Lombardia Beni Culturali
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Carta venditionis

1145 aprile, Basiano.

Giovanni detto Sapio, di Basiano, e sua moglie Olda - quest'ultima con l'autorizzazione di Oprando giudice e missus di re Corrado <III> -, ambedue di legge longobarda, dichiarano di aver ricevuto da Pietro <Niger> , converso del monastero di Morimondo, nove soldi di denari milanesi d'argento quale prezzo della vendita di un appezzamento di campo in Sanctus Ambrosius presso Coronate.

Falsificazione in forma di originale, ASMi, AD, pergg., cart. 687 [A]. Copia semplice, BONOMI, Morimundensis, pp. 225-7, n. 58 [B]. Regesto, Catalogo, IV, fasc. 73. Nel verso di A, di mano del sec. XII: Terra de Morimundo; di mano Y: Car(ta) quam fecit Ioh(anne)s Sapius; di mano X: In Coronago; ca(m)p(us) .I. non term(inatus); di mano W: .MCXLV., in aprili; di mano del sec. XIII: § Carta monasterii; lettera calligrafica V (sec. XIII?); altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura del sec. XVIII: A. 3; segnatura Bonomi: 58. MCVL. Vendita.

Cf. OCCHIPINTI, II monastero, p. 536 (nota 24).

La pergamena è in buono stato di conservazione, pur presentando una leggera usura lungo le antiche piegature.
Un semplice confronto con il doc. n. 89 permette di attribuire con certezza l'integra redazione della vendita al giudice Oprandus: scrittura e formulario coincidono, e persino i vizi formali consueti nella produzione del medesimo (cf. nota introduttiva al doc. n. 77) ricorrono qui nel dettato con eloquente puntualità. Non va esclusa, a priori, l'ipotesi che Oprando abbia confezionato il mundum sulla base di una scheda/notitia stesa dal collega Arnolfo, morto nel frattempo o per qualche ragione impossibilitato ad operare: in simili circostanze tuttavia, non infrequenti a quest'epoca, il notaio che subentra al collega tradente non manca di sottolineare la particolarità dell'operazione (cf. a esempio il doc. n. 72; si veda anche, in Gli atti privati, IV, pp. 482-4, n. 815, il doc. 1094 novembre; e ancora il doc. 1167 gennaio 16, Milano, in ASMi, AD, pergg., cart. 555); ma è necessario aggiungere come, tra i notai milanesi attivi nel sec, XII, non figuri alcun Arnulfus dotato della qualifica di notarius sacri palacii o di altre specifiche degli scrittori di docc. di quest'area. Le ragioni del falso ci sfuggono, anche se non emergono elementi in grado di screditare la genuinità storica del negozio: la stessa identità dei venditori e dei testi, più volte menzionati nelle carte coeve conservate presso l'archivio monastico, ci obbliga a ritenere assolutamente rischiosa una valutazione del falso che superi il piano strettamente diplomatistico. Piuttosto, è possibile mettere a fuoco l'atteggiamento assunto nella circostanza dal notaio, ben consapevole di essersi impegnato nella costruzione di un documento potenzialmente sospetto: Oprandus, infatti, mediante il ricorso a un paio di accorgimenti significativi, cerca di garantire, anche sotto l'aspetto esteriore, l'assoluta regolarità della carta. Da un lato, egli connette il proprio ruolo di semplice sottoscrittore del doc. a una speciale funzione di missus appositamente delegato ex ac causa da re Corrado II (= Corrado III imperatore); si trattava, secondo una prassi consueta, di verificare la spontanea adesione della donna al negozio condotto insieme al marito. La scarsa rilevanza dei beni oggetto della vendita, e in generale l'assoluta normalità della situazione qui configurata, non sembrano di per sé giustificare un diretto intervento di Corrado III; e il negozio attestato dal doc. n. 89 - sicuramente 'sano' e peraltro strettamente apparentabile con questo se inquadrato nei programmi di concentrazione e accorpamento fondiario perseguiti dal monastero - vede pure agire due coniugi in qualità di venditori: ma in quella circostanza Oprando si limita a menzionare l'intervento dei propinqui parentes a convalidare la posizione della donna all'interno dell'azione giuridica, qualificandosi poi nella completio semplicemente come iudex et notarius sacri palacii. Dall'altro lato, egli imposta la propria sottoscrizione secondo un modulo grafico più ampio di quello usato nel resto del dettato, sia per dare in qualche modo rilevanza al proprio intervento nell'azione documentaria, sia per differenziare la propria dalla presunta mano di Arnulfus.

