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Cartula vinditionis
1112 giugno, Levate.
Alberto, Bonomato e Pietro, germani, figli del fu Andrea, di Levate, località Sonvico, e la di loro madre Ambrosia, dichiarano di aver ricevuto da Giovanni e Alberto, figli del fu Operto, anch’essi di Levate, quaranta soldi e mezzo di denari d’argento quale prezzo della vendita di tre appezzamenti di terreno campivo siti in Levate, località in Castenedello, dell'estensione complessiva di sei pertiche e trentasette tavole.
Originale, BCBg, Collezione di pergamene, perg. 562 (A).
Il verso, eccezion fatta per una sintetica chiosa di mano del tardo XII secolo relativa all'ubicazione dei terreni oggetto della vendita documentata nel recto ('In Lavate'), è quasi interamente occupato da annotazioni di mano del notaio rogatario. Nella zona centrale della membrana, capovolta rispetto alla scrittura nel recto, si legge: ‘Ca(rtu)la Alb(er)ti et Ioh(ann)i germ(ani)s <così> fecit Ambrosia da Sumvicho con suis filiis’. Nella parte inferiore, disposte nello stesso senso del testo e vergate con inchiostro del medesimo colore (ma in scrittura di modulo più grande), due più estese annotazoni, la prima delle quali può senz'altro essere considerata una notitia: della riga iniziale, quasi completamente erasa, si recuperano con una certa difficoltà, pure con l’ausilio della luce di Wood, soltanto alcuni caratteri isolati e per nulla perspicui. Le successive due righe recitano: ‘Mense ian[uarii..................] fi[lii] Auperti de Lavate | fec(erunt) Bonomato, Petro, g(er)m(an)i, filii Andre Senioritti de Su(m)vic[o], | de Lavate, n(ost)ra portione de tribus q(ui) l(egitur) in a(n)c ca(rtu)la. Sol(idos) <segue breve spazio bianco dell’estensione di 2-3 lettere>. Tes(tes) Andre[a], | Vualando, Ioh(ann)e, Vitale'. Si noti, oltre all'incongruo (ma in definitiva non così eccezionale) passaggio dalla forma oggettiva iniziale a quella in prima persona, la discordanza rispetto a quanto documentato nel recto di ben cinque elementi della rogazione: la datazione cronica, anzitutto, la quale (pur con qualche dubbio dovuto alla sua difficile restituzione), sembra non poter in alcun modo concordare con quella dichiarata nel protocollo. Inoltre, al di là di minime varianti nelle forme onomastiche e toponomastiche (Auperti in luogo di Operti, Sumvico anziché Sumovicho/Sumvicho, nonché l'indicazione della forma cognominale Senioritti per il padre dei venditori, di cui non c'è traccia nel mundum), sono da segnalare sia il fatto che (presumibilmente) solo uno dei testimoni presenti all'azione giuridica (Vitale) venga menzionato nella documentazione, sia - e soprattutto - che il padre degli autori risulti ancora in vita al momento della sua stesura. Infine, che il contenuto della notizia tergale non rispecchi fedelmente il tenor del mundum, pare confermato dalla stessa specificazione delle res alienate, che non corrispondono ai tre appezzamenti di terra campiva dichiarati nel testo, ma bensì soltanto alla porzione di quelli detenuta da due dei tre figli di Andrea (Bonomato e Pietro). L'aggiunta all'elenco dei venditori del terzo fratello (Alberto), nonché della madre Ambrosia, avviene nella seconda annotazione, redatta più in basso, nel margine inferiore della pergamena, secondo il formulario tipico delle cartule venditionis del periodo: 'C(on)stat nos Albertus et Bonomato seu Petro, g(er)m(an)i, filii quondam Andrei Senioruti, et Ambrosia, | mat(er) et filii, de loco Lavate, ubi dicitur Sumvicho, mihi que supra Ambrosia consentiente ipsis filis | meis, accepisemus a vobis Iohanne et Alberto germani filii Operti de Lavate’. La presenza dell'avverbio premesso al nome di Andrea Senioruti (e si badi, di sfuggita, anche a questa ulteriore variante grafica) testimonia senz'altro del trascorrere di un lasso di tempo più o meno lungo dalla prima rogazione, entro il quale potremmo ipotizzare che sia occorso anche il raggiungimento della maggiore età da parte di Alberto (nel caso si disponesse del mundum redatto sulla base della prima notitia leggeremmo della promessa, avanzata dai fratelli ovvero da suoi tutori, di far confermare la vendita non appena pervenuto ad legiptimam aetatem). Certo è che neppure questa seconda fase dell'actio trovò esito nella scriptio definitiva, dal momento che la carta finalmente stesa in mundum fa chiaro riferimento all'avvenuto trapasso pure di Operto di Levate, padre degli acquirenti. Ricostruita, seppur sommariamente, la molteplicità di momenti in cui si articolò la produzione del documento, assume forse una sua coerenza interna l'intervento di rasura operato dal notaio Giovanni nei confronti della datazione cronica cui si accennava sopra.
