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Cartula venditionis
1163 agosto 14, Fallavecchia.
Ambrogio, figlio di Pietro, e sua moglie Bonita del fu Pietro, ambedue di legge longobarda, dichiarano di aver ricevuto dal monastero di Morimondo, in persona del converso Ottone de Lignano, dodici soldi di denari pavesi d'argento quale prezzo della vendita di tutta la loro quota <del bosco> di Cirisola, in Fallavecchia; Ambrogio, inoltre, dà vuadia nei confronti di Ottone che difenderà l'oggetto della vendita, e pone come fideiussore Pietro Laurentius.
Falsificazione in forma di originale, ASMi, AD, pergg., cart. 688 [A]. Copia semplice incompleta, BONOMI, Morimundensis, p. 458, n. 163 [B]. Regesto, Catalogo, IV, fasc. 74.
Nel verso di A, di mano X: Ambroxius de Bonitate (così); de parte .I. | in Cirixola. Fara; di mano W: .MCLXIII., in aug(usto); altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura Bonomi: 163. MCLXIII. Vendita.
Cf. OCCHIPINTI, Il monastero, p. 539 (nota 38).
La pergamena presenta tracce di rigatura a piombo.
Numerose e convincenti sono le prove che ci obbligano a qualificare come decisamente spuria, sul piano diplomatistico, la cartula venditionis qui edita: non soltanto la forte impronta libraria della scrittura è ben distante dalle consuetudini notarili coeve, ma anche la malcerta padronanza del formulario, l'estrema scorrettezza del dettato, le frequenti omissioni e le aggiunte interlineari, l'uso incoerente dei segni abbreviativi sono testimoni della faticosa opera di assemblaggio e della scarsa confidenza dello scriba con gli strumenti propri della professione notarile. L'accidentalità del dettato risente della commistione di elementi tratti dal formulario della carta pavese e della carta milanese: alla prima sembrano rimandare l'ibrido schema della defensio (quod si defensare non potuerimus aut subtraere quesierimus), l'apprecazione Feliciter che segue la data topica, la locuzione scriptor huius cartule venditionis nella completio; estranea agli usi pavesi e spesso presente nelle vendite rogate in area milanese è la datio guadie, qui collocata (nonostante tale prassi sia ormai piuttosto desueta) dopo la completio. Grazie alla completio, infine, possiamo escludere l'ipotesi che il doc. sia una copia semplice, seppure alterata, di un originale genuino. Intanto non è attestata in Pavia o nel suo territorio, in questi anni, l'attività di un Lafrancus notaio il cui signum di tabellionato corrisponda a quello riprodotto nella presente vendita (dove peraltro è evidente il tentativo di imitare gli stilemi della 'scuola' notarile pavese, con esiti esasperati: sono, a esempio, troppo pronunciate le dimensioni degli anelli che chiudono alle estremità il braccio orizzontale della croce inserita nel signum). Ma, soprattutto, la qualifica di causidicus sacri palatii che si attribuisce il rogatario non trova assolutamente riscontri nè tra quelle pavesi (la specificazione sacri palatii è sempre preceduta dal titolo di notarius) nè tra quelle (pure più numerose) proprie dei rogatari di area milanese (cf. PIACITELLI, Notariato); sono attestati, soprattutto a Milano, causidici che scrivono e sottoscrivono atti privati: ma il titolo di causidicus sacri palatii rappresenta davvero un unicum, un elemento di per sé sufficiente a far cadere in modo definitivo la già barcollante credibilità della cartula.
La falsità diplomatistica del nostro presunto originale non sembra ripercuotersi sulla genuinità storica del negozio. La menzione dei fratelli Laurentii, i dichiarati rapporti di parentela intercorrenti tra essi e i venditori, l'oggetto stesso del contratto - per quanto esso nella primitiva stesura non fosse del tutto chiaro: gli aggiustamenti definitivi del testo, che indicano in una quota del bosco di Cirisola (territorio di Fallavecchia) l'oggetto della vendita, non impediscono di verificare come nella prima redazione si facesse riferimento a beni imprecisati (tota nostra porcione) ubicati in Fallavecchia e in Farixola - paiono costituire le tessere di un mosaico tutto sommato credibile. Sfuggono, in definitiva, le precise ragioni della falsificazione, a meno che esse non vadano ricercate nella congiuntura storica particolarmente sfavorevole vissuta in questi anni da Milano e dai territori vicini alla città: un quinquennio, quello compreso tra la distruzione della città a opera del Barbarossa e la sua ricostruzione (1162-1167), che peraltro non ha lasciato imponenti tracce di sé nei documenti notarili.
(SN) Anno ab incarnatione domini nostri Iesu (a) Christi .MCLXIII, .XIIII. dies agustii, indicione .XI.
