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Desiderii et Adelchis regum et Ansae reginae diploma
760 ottobre 4, Pavia.
Desiderio e Adelchi re insieme ad Ansa regina confermano per la loro anima al monastero di <San> Salvatore, da loro edificato in Brescia, alla badessa Anselperga, loro figlia e germana, e a tutta la comunità delle monache il possesso di alcuni edifici <situati nei pressi del monastero> , degli arredi, delle suppellettili e dei paramenti liturgici per il culto, nonché di tutti gli altri beni pertinenti; concedono altresì al monastero dieci case massaricie site nei pressi del fiume Oglio, ove dicesi Pisserisse, e la terra relativa per un'estensione complessiva di quattrocento iugeri, il casale Secunciolum, sito presso Pollicine Po, dell'estensione di trecento iugeri, cinquanta iugeri di terra tratti dalla corte ducale sita a Roncadelle, a cui vanno aggiunte altre otto case site nel territorio bresciano, in casale detto Ermenfrit, e una selva in Gusnago, in finibus Sermionensi, dell'estensione di centocinquanta iugeri; prendendo infine il monastero sotto la loro protezione, stabiliscono che la badessa sia liberamente eletta - senza alcuna ingerenza esterna - all'interno della comunità delle monache, le quali non dovranno superare il numero di quaranta, e pongono lo xenodochium e la basilica di <Santa> Maria e dei SS. Pietro e Paolo <in seguito monastero di S. Felice> , edificati nella città di Pavia, sotto la diretta tutela del monastero.
Copia semplice della seconda metà del sec. X, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 1, perg. II [B]. Copia autentica del sec. XVI, ASMn, Archivio Gonzaga, busta 78, fasc. 14 [E]. Copia semplice del sec. XVII-XVIII, ASMn, Archivio Gonzaga, busta 132, fasc. 2 [F]. Copia semplice del sec. XVII, BAMi, <PURICELLI>, Brixiensis monasterii olim Sancti Salvatoris nunc Sanctae Iuliae varia privilegia, ff. 176r-177v [G]. Copia semplice del sec. XVII-XVIII, ASMn, Documenti Patrii, busta 1 [H]. Copia del sec. XVIII, ASMn, Confini con Modena, busta 1 [J]. Copia autentica del sec. XVIII, ASMn, Documenti Patrii, busta 1 [K]. Copia semplice del sec. XVIII, ASMn, Archivio Gonzaga, busta 78, fasc. 14 [L]. Copia Odorici, busta 19.2. Regesto Astezati, pp. 63, 341 (alla data 761 ottobre 4), 420, 511, 532, 582, 612, 650, 655, 658, 673, 691. Regesto Cristoni, p. 1 (alla data 761 ottobre 4).
Nel verso, soltanto segnature di epoca moderna.
Edizioni: MARGARINI, Bullarium Casinense, II, n. VIII, pp. 6-7 (alla data 762 ottobre 4); TROYA, Codice Diplomatico Longobardo, V, n. 747, pp. 86-91; ORTI MANARA, La penisola di Sirmione, n. I, pp. 197-99; PORRO LAMBERTENGHI, Codex Diplomaticus Langobardiae, n. 20, coll. 40-3; BRÜHL, Codice Diplomatico Longobardo, III, n. 33, pp. 203-8 (Br).
Trascrizioni: BAITELLI, Annali historici, pp. 7-9; pp. 29-30 (trad. it.); ODORICI, Storie Bresciane, III, n. XVII, pp. 34-7.
Regesti: BETHMANN und HOLDER-EGGER, Langobardische Regesten, n. 313, p. 289; CIPOLLA, Fonti edite, n. 11, p. 44; CHROUST, Untersuchungen, n. 26, pp. 190-91; TORELLI, Regesto Mantovano, n. 1, pp. 3-4.
Cf. MURATORI, Antiquitates Italicae, I, coll. 950-51; ODORICI, Antichità cristiane, p. 15, ID., Storie Bresciane, II, pp. 286, 298 (nota 1); PARAZZI, Origini e vicende di Viadana, p. 59; BETTONI, Storia della riviera di Salò, I, pp. 125-26; CHROUST, Untersuchungen, pp. 12, 29, 49, 50, 52, 54, 60, 64-6, 70, 71, 74, 75, 81, 172; PERTILE, Storia del diritto italiano, I, p. 102 (nota 47); HARTMANN, Notare, pp. 23-4; ID., Analekten, p. 83; GRASSHOFF, Klosterwesen, p. 56; VOIGT, Die Königlichen Eigenklöster, pp. 21, 66, 81-2, 87, 113, 127-28; WOLFRAM, Intitulatio, p. 65 (nota 54); SEREGNI, La popolazione agricola, pp. 18 (nota 2), 19, 20 (nota 1), 21 (nota 2), 26 (nota 2), 30 (nota 2), 35 (nota 2), 40 (nota 8), 68 (nota 1), 73 (nota 1); GUERRINI, Cunimondo di Sirmione, p. 48 (nota 3); BOGNETTI, La Brescia dei Goti e dei Longobardi, pp. 435 (nota 2), 438 (nota 3), 446 (nota 1); BRÜHL, Studien, pp. 194-6, 198, 200, 201; PANAZZA, La documentazione storica, p. 17; PASQUALI, La distribuzione geografica, pp. 157 (nota 102), 158 (nota 106); GASPARRI, Grandi proprietari e sovrani, p. 437 (note 21 e 22); CASTAGNETTI, Le comunità, p. 37; BECHER, Das königliche, pp. 299 (nota 2 e 5), 327; BETTELLI BERGAMASCHI, A proposito, pp. 152-53; WEMPLE, S. Salvatore/S. Giulia, p. 86 (nota 6); GASPARRI, Pavia longobarda, p. 64 (nota 84); HUDSON, Pavia: l'evoluzione urbanistica, p. 248; BARONIO, Vicus, curtis, castellum, p. 108 (nota 18); BROGIOLO, Civitas, chiese e monasteri, pp. 14, 58; BETTELLI BERGAMASCHI, Pallii serici a Brescia, p. 154; EAD., Seta e colori nell'alto medioevo, pp. 1 (nota 1), 44; EAD., Il tempo monastico, p. 85 (nota 2); EAD., Monachesimo femminile, pp. 52, 62, 63 (nota 92), 66, 67, 68 (nota 106); BROGIOLO, Brescia altomedievale, p. 104; PASQUALI, Gestione economica, p. 134; BONAGLIA, Bozzolo, p. 88; CAMMAROSANO, Nobili e re, p. 94 (nota 15); MENANT, Campagnes, p. 312 (nota 9); BRESSLAU, Manuale di diplomatica, p. 357; BARONIO, Tra corti e fiume, pp. 15 (nota 21), 17 (nota 32), 47 (nota 213), 49 (nota 226), 60 (nota 311); ARDUINO, Antiche memorie, p. 173; GAVINELLI, La liturgia del cenobio, p. 142 (nota 28); SCHMID, Der Codex, p. 5; BROGIOLO, Desiderio e Ansa a Brescia, p. 144; LA ROCCA, La legge e la pratica, p. 68; TOMEA, Intorno a S. Giulia, p. 93 (nota 151); GAVINELLI, L'omeliario, p. 345; ANDENNA, Le monache, pp. 18-9; JARNUT, Cremona nell'età longobarda, pp. 13 (nota 52), 17, 18-9; SALVARANI, La struttura territoriale, pp. 35, 41; LAZZARI, Una mamma carolingia, p. 45; LA ROCCA, Monachesimo femminile, pp. 125 (nota 28), 129 (nota 51), 131 (nota 65).
La pergamena presenta alcune macchie di umidità e una certa usura, con conseguente scolorimento dell'inchiostro, lungo entrambi i margini laterali. Rigatura a secco, tracciata sul verso.
Nel verso non compare la consueta segnatura di mano Astezati; tuttavia il documento risulta regestato nell'Indice alla segnatura K fil. 1 n. 2.
