prefettura della repubblica 1946 - [1971]
Nei primi mesi del 1946, a seguito dell'allontanamento dai loro incarichi dei c.d. prefetti politici, i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale scelsero di conservare l'istituto prefettizio.
La Prefettura della Repubblica è dunque, in tema di organizzazione interna, attribuzione di prerogative e disciplina del proprio personale, largamente tributaria degli ordinamenti liberali (1861-1922) e fascisti (1922-1943).
Da un punto di vista organizzativo, la Prefettura della Repubblica è distinta in cinque Divisioni, oltre al gabinetto di Prefettura e ad una direzione di ragioneria.
La prima divisione, oltre a trattare gli affari non attribuiti alle altre divisioni, si occupa di questioni amministrative (quali gli atti di cittadinanza ed anagrafici), di servizi d'ordine (relativi, di solito, all'Archivio, alla biblioteca ed all'Ufficio copia), delle imposte di consumo dei comuni e degli affari di culto (exequatur per i vescovi, placet per le nomine ed i trasferimenti dei parroci ecc.).
La seconda divisione ha competenza in materia di amministrazione locale (tutela e vigilanza) e di controllo dell'attività degli istituti di beneficenza ed assistenza.
La terza divisione si occupa di igiene e sanità. Alcune attribuzioni di questa divisione sono andate perdute nel 1958, con l'istituzione del Ministero della sanità (legge 13 marzo 1958 b).
La quarta divisione è, dopo la seconda, la più importante della Prefettura, raccogliendo e trattando tutti gli affari relativi ai lavori pubblici, alla viabilità, alle ferrovie, alle poste, ai telegrafi e telefoni ed alle bonifiche. In questi ambiti, la Prefettura viene spesso affiancata, dal punto di vista tecnico, dagli Uffici del genio civile.
La quinta divisione, frutto dello sdoppiamento della seconda divisione, è stata istituita dal decreto del Presidente della Repubblica 19 agosto 1954, n. 968 sul decentramento dei servizi assistenziali (decreto 19 agosto 1954). Negli anni '50, infatti, l'affermarsi del principio del decentramento burocratico si è concretizzato nella legge delega 11 marzo 1953, che ha attribuito al Governo la facoltà di provvedere all'affidamento alle amministrazioni periferiche di compiti precedentemente svolti dall'amministrazione centrale (legge delega 11 marzo 1953). In relazione a questo processo di riforma, le Prefetture vennero dotate di questa quinta divisione organizzativa, dedicata a gestire in maniera organica i servizi periferici in materia assistenziale (soprattutto quello, poi abolito, dell'assistenza provinciale post-bellica).
Pur ribadendo come la disciplina generale delle prefetture sia rimasta in larga parte quella del periodo monarchico (vedi la voce Regia prefettura), segnaliamo qui le principali modifiche ordinamentali avvenute fra il 1946 ed il 1971.
La Costituzione repubblicana del 1948 non si occupò di disciplinare l'istituto prefettizio; tuttavia, la legge 8 marzo 1949, n. 277 ha emendato l'art. 19 del Testo Unico comunale e provinciale del 9 marzo 1934, n. 383 in senso antiautoritario (legge 9 marzo 1934). Tramite questo provvedimento, infatti, è stato soppresso l'enunciato secondo cui il prefetto "provvede ad assicurare, in conformità delle direttive generali del Governo, unità di indirizzo politico nello svolgimento dei diversi servizi".
Col passare degli anni l'istituto prefettizio è stato progressivamente spogliato di competenze e prerogative rispetto a quelle tradizionalmente ad esso assegnate (vedi la voce Regia prefettura). In particolare, si ricorda qui la legge Scelba del 10 febbraio 1953, n. 62, che ha attenuato le attribuzioni del prefetto in tema di controllo di legittimità sugli atti degli enti locali e la sentenza della Corte costituzionale 18 febbraio 1965, n. 4, con cui si è dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'istituto della garanzia amministrativa (legge 10 febbraio 1953).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Fulvio Calia ]
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