Sempre nel verso, è infine da segnalare la presenza di altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura settecentesca: '1112'.
La pergamena, in discreto stato di conservazione (si notano soltanto, oltre a una modesta rosicatura sul fianco sinistro, lievi tracce di usura in corrispondenza delle antiche piegature), è stata rifilata lungo il margine inferiore: nel recto, di seguito alla completio notarile, s'intravedono le aste ascendenti di alcune lettere isolate.
(SN) In Christi nomine. Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi mill(esimo) centesimo duodecimo, mense | iunius, ind(ition)e quinta. Constat nos Albertus et Bonomatus seu Petrus germani, filii quondam Andrei, de lo|co Lavate, ubi dicitur Sumvicho, et Ambrosia, mater et filii, ipsis filiis meis m(ih)i consentientibus, accepimus (a)| a vobis Iohanne et Alberto, germanis, et filii quondam Operti, de eodem loco Lavate, argenti denarios b|onos sol(idos) quadraginta et quinque, finitum pretium, sicut inter nos convenimus, pro petiis trex de | terra campiva iuris nostri quas habere visi sumus ipsis petiis in | s(upra)s(crip)to loco et fundo Lavate. Prima petia locus ubi dicitur in Castenedello, con arboribus (b) super se abente. Coeret ei |[supr]a totam: a mane Vitali, a meridie via, a sera v(est)ra emtori, a montes Odoni, et est per iustam mensuram supra totam | pertices trex et tabules viginti et due (c). Secunda petia ibi prope: a mane Odoni, a meridie Cristine, a sera Sancti Allexan|dri, a montes Alberti, et est supra totam per iustam mensuram pertices due. Tertia petia similiter ibi prope: a mane et | montes v(est)ra emtori, a meridie Alberti, a sera Lanfranci(d), et est supra totam per iustam mensuram pertica una et | tabules quindecem (e) et amplius si fuerit. Que autem s(upra)s(crip)tis petiis terre, qualiter superius (f) legitur, con superioribus et inferior|ibus seu con finibus et accesionibus suarum in integrum presenti die in v(est)ra (g) qui supra germanis aut cui vos dederitis | vestrisque heredibus persistat potestate, iure proprietario nomine, abendum et fatiendum exinde quicquid v|olueritis, sine omni nostra et heredum nostrorum contrad(ition)e. Quidem spondimus atque promittimus nos qui supra Albertus | et Ambrosia, mater et filio, una con nostris heredibus, vobis qui supra Iohanne et Alberto germanis aut cui vos dederitis | vestrisque heredibus s(upra)s(crip)tam venditionem nostram portionem omni tempore ab omni contradicente omines defensare; et si de|fendere non potuerimus, aut si contra hanc cartulam agere quesierimus, tunc s(upra)s(crip)tam venditionem vobis in duplum resti|tuamus sicut pro tempore meliorata fuerit (h) aut valuerit sub estimatione in eodem vel in consimili loco. | Quia sic inter nos convenimus. Actum s(upra)s(crip)to loco Lavate. Signum (j) ## manibus s(upra)s(crip)torum Alberto et Ambrosia, mater | et filio, qui hanc cartulam vinditionis fieri rogavit, et s(upra)s(crip)to Alberto et Bonomo et Petro germanis qui eidem | Ambrosia, mater et mondoalda sua, consenserunt ut supra. Signum ### manibus Vitali et Nigroni seu |Lanfranci testes. (SN) Iohannes notarius scripsi, post traditam complevi et dedi.
(a) Nel sopralineo si leggono tre lettere, suh, di significato non perspicuo; la parte restante del rigo di scrittura è interamente occupata da parole erase e del tutto illeggibili.
(b) Al di sopra, nell'interlineo, s'intravedono le parole [c]astaneis a[rb]ore.
(c) due aggiunto nell'interlineo.
(d) Segue a m(onte)s depennato.
(e) -ecem di modulo più piccolo, fortemente schiacciate sulla parola che segue in quanto aggiunte in un secondo momento alla misurazione, rivelatasi evidentemente errata, q(ui)nq(ue), sulla cui seconda -q-, con rasura del trattino discendente, il notaio ha realizzato la -d-.
(f) -p- priva del trattino orizzontale abbreviativo.
(g) Nell'interlineo, al di sopra di tua cassato mediante tratto di penna.
(h) Con trattino abbreviativo superfluo per la nasale, qui e nel seguente valuerit.
(i) Sig- è reso con un grafismo, qui e nel caso seguente.
Edizione a cura di
Gianmarco De Angelis
Codifica a cura di
Gianmarco De Angelis