Le numerose imprecisioni e deficienze del testo tradiscono evidenti difficoltà avute dal copista nella decifrazione dell'antigrafo; in particolare, secondo Brühl, si segnala l'omissione della formula introdotta dal quatenus (difficilmente assente nell'originale), sostituita con un doppio impiego del verbo ordinare, nel senso che ha nell'italiano moderno ma che appare inconsueto nell'epoca longobarda. È dunque probabile che l'intero passo da et qualiter a fieri ordinaverimus sia una interpolazione tarda, inserita in luogo della formula introdotta dal quatenus, tanto più che della cura per i poveri, a cui si allude in esso, non si riscontra altro riferimento nel testo del diploma. Risulta altresì insolito l'utilizzo del plurale per la menzione dei sovrani nella formula ex dicto, in quanto in tutti i restanti diplomi emanati insieme da Desiderio e Adelchi si utilizza la formula al singolare: ex dicto domni regis. Non si può pertanto escludere che il testo del doc. sia stato rielaborato in seguito dal copista, ipotesi che sembra trovare conferma nella deformazione del nome del notaio Sisinnio in Sisigno e nella trasformazione della formula per illustriem referendarium in illis referentibus (cf. HARTMANN, Notare, pp. 23-4; sul notaio Sisinnius, cf. anche JARNUT, Prosopographische, p. 369).
Il presente doc., che ridisegna sul piano giuridico istituzionale il monastero di S. Salvatore - particolare importanza riveste la concessione della libera elezione della badessa all'interno della comunità monastica -, oltre ad essere il più antico diploma emanato da Desiderio insieme al figlio Adelchi, in qualità di coreggente, è anche l'unico praeceptum del regno longobardo, nel quale compaiano tre autori (oltre a Desiderio e Adelchi, il doc. viene promulgato anche dalla regina Ansa) a sottolineare il totale coinvolgimento della famiglia regnante in un progetto strategico che aveva come obiettivo il consolidamento della dinastia (cf. BROGIOLO, Desiderio e Ansa a Brescia, p. 144).
Circa l'identificazione dello xenodochium e della basilica di S. Maria e dei SS. Pietro e Paolo di Pavia con il successivo monastero di S. Felice, cf. HUDSON, Pavia: l'evoluzione urbanistica, p. 248; M. MILANI, Introduzione, in Le carte del monastero di S. Felice di Pavia (998-1197).
Gli elementi cronologici sono discordanti: il quarto anno di regno di Desiderio e il secondo di Adelchi portano al 760, mentre l'indizione quindicesima conduce al 762. La discrepanza non può che dipendere da un errore materiale del copista; la data proposta valorizza dunque gli elementi cronici concordanti.
Si offre l'edizione di B, senza segnalare le varianti presenti nelle copie seicentesche e settecentesche.
Flavius Desiderius atque Adhelchis viri excelentissim(i) (a) reges atque precellentissima Ansa regina.
Monasterio D(omi)ni Salvatoris (b), quod nos, Deo auxiliante, intra civitatem nostram Brixianam a fundam(en)[tis] eressimus (c) et superna subveniente mi(sericordi)a hedificavim(us), et sacrate Deo Anselperge abbatisse (d), dilecte filię et germane nostrę, seu cuncte congregationi (e) monacharum ibidem permanenti.
Divine (f) nos vocis preconium incessanter (g) amonet cotidie, ut seculi relinquam(us) contagia (h) et ad illam felicem patriam, bona operantes, apertos se(m)per oculos habeam(us), ut, cum nostrę carnis habitaculo iubente creatore fuerim(us) egressi (i), portum quietis invenire valeam(us); clamat (j) etenim scr[ip]tura dicens: 'quodcu(m)que potest manus tua facere, instanter operare' (1).
Oportet ergo, ut man(us) nostrę in malis operibus (k) sint ociose et que Deo s(un)t placita, cunctis viribus operemur (l), ut pocius cum ovibus ad dextera(m) recipi merea[mur], qua(m) cum hedis videam(ur) expelli (2); certe si in quantum virt(us) sustinet, tam(en) mente limpida superni iudicis fecerim(us) mandata, in illo (m) terribili iudicio audiem(us) clem(en)tem pastorem dicentem: 'venite benedicti patris mei, posside[te] regnum quod vobis preparatum est ab origine mundi' (3).
