ufficio provinciale dell'economia 1927 - 1931
Uno degli obiettivi caratterizzanti il regime fascista fu quello di estendere il controllo statale nei vari ambiti della socialità umana. Tra questi, quello dell'economia era certamente uno dei più importanti, anche perché si collegava direttamente ad un aspetto dell'ideologia fascista, quello del corporativismo e della ricerca di una 'terza via' oltre il capitalismo ed il comunismo, molto sentito dalle più alte gerarchie fasciste e continuamente promosso con azioni propagandistiche e normative.
A seguito della istituzione del Ministero delle corporazioni (decreto 2 luglio 1926) e della trasformazione delle Camere di commercio e industria in Consigli provinciali dell'economia (legge 18 aprile 1926 - vedi schede relative), il legislatore dotò il neoistituito dicastero delle corporazioni di propri uffici periferici: gli Uffici provinciali dell'economia (decreto legge 16 giugno 1927).
Questi uffici, organi dello Stato, avevano il compito di "rafforzare, con intimo legame alla funzione governativa, l'azione dello Stato in ogni campo dell'economia provinciale"; inoltre, a questi uffici furono assegnati i compiti di segreteria del Consiglio provinciale dell'economia.
Gli Uffici provinciali dell'economia erano amministrati dal ministero delle corporazioni attraverso il prefetto, il quale presiedeva per diritto i Consigli provinciali dell'economia. Quali organi periferici del ministero, gli uffici provinciali curavano l'esecuzione dei suoi atti e provvedimenti e fungevano da osservatori del movimento economico e sociale delle province. Inoltre, per quanto riguardava le materie economiche, gli altri dicasteri potevano interagire con gli uffici provinciali, dietro consenso ed autorizzazione del Ministero per le corporazioni, affidando loro l'esecuzione di "determinati incarichi" (art. 5).
In quanto ufficio di segreteria dei Consigli provinciali dell'economia, poi, gli uffici provinciali provvedevano a tutte le necessità di tipo amministrativo del consiglio medesimo, in armonia con quanto disposto dal prefetto.
Al fine di attribuire maggiore autorevolezza al nuovo ufficio, il decreto n. 1071 stabilì che tutti gli uffici dipendenti dal Ministero per le corporazioni potessero fondersi o aggregarsi all'Ufficio provinciale dell'economia.
A capo dell'ufficio fu posto un direttore, che svolgeva anche le funzioni di segretario del Consiglio provinciale dell'economia (artt. 44 e 6); tuttavia, l'ufficio non era sottoposto ad un rapporto di dipendenza gerarchica rispetto al consiglio, visto che tale dipendenza era prevista esclusivamente in capo al direttore dell'ufficio-segretario del consiglio rispetto al prefetto, che come già accennato era presidente ex officio del Consiglio provinciale dell'economia.
Gli Uffici provinciali dell'economia, oltre a svolgere le attribuzioni ad essi demandate da leggi o regolamenti speciali, avevano i seguenti, principali compiti:
- Raccolta, nella loro funzione di osservatori del movimento economico e sociale della provincia, delle notizie interessanti al riguardo; era prevista un'ammenda per gli uffici periferici dello Stato che non prestassero incondizionata collaborazione e non dessero il dovuto sostegno alle attività di studio degli uffici provinciali;
- Ricezione e registrazione, nell'apposito registro delle ditte, delle denunce di costituzione, modificazione e cessazione delle imprese (nel decreto "ditte") e rilascio dei relativi certificati;
- Deposito delle firme che i proprietari ed i procuratori delle imprese individuali e gli amministratori ed i procuratori delle società erano obbligati a rilasciare agli effetti dell'autenticazione;
- Raccolta dei disegni e dei modelli di fabbrica, dei marchi e dei segni distintivi delle imprese;
- Rilascio di certificati di origine delle merci e delle carte di legittimazione per i viaggiatori di commercio;
- Predisposizione dei mercuriali e dei listini prezzi nei limiti ed in armonia con quanto disposto, sul punto, dal Codice di commercio;
- Istruzione delle pratiche, nella qualità di segreteria del consiglio, da sottoporsi all'esame del consiglio medesimo.
A cinque anni dall'istituzione dell'Ufficio provinciale dell'economia (ed a sei da quella del Consiglio provinciale dell'economia), il legislatore fascista, perseguendo la sostituzione delle strutture amministrative preesistenti preposte ai vari settori economici con quelle corporative, modificò la denominazione di questi enti. Con la legge 18 giugno 1931, n. 875 (legge 18 giugno 1931), infatti, gli Uffici provinciali dell'economia assunsero il nome di Uffici provinciali dell'economia corporativa (vedi voce relativa).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Fulvio Calia ]
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