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Berengarii I regis diploma
889 agosto 18, Cremona.
Berengario re, su istanza di Adelardo, vescovo <di Verona> e consigliere palatino, concede al monastero <di S. Salvatore di Brescia, detto> Nuovo il possesso di una mansiuncula con un piccolo orto, che appartiene alla curtis Muciana di Brescia.
Originale, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 3, perg. XLVII [A]. Copia Odorici, busta 19.3. Regesto Astezati, pp. 66, 210, 536, 693. Regesto Cristoni, p. 2. Regesto ottocentesco, camicia cartecea di A.
Nel verso, annotazione di mano del sec. XII inintelligibile anche con l'ausilio della luce di Wood; c. 33; altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura Astezati: K fil. 1 n. 25.
Facsimili: ARNALDI, Da Berengario agli Ottoni, p. 495 (parziale); Archivio Paleografico Italiano, IX, tav. 64.
Edizioni: MARGARINI, Bullarium Casinense, II, n. XLIV, p. 36; PORRO LAMBERTENGHI, Codex Diplomaticus Langobardiae, n. 344, coll. 574-75; SCHIAPARELLI, I diplomi di Berengario, n. 5, pp. 28-9 (S).
Trascrizioni: BAITELLI, Annali historici, pp. 38-9; p. 58 (trad. it.); ODORICI, Storie Bresciane, IV, n. I, p. 67.
Regesti: BÖHMER, Regesta, n. 1291; ODORICI, Antichità cristiane, n. 50, p. 17; CIPOLLA, Fonti edite, n. 105, p. 55; FAINELLI, Codice Diplomatico Veronese, II, n. 13, p. 14; LANFRANCHI, S. Giorgio Maggiore, III, n. XXVI, p. 463; BÖHMER, Regesta imperii, n. 1291; DÜMMLER, Gesta, n. 5; BÖHMER, Regesta Imperii, I, 3/1, n. 882.
Cf. MURATORI, Annali d'Italia, V, p. 191; ODORICI, Antichità cristiane, pp. 13, 17; ID., Storie Bresciane, III, p. 247; SCHIAPARELLI, I diplomi, p. 11; ARNALDI, Da Berengario agli Ottoni, p. 496 (nota 2); VIOLANTE, La chiesa bresciana, p. 1020; DARMSTÄDTER, Das Reichsgut, p. 126; PANAZZA, La documentazione storica, p. 18; WEMPLE, S. Salvatore/S. Giulia, p. 92; ROSENWEIN, Friends and Family, p. 104; ANDENNA, Il monastero e l'evoluzione urbanistica, p. 93 (nota 2); BROGIOLO, Brescia altomedievale, p. 88 (nota 20); GAVINELLI, L'omeliario, p. 346; TOMEA, Intorno a S. Giulia, p. 50; ANDENNA, Le monache, p. 29.
La pergamena, sebbene presenti alcune macchie di umidità, un paio di modeste rosicature, nonché una levigatura alquanto rudimentale, appare complessivamente in buono stato di conservazione. Rigatura a secco.
Il diploma, redatto da uno scrittore sconosciuto, è l'unico in cui il notaio Liutardus compare in qualità di riconoscitore. Nel testo vengono, tra l'altro, utilizzate per la prima volta alcune formule (come ad esempio Ut autem ... iussimus nella corroboratio), che si ritrovano in modo costante soprattutto nei successivi diplomi riconosciuti da Restaldus.
Il datum, che si caratterizza per l'omissione del nome regis e dell'appellativo gloriosissimi nella formula che introduce l'anno di regno, venne aggiunto successivamente - come si evince anche dal colore più scuro dell'inchiostro - dalla stessa mano che ha redatto la prima parte del diploma (cf. SCHIAPARELLI, I diplomi, pp. 96-7).
Il luogo di emissione del diploma e il destinatario dimostrano che Berengario I, dopo la grave sconfitta militare inflittagli dal rivale Guido di Spoleto, che gli sottrasse le terre lombarde ad occidente dell'Oglio, potè riconsolidare relativamente in fretta la propria autorità non solo nell'area attorno a Verona e in Friuli ma anche nella Lombardia orientale, tanto da far ipotizzare l'esistenza di un accordo sulla suddivisione delle aree di dominio tra lui e Guido (cf. ZIELINSKI, Die Regesten, p. 39).
(C) IN NOMINE D(OMI)NI NOSTRI IESU CHRISTI DEI AETERNI. BERENGARIUS REX.
SI SACRIS LOCIS ET DIVINIS CULTIBUS MANCIPATIS EMOLUMENTUM REGALIS CELSITUDINIS EXIBEMUS, PROFUTURUM NOBIS HOC AD AETERNAE REMUNERATIONIS PROEMIUM | facilius optinendum et ad presentem vitam felicius transigendam fore nullatenus dubitamus.
Quapropter omnium fidelium Sanctae Dei Aecclesiae (a) nostrorumque (b) presentium scilicet ac futurorum nosse cupimus uni|versitatis industriam, eo quod interventu et petitione Adelardi (1), venerabilis episcopi, dilecti ac summi consiliarii nostri sacri palatii, monasterio Novo quandam mansiunculam cum orticello pertinentem (c) | de curte rei publicae nostrae Muciana civitate Brixia concedimus, quam ex omni parte res eiusdem monasterii circumdant, solumodo a meridie via publica, quam de nostro iure et potestate | in eius ius et potestate modis omnibus (d) tranfundimus et perdonamus, ut habeat, teneat, atque possideat iure perpetuo ac pacifico.
Si quis autem contra hoc nostrae donationis preceptum | quandoque insurgere temtaverit, sciat se compositurum mille mancosos aureos, medietatem palatio nostro et medietatem sepe nominato monasterio (e).
Ut autem ab omnibus | verius credatur diligentiusque observetur, manu propria subter confirmavimus et anuli nostri inpressione insigniri iussimus.
SIGNUM (MF) DOMNI (f) BERENGARII GLORIOSISSIMI (g) REGIS.
LIUTARDUS NOTARIUS AD VICEM ADELARDI EPISCOPI ET ARCHICANCELLARII RECOGNOVI ET SUBSCRIPSI. (SR) (SI)
Data .XV. kal(endas) sep(tem)b(ris), anno incarnationis D(omi)ni .DCCCLXXXVIIII. (h), anno vero regni domno (i) Berengarii .II., indic(tione) .VII. Actum Cremona. In Dei (j) nomine. Feliciter, AMEN.
(a) A Acclesiae.
(b) Precede una lettera cassata mediante dilavamento volontario dell'inchiostro, forse r.
(c) Segue all'inizio del rigo successivo de curte eraso.
(d) Su -m- macchia di inchiostro non dovuta a correzione.
(e) -r- corr. su o principiata.
(f) A domn.
(g) A gloriosimi.
(h) La prima C corr. da altra lettera, come pare.
(i) Così A.
(j) A Di, senza alcun segno abbr.
(1) Adelardo vescovo di Verona dall'875 al 911; cf. GAMS, p. 805.
Edizione a cura di
Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi