sottoprefettura 1861 - 1927
Con la legge comunale e provinciale 23 ottobre 1859, n. 3702, il regno di Sardegna, che, in seguito alle annessioni dei territori già soggetti agli stati preunitari, sarebbe divenuto - nel giro di due anni - Regno d'Italia, fu amministrativamente diviso in province, circoscrizioni, mandamenti e comuni (legge 23 ottobre 1859). Nelle province, a rappresentare il governo e ad eseguirne le volontà, era posta l'Intendenza generale (vedi voce relativa), guidata da un Governatore. Allo stesso modo, nelle circoscrizioni furono istituite delle Intendenze a capo delle quali furono posti gli Intendenti del Re.
A seguito dell'unificazione nazionale, il capo del governo Ricasoli decise di modificare la denominazione degli uffici periferici del Ministero dell'Interno. Attraverso il regio decreto del 9 ottobre 1861, n. 250, le Intendenze generali assunsero la denominazione di Regie Prefetture, mentre le Intendenze vennero chiamate Sottoprefetture (decreto 9 ottobre 1861).
La Sottoprefettura, presente in ogni circondario ed organo di amministrazione indiretta del Ministero degli interni, aveva il compito, sotto la direzione della Regia Prefettura, di provvedere alle incombenze che le leggi le attribuivano; tra le altre cose, eseguiva gli ordini impartiti dal prefetto e provvedeva, nei casi di urgenza, riferendone immediatamente alla Prefettura.
Nel circondario al cui interno fosse presente il capoluogo di provincia, inoltre, non esisteva la Sottoprefettura, le cui attribuzioni venivano svolte dalla Regia Prefettura.
Da un punto di vista organizzativo, le sottoprefetture erano poco articolate e si componevano del Sottoprefetto e di alcuni, generalmente pochi, impiegati di segreteria appartenenti ai ruoli del Ministero dell'interno. In realtà, la Sottoprefettura era fondamentalmente costituita dal sottoprefetto, di cui è utile ricordare alcune caratteristiche.
Funzionario di carriera del Ministero dell'interno, il sottoprefetto veniva scelto tra i consiglieri di prefettura ed era nominato con decreto governativo su proposta del Ministero dell'interno. Oltre che ai normali emolumenti, il sottoprefetto aveva diritto ad un alloggio gratuito e ad una modesta indennità di rappresentanza. Inoltre, egli non poteva essere sottoposto a procedimento penale per atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni se non a seguito di un'autorizzazione del re, essendo protetto dalla cosiddetta garanzia amministrativa.
Oltre che adempiere a svariate attività di carattere amministrativo, il sottoprefetto era anche, nel circondario, un'autorità politica. Tale veniva infatti considerato dalla legge 17 luglio, 1890, n. 6972 sulle istituzioni di beneficenza ed assistenza (legge 17 luglio 1890) e dalla legge 29 marzo 1903, n. 103 sulla municipalizzazione dei pubblici servizi (legge 29 marzo 1903). Il sottoprefetto era inoltre annoverato tra le autorità di pubblica sicurezza, vigilando sull'Ufficio circondariale di pubblica sicurezza (legge 30 giugno 1889), e tra le autorità sanitarie (legge 1 agosto 1907).
Tra i principali compiti della Sottoprefettura, ricordiamo come essa dovesse:
- Eseguire gli ordini del prefetto, vigilare sulla vita politica, economica e sociale del circondario del circondario e trasmettere le relative informazioni al prefetto. Questo stretto legame con gli uffici di Prefettura, peraltro, non implicava che le sottoprefetture non fossero dotate di margini di autonomia amministrativa, perché alcune leggi affidavano all'esclusiva competenza della Sottoprefettura alcune funzioni, la più importante delle quali era certamente quella della vigilanza e della tutela sugli enti locali del circondario;
- Presiedere, nel circondario, a tutte le operazioni relative alla leva obbligatoria e richiedere, ove necessario, l'intervento delle forze armate per l'impiego delle truppe nei servizi di pubblica sicurezza;
- Coadiuvare la Prefettura e la Commissione provinciale di assistenza e beneficenza nella sorveglianza sulle istituzioni pubbliche di beneficenza;
- Svolgere le funzioni eventualmente delegate dal prefetto, eccetto quelle per cui fosse necessario l'intervento della Giunta provinciale amministrativa (vedi voce relativa). Le Sottoprefetture,inoltre, curavano l'istruzione degli affari che sarebbero poi stati sottoposti alla deliberazione del prefetto o della Giunta provinciale amministrativa.
La Sottoprefettura è stata, sin dalla sua istituzione, un'amministrazione fortemente criticata dalla dottrina amministrativista del tempo e da un'importante parte della classe politica italiana a causa dell'esiguità delle sue attribuzioni, dell'eccessivo numero di uffici sparsi per l'Italia e dei pericoli di ridondanza con le attribuzioni ed i compiti delle prefetture. D'altra parte, le difficoltà nei trasporti, che caratterizzavano buona parte del territorio italiano anche nella seconda metà del XIX secolo ed il forte carico di lavoro che le prefetture già si trovavano a svolgere, consigliarono il legislatore di non riformare o addirittura sopprimere le sottoprefetture.
Tuttavia, nel mutato clima del primo dopoguerra e, soprattutto, durante il fascismo, si giunse dapprima a riformare le sottoprefetture esistenti, per poi disporne in un momento successivo la definitiva soppressione.
Nel 1921, la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'ordinamento delle amministrazioni dello Stato e sulle condizioni del personale si era posta il problema della funzionalità delle sottoprefetture arrivando a ritenerne eccessivo il numero ed irrazionale la distribuzione sul territorio; la Commissione espresse l'avviso di conservare esclusivamente le poche sottoprefetture collocate in centri lontani ed ancora mal collegati con il capoluogo di provincia.
Durante il fascismo, la riforma del 1923 della legge comunale e provinciale (decreto 30 dicembre 1923 d) si occupò, tra le altre cose di attuare un tentativo di decentramento burocratico. In questo contesto, le Sottoprefetture si videro attribuite nuove funzioni o, meglio, si videro cedere dalle Prefetture le incombenze di ambito esclusivamente circondariale.
Nonostante questo intervento, però, l'esistenza di un organo intermedio fra i minori comuni e la prefettura mal si conciliava con il progetto accentratore ed autoritario del fascismo, che proprio negli anni '20 tendeva a fare del prefetto il dominus incontrastato della provincia, anche nei confronti dello stesso segretario federale del partito fascista. In questo modo, il decreto legge 21 ottobre 1926, n. 1890 (decreto legge 21 ottobre 1926) dispose la soppressione delle sottoprefetture di minore importanza, mentre il decreto legge 2 gennaio 1927, n. 1 estese la soppressione a tutte le sottoprefetture del regno d'Italia (decreto legge 2 gennaio 1927).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Fulvio Calia ]
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