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<Instrumentum>
1193 dicembre 17.
Notizia di documento relativo a una chiusa nella Vetra e avente base nel campo dei de Tenebiago.
Notizia in doc. del 16 maggio 1251, ASMi, AD, pergg., cart. 317, n. 49.
Il doc. del 1251 è edito in BARONI-PERELLI CIPPO, n. 20.
Abbiamo notizia di questo documento tramite una sentenza del 1251 pronunciata da Pietro Zavatarius e Alberto de la Turre, delegati da Guglielmo de Cornazano, assessore del podestà di Milano, e giudici nella causa vertente tra il monastero di S. Ambrogio, da una parte, e Passaguadus de Sorogno, anche a nome dei fratelli, e gli eredi del fu Lanterio Demianus, dall'altra, su una chiusa che si trova nella Vepra, non lontano dalla chiesa di S. Siro alla Vepra, tra i mulini di costoro e il mulino del monastero ('occaxione unius cluse que est inter molandina dicti Passaguadi et fratrum et dictorum heredum ex una parte et molandinum dicti abbatis seu monasterii Sancti Ambroxii ex altera, que molandina sunt in flumine et sunt desuper a molandinis que sunt desuper a Sancto Siro, et molandinus qui est modo suprascripti Passaguadi olim fuit suprascripti ser Petri Zavatarii').
Si è ritenuto di includere la notizia di questo documento nell'edizione perché tale atto perduto - oltre ad essere stato addotto in causa nella sentenza duecentesca che appartiene allo stesso archivio - riguarda gli interessi del monastero sui mulini in questa zona, questione cruciale di cui si ha notizia almeno dall'XI secolo (si vedano i seguenti docc. dell'archivio santambrosiano: del 29 agosto 1077, ASMi, MD, cart. 20, n. 843, del 18 settembre 1150 e del 27 gennaio e 29 maggio 1173); ancora a questo proposito, si veda anche la sentenza dei consoli di Milano del 1192 di cui al n. 59, relativa a un sistema di chiuse nell'Olona e nella Moscetta.
... videlicet quod clusa illa de qua est questio et de qua fit mentio in quodam publico instrumento facto per Ugonem de Castenianega notarium, milleximo centeximo nonageximo tertio, sexto decimo kall(endas) yanuari, fieri debeat in ea parte ubi antiquitus esse consuevit, secundum quod hostenditur et manifeste apparet per palos ibidem fixos, et que clusa teneat caput ab una parte ad campum qui fuit illorum de Tenebiago et modo est Pasaguadi de Sorogno et ab alia parte teneat caput in quodam comune et debeat illa clusa fieri alta tantum quantum est altus lapis unus erectus in predicto comuni ubi predicta clusa vetus tenebat et tenuit antiquitus caput et sicut livellus iudicat, habito respectu ad ipsum lapidem ...
Edizione a cura di
Ada Grossi
Codifica a cura di
Ada Grossi