(SN) Anno dominice incar(nationis) mill(eximo) centeximo quadrageximo quinto, mense aprilis, indic(tione) octava. Constat nos Ioh(anne)s qui dicor Sapio, de loco Fara Basillani, et Olda, iugal(is), qui professi | sumus lege viv(er)e Longobardorum, m(ih)i que supra Olde consentiente ipso Ioh(anne)s iugali et modoaldo (a) meo et subter confirmante et, ut (b) legis (1) abet autoritas, una cum noticia Oprandi iudici et (c) | missi do(n)ni secundi Curadi (d) regis (2), qui ex ac causa ab eo missus est institutus, a quo interrogata et inquisita sum si ab ipso iugali et modoaldo meo vel ab alio omine ullam patior violentiam, in cuius presentia et (e) | testium certam facio professionem et manifestacionem eo quod ab ipso iugali et modoaldo meo nec ab alio homine nullam pacior violentiam, nisi mea bona et sponteneam volu(n)tatem hanc car(tam) vend(icion)is | fac(er)e visa sum, accepisse sicuti et in presentia testium manifesti sumus quod accepimus at te (f) du(n) Petro, converso eccl(esi)e monasterii Sancte Marie de Murimondo, a parte s(upra)s(crip)ti monasterii, | argen(ti) den(ariorum) bon(orum) Mediol(anensium) solidos novem, finito precio, sicut (g) inter nos convenit, pro ca(n)pi pecia una, iuris nostri, quam ab(er)e visi sumus in loco et fondo Sancto Ambrosio ad Coronago; coheret ei ab homni parte mo|nasterium, quocumque et quantumcumque s(upra)s(crip)tum ca(n)pum inventum fuerit, inintegrum, infra ipsas homnes coherentias, ut supra l(egitur), per hanc car(tam) pro s(upra)s(crip)to precio vendimus, tradimus, emancipamus, ut facias (h) exinde (i) a presenti die tu et cui tu dede|ris vestrisque succesoribus, iuris propietarii nomine, quicquid volueritis, sine homni nostra heredumque nostrorum contradic(tione). Quidem et spondimus atque promittimus nos qui supra iugales, una cum nostris heredibus, tibi qui supra du(n) Petro, a parte s(upra)s(crip)ti | monasterii, et cui vos dederitis vestrisque succesores (j), s(upra)s(crip)tum ca(n)pum, qualiter supra l(egitur), inintegrum, ab omni homine defensare; quod si defendere (k) non potuerimus, aut si (l) contra hanc car(tam) vendicionis per quodvis ingenium ag(er)e aut causari | presu(m)serimus, tunc in duplum vobis s(upra)s(crip)tum ca(n)pum restituamus sicut pro t(en)pore fuerit aut valuerit sub exstimacione in consimili loco. Quia sic inter eos convenit. Actum loco Bassillano.
Signum + + + m(anuum) s(upra)s(crip)torum Ioh(anni)s et Olda, iugalium, qui hanc car(tam) fieri rogaver(unt).
(SI) Ego Oprandus iudex et missus do(n)ni regis ea(n)dem Oldam interrogavi et ut supra s(ub)s(crips)i.
Signum + + + m(anuum)Petri Brulia et Oroni et Martini Laurencii et Ambrosi Cigueta testium.
(SN) Ego Arnulfus notarius sacri palatii hanc car(tam) scripsi.


(a) Così A, qui e nei casi seguenti.
(b) A om. ut
(c) A om. et
(d) Così A.
(e) A om. et
(f) Così A.
(g) A sic
(h) ut facias nell'interlineo.
(i) exi(n)de iterato.
(j) A succeres
(k) A defedere
(l) A sic(ut)

(1) Cf. LIUTPR. 22.
(2) Corrado III di Svevia imperatore.

Edizione a cura di Michele Ansani
Codifica a cura di Michele Ansani

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