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Guadia
1121 gennaio.
Ottone Longo e Guifredo de Arco, ponendo come fideiussori Amizzone Gutta de Arco e Pietro Longo, danno guadia nei confronti di Amedeo Burro che quando Novetta, figlia del predetto Ottone, avrà raggiunto l'età da marito, la daranno in moglie a Ottone, figlio di Amedeo, <con una dote di quaranta lire: tale somma viene corrisposta, secondo singole quote non specificate, da Ottone e da Guifredo> . Amedeo, a sua volta, dà guadia ai predetti Ottone e Guifredo, ponendo come fideiussore Giovanni Burro, che suo figlio Ottone prenderà in moglie Novetta, rimettendosi alle decisioni di un giudice <circa la consistenza della controdote> ; dà contestualmente guadia, confermando la posizione di Giovanni Burro quale fideiussore, che se Novetta morirà prima del matrimonio egli restituirà le anzidette quaranta lire - somma che dichiara di aver già ricevuto - a Ottone e a Guifredo, secondo le rispettive spettanze. Amedeo, poi, ponendo ancora Giovanni Burro come fideiussore, dà guadia a Pietro, (fratello di Novetta), che suo figlio Ottone, quando avrà sposato Novetta, gli fornirà mediante un'apposita carta adeguate garanzie su tutti i beni, già di proprietà di Ottone Longo, ai quali fa riferimento un breve perfezionato da Guifredo de Arco.
Notitia, nel verso della pergamena di cui al n. 42 [N].
Non tutti i passaggi del contratto di matrimonio qui stipulato sono perspicui, sia per la formulazione concisa, e a volte confusa, delle diverse clausole, sia perché la notitia pare interrotta (e per questo forse mai stesa in mundum). In particolare sfuggono le ragioni che giustifichino la presenza quale attore accanto a Ottone Longo, padre della sposa, di Guifredo de Arco, del quale non è dichiarato alcun rapporto di parentela con i protagonisti del negozio.
Mense ian(uarii), indic(tione) .XIIII, anni Domini .MCXXI. Actum Mediol(ani). T(estes) (a) Tedaldus Burro et Albertus Sedacio et Ioh(anne)s Longo. Deder(unt) vuadiam Otto Longo | et Vuifredus de Arco Amedeo Burro (b) si Noveta, infantula, venerit ad legg(itim)am etatem maritandi (c), fac(er)e habent mundiare ipsam infantulam | Ottoni, filio ipsius Amedei, sicut est lex. Fid(eiussores)Amizo Gutta de Arco et Petrus, filius s(upra)s(crip)ti Ottonis. Pena (d) lib(rarum) .L. Et ipse Amedeus dedit vuadiam | predictis hominibus ut ipse filius eius accipiet eam ad uxorem, et fac(er)e eidem infantule quod iudex laudaverit; et si antea decesserit (e) ipsa | infantula t(ib)i filio ipsius Amedei, reddere debet eis lib(ras) .XL., quos (f) ipse Amedeus habet ex parte ipsius infantule, predictis hominibus, secundum quod eis pertinet | in por(cione). Fid(eiussor)Ioh(anne)s Burro. Pena lib(rarum) .C. Dedit vuadiam ipse Amedeus predicto Petro Longo si ipsa Loveta (g) infantula (h), quando | habuerit mundiatam, Otto filius eius fac(er)e habet fac(er)e talem (i) car(tam) et securitatem in eodem Petro Longo de (j) omnibus rebus, sicut l(egitur) in alio | breve (1) quem fec(it)Guifredus de Arco, que fuer(unt) s(upra)s(crip)ti Ottonis, patris ipsius infantulæ (k). Fid(eiussor) predictus Ioh(anne)s Burro. Pena lib(rarum) .L. | S(upra)s(crip)ti testes et die dedit (l)
(a) Precede D(e)-, erronea anticipazione dei successivo Deder(unt)
(b) La prima r nel sopralineo.
(c) Segue habe(n)t (con et nota tironiana) m- depennato.
(d) P- corr. su altra lettera, come pare.
(e) In N segue aliquis non depennato, forse per dimenticanza del notaio.
(f) Così N.
(g) Così N.
(h) Segue fu(er)it mun- depennato.
(i) N tale con segno abbr. (trattino obliquo intersecante l).
(j) Segue tota depennato.
(k) N infanlæ senza segno abbr.; -l- corr. da altra lettera, come pare.
(l) Lettura probabile, che implica l'interruzione del dettato; segue lettera non perspicua che pare depennata.
(1) Non si è reperito.
Edizione a cura di
Michele Ansani
Codifica a cura di
Michele Ansani