Huius beneficii et promissionis su(m)ma succensi, cedim(us) et firmam(us) in ipso sancto cenobio, in quo pro animarum nostrarum remedio die noctuque preces fundunt(ur) a D(omi)no, primum omnium edificia cuncta, que nobis iubentibus ibi fundata (n) s(un)t, seu et sacra vasa et pallia et ea omnia, que ad altaris ministerium pertinent (o), auferim(us), necnon aurum, argentum, eramenta, ferramenta lignea et fictili[a], omnia et in omnibus mobilibus et inmobilibus rebus simul cum animalibus, bovibus, bobulcis, familiis utriusque sexus ibidem pertinentibus (p) eidem sancto cenobio auferim(us) posedendum. Verum eciam et conferimus in ipso sancto loco casas masaricias numero decem positas (q) super fluvio Ollio, loc(us) qui Pisserisse nuncupatur, que reguntur per Victorem, Iuvenculus, Deusdedit, Ursolum, Dominicum, Stephanum, Criscolum (r), Maurus, Venerandolum et Mol[[..]] (s) vel consortibus eorum, tam casas, terras, vineas, pratas, pascuas cum uxoribus, familiis, servos pro servis (t), liberos pro liberis, utriusque sexus et etatis, omnia et in omnibus, cum animalibus, quicquit (u) a suas manus habere co(m)probantur, habe[re] masarii terra iuges numero quadringentes. Necnon et cedim(us) ibi recona, quantum ad curtem nostram pertinet, suptus ipso Pisserissio (v) usque in Ollio, inintegrum; similiter (w) et cedim(us) in ipso monasterium casale Secunciolum, quod positum est sec(us)Pollicinum de Pado, habens iuies trecentes, in quo resedent masarii quaptuor (x), id(est)Laurentin(us), Petronacis, D(omi)nicus, Rachilmo (y), atque in insula que Ciconiaria dicit(ur) (z), pertinens ad curtem nostram et ad curtem ducalem, in ipso (aa) venerabili loco concedim(us) possedendum. Et cedim(us) in suprascripto monasterium terra iuies quinquaginta de Brada, curte ducales, que est prope fluvio Mella, loco qui dicit(ur)Runca, quod est Ru[nco] Novo, et de silva que secum ipsa terra insimul tenet, cedim(us) ibi iuies alias quinquaginta ac dam(us) ibi Gisolum et Radolum de Cuntingiaca (bb), qui porcos ipsius monasterii pascere debeant, cum rebus et familiis suis; et cedim(us) ibi Deosdedolum (cc) de Letrino (dd), qui sit pecorarius; et donam(us) inibi Ansteum de Quintiano, qui vacas ipsius monasterii pascat, cum casa et familia sua. Auferim(us) etenim in prefato Dei te(m)plo casas octo positas in ipso Brixiano territorio, casale quod (ee) dicit(ur)Erm(en)frit, regentes ipsas casas per liberis hominibus, cum familiis, servos (ff) pro servis (gg), liberos pro liberis, cum omnia et in omnibus, sicut ad curtem nostram fuissent possese inintegrum, atque eciam et terra sine masarios (hh) cum silva in finibus Sermionensi, locus qui dicitur (ii) Gussunagus, iuies numero centum quinquaginta (jj). Hec omnia superius co(m)prehensa mobilia et inmobilia seseque [mo]ventia omnia et in omnibus, tam quod per p(re)cepta ibi contulim(us) seu et undecu(m)que ibi aut per co(m)paracionem, donationem aut co(m)mutationem vel per collibet ingenium ibi adquirere (kk) potuim(us) (ll), aut in antea, Deo propicia (mm), legibus adquirere aut agregare potuerim(us), per hoc nostrum roboratissimum preceptum in iamfato sancto monasterio omni in tempore inconcusse possedendum (nn) firmam(us) ea videlicet racione, ut tam ipse monasterius vel eius congregatio ad nostrum sacratissimum defensione habeat palacium. Et hoc statuimus, ut quando necessitas fuerit abbatissa ibi ordinandum, ut de intra ipsa congregatione Deo digna persona eligatur (oo), qui opus ipsum peragere possit, et de exteras non ibi ordinet(ur), nec violentias a quempiam patiantur (pp); et hoc statuimus ut amplius quadraginta monachas non ibi recipiatur, nisi tantummodo per hoc numerum ipso (qq) Dei officio impleantur (rr); et senodochium quidem nostrum, quod intra civitatem nostram Ticinensem, Deo octore, hedificavim(us), ubi et basilicam in onore(m) Dei genitricis Marię et Sancto(rum) apostolo(rum) Petri et Pauli construxim(us), volum(us), ut et ipse habeat defensionem et ordinationem ad iamfatum monasterium nostrum, ita (ss) ut cum ipso in defensione nostra vel successo(rum) nostro(rum) aut ad sacrum nostrum, ut dissimus, palacium debeat habere. Et qualit(er) nos per nostrum ordinationis preceptum ordinaverim(us) de rebus, quas ibi contulerim(us) et instituerim(us), qualit(er) pauperis ibi pascere debeat, aut quomodo ibi disposuerimus, in omnibus sic fieri debeat, sicut per ipsum nostrum preceptum fieri ordinaverim(us) (tt). Et dam(us) in mandatis omnibus ducibus, co(m)mitibus, gastaldiis nostrisque agentibus, ut nullus eorum contra ea, que (uu) nostra largivit, statuit et confirmavit potestas, ire quandoque presu(m)mat, sed omni in tempore in sepiusdicto sancto loco seu tibi et tuis (vv) successoribus stabilis permaneat et persistat perennis et futuris temporibus.
Ex dicto suprascriptorum d(omi)norum nostrorum regum per Sisigno (ww) illustrem referendarium (xx) scripsi ego Rodoald notarius.
Dato Ticino, in palacio. Quarto die mensis hoctubri, anno felicissimi regni nostri in Dei nomine quarto et secundo, indictione quinta decima. Feliciter.
(a) Su -m segno abbr. per -us.
(b) -o- corr. da r erroneamente anticipata, come pare.
(c) Br ereximus.
(d) a- corr. su altra lettera, come pare.
(e) -i corr. su e.
(f) B Divina.
(g) B incessa
(h) -a corr. su e.
(i) e- nell'interlineo, in corrispondenza di in depennato.
(j) B clamet
(k) -u- corr. da lettera principiata, come pare.
(l) B operent(ur), con la prima e corr. su r principiata.
(m) i- aggiunta nell'interlineo e la prima l corr. su i.
(n) -a corr. da u.
(o) p- corr. da altra lettera, come pare.
(p) Segue i(n) eraso; Br i(n).
(q) Non si esclude la lettura positis proposta da Br.
(r) Non si esclude la lettura Criseolum proposta da Br.
(s) Br Al[[..]].
(t) -i- corr. su o; il copista stava ripetendo la parola servos.
(u) Su -c- trattino di penna di non perspicuo significato.
(v) La seconda s corr. su e erroneamente anticipata.
(w) La seconda i corr. su e, come pare.
(x) -p- corr. su t.
(y) B Erachilmo, con E- cassata mediante spandimento volontario dell'inchiostro, come pare; Br Erachilmo.
(z) B dict(ur), qui e in seguito.
(aa) -s- corr. su o.
(bb) La seconda i nell'interlineo.
(cc) De- corr. da D(e)i, con -e- corr. su i e segno abbr. per D(e) eraso.
(dd) -t- nell'interlineo.
(ee) -d su rasura di altra lettera.
(ff) B servus.
(gg) -is corr. da u.
(hh) -o- corr. su altra lettera, forse a.
(ii) d- corr. da i, come pare.
(jj) -a corr. su i.
(kk) La prima r corr. su altra lettera principiata, forse e.
(ll) Così B; evidentemente il copista ha errato nel numero, per cui cf. anche il potuerim(us) successivo.
(mm) -a corr. su altra lettera, forse o.
(nn) -ss- corr. su tt.
(oo) e- corr. su altra lettera.
(pp) B paciantiantur.
(qq) -o nell'interlineo in corrispondenza di a non cassata.
(rr) -t- corr. su altra lettera, come pare.
(ss) B ito.
(tt) B om. la formula con il quatenus.
(uu) B -e corr. da altra lettera.
(vv) B tue.
(ww) B p(er)sis igno.
(xx) B illis referentibus; correzione già proposta da Hartmann.
(1) Eccl. 9, 10.
(2) Cf. Mt. 25, 32.
(3) Cf. Mt. 25, 34.
Edizione a cura di
Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi