultato indispensabile al restauro delle lacune (restauro per il quale ho privilegiato le lezioni tràdite da B, apparentemente più fedele ad A), ma è parso istruttivo, condotto sistematicamente, proprio per valutare il diverso grado di attendibilità di ciascun testimone e, anche, per favorire una percezione più consapevole dell'onomastica di volta in volta utilizzata dai notai esemplanti. In entrambe le copie, infatti, sono frequenti le alterazioni degli antroponimi: ma se le deformazioni dei nomi dei testimoni veneti, imputabili specialmente al Bascapè, sembrano nascere dall'incomprensione di una realtà lontana, nello spazio e nel tempo, gli interventi dei notai medesi e/o milanesi su numerosi nomi propri dei loro conterranei presenti alla sentenza sembrano coscienti, intenzionali, dettati - come può rivelare anche un confronto con la documentazione locale coeva - dalla necessità di 'normalizzare', o, comunque, di rettificare i lievi fraintendimenti del notaio veronese, a sua volta alle prese con antroponimi poco conosciuti e, inoltre, adusato a un diverso sistema di traslitterazione.

(SN) Die lune quarto decimo intrante martio. In p(re)sencia (a) archipresb(ite)ri Riprandi (b) m[aioris ecclesie Vero]|ne, magistri Adriani canonici (c) p(re)dicte ecclesię (d), magistri P(re)vedelli, magistri Bo(n)i, [presbiteri Mussii (e),][prioris]| Gerardi (f) Sancti Georgii, Widonis (g) Rubei sui (h) fratris canonici ipsius (i) ecclesię, Neroti (j) causidici, Ardrichi (k) de [Bonacho][(l),][Wugel]|mi (m) Bori, Eriprandi (n) causidici, Anselmi, Giselbertini (o) de Clavega (p), Turisendini (q) et (r) Gilbertini de Sanct[o Zorzo][(s),][Wugel]|mi (t) Episcopi, Presb(ite)ri Tridentini (u), Boltechi (v) Nicoris, Za(n)ni (w) Delmas (x), Bordigacii (y), Za(n)ni Adelasii (z), Medassci (aa) [Mascaronis, de]| Meta (bb), et Bo(n)ici vilici abatise (cc) de Meta et aliorum. Ibique d(omi)nus Omnebonum (dd) Dei gr(ati)a Veronensis [episcopus][talem in scrip]|tis sentenciam (ee) recitavit, sic dicens de lite, quę inferius legitur. In nomine Pa[tris et Filii et Spiritus sancti.]| Amen. Ego Omnebonum, Dei gr(ati)a Veronensis episcopus (ff) et a d(omi)no papa Alexandro ad causam, quę (gg) v[ertitur (hh) inter][Letici]|am (ii) abatissam monasterii Sancti Victoris de Meta et eius procuratores Anselmum Girengellum (jj) et [Albertum de Mapello][(kk)], | ex una parte, necnon inter vicinos de Meta et eorum procuratores Ottonem [M]abum (ll) et A[lbertum Ferrarium] et Marchesium (mm) Panellum, ex alia parte, difiniendam (nn) electus (1), in qua p(re)dicti procuratore[s vicinorum di]|cebant eleccionem (oo) et nominacionem (pp) sacerdotis in capella Sanctę Marię de Meta ad vicin[os pertinere]| et abatissam debere sacerdotem, quem elegerint (qq), confirmare; quod ia(m)dicti abatissę pro[curatores seu]| defensores (rr) inficiebantur (ss) et ad abatissam pertinere asserebant, visis (tt) et auditis rati[onibus utriusque]| partis, testibus quoque et instrumentis hinc inde productis et diligenter inspectis, c[onscilio multor]|um sapientum, predictos procuratores abatisse monasterii Sancti Victoris a peticione (uu) predicta [procuratorum vi]|cinorum de Meta absolvo, et predictos procuratores abatisse, nomine abatisse, comde(m)n[o (vv) ut ipsa duos]| sacerdotes in p(re)dicta capella Sanctę Marię instituat.
Actum fuit hoc in sala (ww) episcopi s(upra)s(crip)ti, in civitate Verone, anno a nativitate (xx) Domini mill(esimo)[centesimo septua]|gesimo (yy) septimo, indic(tione) decima.
(SN) Ego Adhemarius (zz) d(omi)ni imperatoris Federici notarius rogatus interfui et hanc sente(n)ciam (aaa) [scripsi].
(S) Ego Nerot causidicus interfui et subscripsi.
(S) Ego Ardericus de Bonate iudex interfui et s(ub)s(crips)i.


(a) B B' p(re)sentia.
(b) B' Raprandi.
(c) B' canonice.
(d) B B' ecclesie, con e, qui e in tutte le occorrenze dove in A vi sia e cedigliata.
(e) Così B; B' Musi.
(f) B' Gairardi.
(g) B Vuidonis, B' Guidonis.
(h) B' om. sui.
(i) B' illius.
(j) B' Neroni.
(k) B' Ard(er)ici.
(l) Così B e B'; nella sottoscrizione autografa di A, de Bonate.
(m) In B segue, espunto Ep(iscop)i p(re)sb(ite)ri T(ri)dentini, Boltechi Nicoris, Zani, erroneamente anticipato; B' Guil(ie)l(m)i.
(n) B' Eriprando.
(o) B' Guiselbertani.
(p) B' Ostariga.
(q) B' Tirosendini.
(r) B' om.
(s) B' Georgio
(t) B' Guil(ie)l(m)i.
(u) B' Tardentini.
(v) B' Boltegi
(w) B' Zani, qui e nell'occorrenza successiva.
(x) B Dalmas; B' Dalmasii, con -s- corr. su altra lettera, forse x principiata.
(y) B' Burdigatii
(z) B' Adolaxii.
(aa) B Meddasci; B' Meddaschi.
(bb) B' Metta, qui e nelle occorrenze successive.
(cc) B B' abb(atiss)-, qui e nelle occorrenze successive.
(dd) In A, seguita da B, O(mn)ebonu sormontato dal segno abbr. (trattino orizzontale) usualmente impiegato per sottointendere nasale (ma anche contrazione o troncamento generici), qui e nell'occorrenza successiva.
(ee) B B' sententiam.
(ff) B' inverte l'ordine: ep(iscopu)s Veronensis.
(gg) In B, q(ue) corr. su altra lettera (p principiato?), come pare.
(hh) B' v(er)teretur.
(ii) B' Letitiam.
(jj) B' Guirigel(l)u(m).
(kk) B' Mapelo.
(ll) B' Mabbum.
(mm) B Marchisiu(m); B' Marchixium.
(nn) B B' diffiniendam.
(oo) B B' electionem.
(pp) B B' nominationem.
(qq) B' eligere(n)t, come pare.
(rr) B' deffensores.
(ss) B' infitiebant(ur).
(tt) B' visiis, come pare.
(uu) B' petitionem.
(vv) B' (con)dampno.
(ww) B' salla.
(xx) B' annativitate.
(yy) B septuageximo.
(zz) B' Adheomarius.
(aaa) B B' sententiam.

(1) Cf. doc. nr. 2.

Edizione a cura di Annalisa Albuzzi
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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