Constat (b) nos Ambrosium, filium | Petri, et Bonitatem, filiam quondam Petri, qui profesi sumus lege vivere Longobardorum, ipso viro et mundualdo meo m(ih)i (c) consentiente | et subter confirmante (d), una cum noticia propicorum (e) parentum meorum, i sunt Oro, barbanus meus (f), et Petrus Laurentius (g) propiqui (h) mei (i), | in quorum (j) presentia et (k) testium (l) certam facio profesionem nullam me pati violentiam a quopiam homine, nec ab ipso viro meo, | n(is)i mea bona et spontanea voluntate (m), acepise sicuti in presentia testium accepimus a te eclesia (n) Morimondi, per misum tu|um et conversum (o) tuum fratre (p) Oto de Lignano (q), argenti denariorum Papiensium sol(idos) .XII., unde nos qui supra iugales (r) dedimus vobis quibus supra | monaci Morimondi (s), per misum vestrum et conversum Otonem, tota nostra (t) porcione Cirisole (u), quam habere visi sumus in loco e (v) fundo Fare Vetu|le (w), ut habeatis et posideatis (x) et fatiatis vos et vestris succesoribus (y) exinde a presenti die in antea, iure proprieta|rio (z) nomine (aa), quicquid volueritis (bb), sine omni nostra he(re)dumque (cc) nostrorum contradictione. Equidem promittimus nos qui supra iugales, una cum (dd) nostros eredes (ee), vobis quibus supra (ff) | monacis (gg) vestris succesoribus, s(upra)s(crip)tam venditionem (hh) ab omni homine defensare (ii); quod si defensare non potuerimus, aut subtraere quesierimus, | tunc vobis isiam venditionem restituamus in duplum tantum (jj) quantum (kk) meliorata (ll) fuerit, sub extimatione in consimili loco.
Actum in lo|co Fare. Feliciter. Signa ma(nuum) + + s(upra)s(crip)torum iugalium, qui hanc cartulam venditionis (mm) fieri rogaverunt et s(upra)s(crip)tum pretium aceperunt (nn) ut supra; | A(m)brosius eidem uxori sue consensit (oo) ut supra. Signa ma(nuum) + + istorum parentum meorum, qui ea(n)dem Bonitatem (pp) interrogaverunt (qq) ut supra. | Signa ma(nuum) + + + Guilielmi de Castelo, Galicii Carboarii, Iohannis de Sancto A(m)brosio testium.
(SN) Ego Lafra(n)cus causidicus sacri palatii, scriptor huius cartule (rr) vend(itionis), post traditam complevi (ss) et dedi. Ibi loci, presen|tia s(upra)s(crip)torum testium, s(upra)s(crip)tus A(m)brosius (tt) dedit vuadiam in manu s(upra)s(crip)ti Otonis, misus s(upra)s(crip)te ecl(esi)e, quod s(upra)s(crip)ta (uu) vend(itio)| defenderet (vv), sicut supra legitur, inintegrum, si exinde intentio aparuerit; et posuit (ww) fideiiusor Petrus Laurentius, qui se obli|gavit et omnia sua pignora in pena dupli.
(a) Ie(s)u nel sopralineo.
(b) A Costat.
(c) Si integri que supra Bonitate.
(d) A cofìrma(n)te.
(e) A p(ro)icor(um).
(f) Precede ei(us) espunto; il primo tratto di m- corr. da i.
(g) Sul primo tratto della seconda u segno diacritico superfluo.
(h) A p(ro)iq(ui).
(i) A me con segno abbr. (trattino orizzontale) soprascritto.
(j) A qor(um).
(k) et (nota tironiana) iterato.
(l) Segue acepim-, con m principiata, depennato.
(m) A volutate.
(n) Segue h, come pare, principiata.
(o) A cov(er)su(m), qui e nel caso seguente.
(p) A fre senza segno abbr.
(q) -no nell'interlineo.
(r) Segue q(ui) s(upra) ripetuto e parzialmente eraso.
(s) Seguono p e altra lettera principiata non cassate.
(t) n(ost)ra nell'interlineo, in corrispondenza di mea depennato.
(u) Cirisole nell'interlineo.
(v) Così A.
(w) -le su rasura; segue rasura di Farixola, su cui si intravvedono almeno due segni abbr. superflui (cf. nota introduttiva).
(x) A poideatis.
(y) Segue q(ui) ap- parzialmente eraso, come pare.
(z) A p(ro)p(r)ilieta|rio, con espunzione di -li-.
(aa) A noie senza segno abbr.
(bb) A voluritis.
(cc) Precede re non cassato.
(dd) A om. una cum.
(ee) Segno abbr. (tratto intersecante l'asta di -d-) superfluo.
(ff) A om. supra.
(gg) Si integri et.
(hh) A veditio(n)em, qui e nel caso seguente.
(ii) A defesare, qui e nel caso seguente.
(jj) A tatu(m).
(kk) A q(u)atu(m).
(ll) -a- corr. da altra lettera.
(mm) A veditio(n)is.
(nn) -r- corr. da altra lettera.
(oo) A cosenrit.
(pp) Segno abbr. superfluo (trattino intersecante l'asta di B-).
(qq) t finale corr. su s.
(rr) A carle senza segno abbr.
(ss) A copvi con segno abbr. (trattino ricurvo) su -p-.
(tt) A(m)b(ros)ius nell'interlineo.
(uu) Segue sua por- depennato.
(vv) A d(e)federet, con -f- corr. da altra lettera.
(ww) A pouit.
Edizione a cura di
Michele Ansani
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi