Cartula offertionis pro anima
1145 luglio 3, Pavia.
Otto del fu Alberto Butigella e Pettadina del fu Opizzone, sua moglie, insieme ai figli Lanfranco e Cassina con le rispettive mogli, Palma, figlia di un certo Cremonese, e Villana, figlia di un certo Ottone, tutti di legge romana, donano per le loro anime al monastero di S. Pietro in Ciel d'Oro tutte le loro proprietà, suddivise fra vigneti e terre arabili, dell'estensione di circa cinque iugeri, site in Oltrepò, nel territorio di Casei, in luoghi detti Carassca e Calvenza, tenute da Pagano de Fornacca e da altri. Si conviene inoltre che qualora Pettadina volesse vivere entro le mura del monastero, questi le dovrà corrispondere <annualmente> , finché il marito è in vita, tre moggi di grano, la metà di frumento e di segale, dodici congi di vino puro, quaranta soldi di denari pavesi e dieci capponi, mentre dopo la morte del marito le sarà assicurato il vitto, il vestiario e i generi necessari.
Originale, BUPv, ... [A].
In preparazione
Edizione a cura di
Barbieri, Cau, Baretta, Ansani
Codifica a cura di
Michele Ansani