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Eugenii III papae littera
1152 giugno 9, Segni.
Nella controversia tra Richelda, badessa del monastero di S. Giulia di Brescia, da una parte, e Oberto, vescovo di Cremona, dall'altra, circa la chiesa di Cicognara - dipendente dal monastero e posta nel pievato di Casalmaggiore -, sulla quale in precedenza Alberio, vescovo di Reggio, a cui era stata affidata la soluzione, aveva sentenziato riconoscendo all'anzidetta chiesa il diritto al possesso di un quarto della decima e la giurisdizione pastorale sugli abitanti di Casale, Villa Ravannensium, Gorgo e Scurolo, ordinando la distruzione di una cappella vescovile costruita all'interno del territorio soggetto alla chiesa e confermando alla badessa la possibilità di nominare ed insediare il sacerdote rettore - il quale era tenuto a recarsi alla pieve di Casalmaggiore per ricevere il crisma e l'olio santo, a partecipare alle riunioni del capitolo e alle processioni, oltre che a inviare all'arciprete i peccatori - e l'esercizio dell'amministrazione in temporalibus, Eugenio III papa, accogliendo il ricorso presentato dalla badessa, stabilisce che alla stessa spetti il comito di nominare il sacerdore della chiesa di Cicognara, il quale può richiedere a qualsiasi vescovo il crisma, l'olio santo e tutte le prestazioni necessarie per sé e i suoi fedeli, e che la chiesa non debba in alcun modo sottostare al controllo della pieve di Casalmaggiore; conferma la giurisdizione pastorale sugli abitanti di Casale, Villa Ravannensium, Gorgo e Scurolo, oltre ad alcune prerogative relative ai diritti di sepoltura circa alcuni luoghi e gruppi famigliari; conferma altresì il tenore della sentenza pronunciata dal cardinale Ariberto in merito alla controversia circa le chiese di Calvatone e Alfiano, contro la quale il vescovo Oberto era ricorso in appello.
Originale, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 6, perg. XCVII [A]. Copia semplice imitativa della seconda metà del sec. XII, ivi, Codice Diplomatico Bresciano, busta 6, perg. XCVI [B]. Copia semplice del sec. XVI, BQBs, Privilegia et colletiones, ff. 16r-17v [D]. Copia Odorici, busta 20.4. Regesto Astezati, pp. 511 (alla data 1152 giugno 13), 546. Regesto Cristoni, p. 4.
Nel verso di A, di mano del sec. XV-XVI, annotazione di sei righe, di cui soltanto le prime quattro in parte leggibili con l'ausilio della luce di Wood: Eugenio 3 1148. Privilegium et testes inter cetera pro abbatissa | monasterii Sancte Iulie potest consecrari a quocumque | episcopo et in quacumque civitate sine licentia p[[...]]| nec alio modo [[...]] (la lacuna si estende per lo spazio di una riga e mezza); di mano del sec. XVIII (forse Astezati): c. 14 (forse a fissare la sequenza dei privilegi pontifici conservati nell'archivio monastico?); altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura Astezati: K fil. 2 n. 11. Nel verso di B, annotazione di mano del sec. XII-XIII: § Hec est sentencia Ri|chelde abbatisse de Sancta Iuli|a de Brixia, continuata da mano del sec. XIII: contra dominum episcopum de Cre|mona de facto Cigognaria et de .IIIIor. aliis | terris, e così completata da mano del sec. XV-XVI: et iurisdictio pro ecclesia de | Affiano (così B); altre annotazioni di epoca moderna, tra cui segnatura Astezati: K fil. 2 n. 12.
Edizioni: MARGARINI, Bullarium Casinense, II, n. CLXXV, pp. 173-74 (alla data 1153 giugno 9); Bullarium Romanum (ed. Cocquelines), II, n. 49, p. 324; Bullarium Romanum (ed. Taurinensis), II, n. 49, p. 580; MURATORI, Antiquitates, V, coll. 1029-32; ROMANI, Storia di Casalmaggiore, VII, p. 20; MIGNE, Patrologia, CLXXX, n. DXII, coll. 1533-36.
Trascrizione: GRANDI, Descrizione della provincia e diocesi Cremonese, I, p. 187 (trad. it.).
Regesti: ROBOLOTTI, Repertorio Cremonese, I, n. 327, p. 40; ASTEGIANO, Codex Diplomaticus Cremonae, I, n. 160, p. 120; ODORICI, Storie Bresciane, V, n. LXVIII (alla data 1152 giugno 13) p. 104; n. LXX (alla data 1153), p. 105; JAFFÉ, n. 6648; JAFFÉ-L., n. 9589; KEHR, Italia Pontificia, VI, 1, n. 14.
Cf. VIOLANTE, Pievi e parrocchie, p. 784; WEMPLE, S. Salvatore/S. Giulia, p. 99; BONFIGLIO DOSIO, Condizioni economiche, p. 143 (nota 130); CARIBONI, Documenti ignoti, p. 45; ARCHETTI, Pievi e monasteri, pp. 176-77.
La pergamena di A, complessivamente in buono stato di conservazione, accusa soltanto una leggera e trascurabile usura lungo le antiche piegature. Rigatura a secco.
Nella plica sono visibili i due fori praticati per l'appensione del sigillo, oggi deperdito.
La pergamena di B, oltre ad alcune macchie di umidità, presenta una certa usura e alcune rosicature, in corrispondenza delle antiche piegature (soprattutto quella centrale). Tracce di rigatura a secco.
Il privilegio contribuisce a ricostruire l'ambito delle controversie che, alla metà del XII secolo, contrapposero il monastero di S. Giulia di Brescia al vescovo di Cremona Oberto da Dovara (per cui cf. anche doc. n. 137). È chiaro infatti come le presenze patrimoniali del monastero di S. Giulia, che aveva ricevuto concessioni di immunità sui suoi beni e sulle sue chiese ad opera dei pontefici e imperatori, rappresentassero un forte ostacolo al disegno di Oberto di restaurare l'autorità episcopale in campo spirituale su tutto il territorio della diocesi e di rivendicare, appoggiandosi sulla rete delle pievi, del diritto di nomina dei rettori delle chiese del territorio diocesano.
Sebbene il monastero si vide confermati i propri possessi - come era già stato stabilito in una precedente sentenza del vescovo Alberio di Reggio -, il presule cremonese ottenne comunque dal pontefice il riconoscimento che i sacerdoti di nomina abbaziale fossero tenuti ad uniformarsi alle direttive pastorali di culto e di dipendenza territoriale. I contrasti tuttavia non cessarono, tanto che, circa vent'anni dopo, il pontefice Alessandro III tornò ad ordinare al vescovo e ai canonici di Cremona ne in ecclesiis prefati monasterii, que in vestro episcopatu consistunt, aliquas exactiones ulterius faceretis (cf. <1171-1181> gennaio 20, Tuscolo, ASBs, Monastero di S. Giulia, busta 2, n. 15; edito in: KEHR, Papsturkunden in Italien, V, n. 23, pp. 452-53).
EUGENIUS episcopus servus servorum Dei.
Dilecte in Christo filię Richelde abbatissę monasterii Sanctę Iulię (a), salutem et apostolicam ben(edictionem).
Ad hoc in sede iustitię, disponente D(omi)no, aliis presidemus, ut singulis ecclesiis et personis ecclesiasticis sua iura servantes, si qua inter | ipsas fuerit orta dissensio, fine debito terminemus.
Controversiam igitur que inter te et venerabilem fratrem nostrum Obertum (1) Cremonensem episcopum super ecclesia de Cicognaria versabatur, ad petitionem eiusdem episcopi venerabili fratri (b) nostro A(lberio) (2) Regino episcopo co(m)misimus (c) terminandam. Qui utraque (d) | parte in sua presentia constituta et allegationibus ac rationibus hinc inde diligenter (e) auditis (f) et cognitis, multorum sapientium consilio requisito, talem super eadem controversia sententiam promulgavit, ut videlicet homines de quattuor villis, scilicet Casali, Villa Ra|vennensium, Gurgo et Scurolo, qui antiquitus consuerunt venire ad ecclesiam de Cicognaria, sicut ex prolatione testium utriusque partis percepimus, de cetero veniant, et spiritalia ab ea accipiant. De ecclesia vero de Cicognaria ita dicimus; quatinus abbatissa sacerdotem eligat | et ibi ponat, ita tamen quod episcopo representet, et ab eo curam animarum accipiat; quartam vero partem decimarum, sicut hactenus ecclesia de Cicognaria tenuit (g), ita de cetero teneat. Crisma, oleum sactum a plebe Casalis Maioris recipiat ad capitulum et letanias eat; publicos peni|tentiales illuc ad penitentiam recipiendam deducat; te(m)poralem a(m)ministrationem abbatisse (h) adiudicamus (i). Ecclesiam vero quę (j) ad lesione veteris ecclesie (k) contra auctoritatem noviter constructam cognovimus, ad evitandum etiam futurum scandalum, eam removendam esse | censemus. Sententiam (3) d(omi)ni Ariberti de ecclesiis de Calvatone atque Alfiani minime mutamus; a qua sententia predictus frater noster O(bertus) Cremonensis episcopus ad nostram audientiam appellavit. Utraque igitur parte in nostra presentia constituta et allegatio|nibus ac rationibus viva voce nobis coram propositis et actis, allegationes et attestationes utriusque partis continentibus nobis a memorato fratre nostro Regino episcopo sub suo sigillo transmissis diligenter inspectis et sepius a nobis relectis (l), | cognovimus sententiam ipsam in maxima sui parte contra privilegia sedis apostolice monasterio Sanctę Iulię indulta fuisse prolatam. In privilegio na(m)que Pauli (4) pape ita inter cetera scriptum legimus: 'Igitur quia postulastis a nobis, quatenus venerabile mo|nasterium D(omi)ni Salvatoris nostri Iesu Christi, situm infra civitatem Brixiam, quod noviter fundare visa est Ansa excellentissima regina, privilegiis sedis apostolicę (m) insulis decoretur, concordantibus nobis reverentissimis episcopis nostris, ex co(m)muni assensu statuere decrevimus, | ut prefatum monasterium D(omi)ni Salvatoris, cunctaque monasteria cum universis basilicis ad se pertinentibus, quę a piissime Ansę (n) iure constructa esse noscuntur, apostolicę (o) sedis privilegii, cui Deo auctore deservimus insulis decoretur', et | infra: 'De cuius insuper monasterii uniuscuiusque abbatissę consecratione (p) sanciri co(m)muniter decrevimus, ut sibi liceat a quocu(m)que et de quacu(m)que civitate voluerit, episcopo consecrari. Cuiuscu(m)que vero ordinis clerici eiusdem abbatisse rogatu similiter a quocumque, et de | quacu(m)que civitate voluerit, episcopo expetantur vel consecrentur. Quibus etiam licentiam concordi institucione concessimus, crisma te(m)pore (q) baptismatis et oleum ad exercenda divina misteria, seu cuiuscu(m)que spiritalis (r) negotii subsidium, a quocu(m)que episcopo, cum res exigit, | apostolica largitione percipere'. Et in privilegii pape INNoc(entii) (5) serie sic invenimus: 'crisma, oleum sanctum, consecrationes altarium sive basilicarum, ordinationes abbatisse vel monacharum seu clericorum vestrorum, qui ad sacros fuerint ordines promovendi, seu quicquid | ad sacrum ministerium pertinet, a quibuscu(m)que malueritis catholicis suscipiatis episcopis'.
Quod igitur in predicta sententia contra sedis apostolice privilegia continetur ad normam rectitudinis revocare volentes, sicut superius diximus, privilegiis diligenter inspectis et alle|gationibus utriusque partis sepe ac plene auditis et cognitis, et attestationibus crebro (s) perlectis, co(m)municato fratrum nostrorum consilio (t) iudicavimus (u) ut in ecclesia (v) de Cicognaria iuxta privilegiorum tenorem per te presbiter eligatur et ibidem ponatur. Crisma quoque, ole|um sanctum, et cetera spiritalia idem presbiter tam in se quam in sibi subditis, a quocumque voluerit episcopo catholico, et gr(ati)am apostolice sedis habenti suscipiet. Plebi vero de Casali Maiore in nullo subiacebit; omnes homines de quattuor villis Casali videlicet, Villa Ravanensium, | Gurgo et Villa de Scurolis (w), excepto banno et lo(m)bardello et familia Ca(m)parelli, Lupuli atque Alberti Ferrarii (x), ad predictam ecclesiam de Cicognaria, tam vivi quam etiam mortui, pro percipiendis cunctis spiritalibus vadant. De villa autem de Barcell(is), Stephanus de Aggere, | Modelena (y) et Osberti et Doctore et Barbalongi et quattuor (z) casę (aa) de Barcell(is) et Petrus abbas et cognata sua, in eadem ecclesia (bb) de Cicognaria sepelientur. Pro ceteris vero divinis tam ipsi, quam ceteri eiusdem ville homines, ad ecclesiam (cc) de Fossa Capraria percipiendis ibunt; ec|clesia (dd) de Cicognaria decimarum quartam (ee) partem, sicut hactenus tenuit, semper possideat. Edificium etiam, sub ecclesie nomine contra sacros canones et novi operis denuntiationem, infra parrochiam de Cicognaria (ff) in veteris ecclesie da(m)pnum constructum, destru|endum penitus iudicavimus. Si vero necessitas hominum Villę de Barcell(is) exegerit (gg), inter eandem villam et Fossam Caprariam extra pa[rr]ochiam de Cicognaria Cremonens(em) episcopum ecclesiam edificare (hh) permittimus. Ne igitur parrochiarum fiat confusio presenti decreto, apostolice | sedis auctoritate (ii), statuimus ut quicu(m)que de supradictis parrochiis de una ad aliam domicilium suum transtulerit, ab illa ecclesia omnia divina percipiat, ad cuius parrochiam domicilium transtulisse constiterit. Nulli ergo omnino hominum liceat huius nostre diffinitionis | paginam temerario ausu infringere, seu (jj) quibuslibet molestiis perturbare.
Si quis igitur in futurum adversus ista presu(m)pserit, secundo terciove co(m)monitus, nisi presu(m)ptionem suam digna satisfactione (kk) correxerit (ll), indignationem omnipotentis Dei et beatorum Petri et Pauli apostolorum eius incurrat, | atque in extremo examine districte (mm) ultioni (nn) subiaceat.
Dat(a)Signie, .V. id(us) iunii, indictione .XVa.
(BP D)
(a) B' Sancte Iulie.
(b) B' segue rasura di una lettera.
(c) A terza m corr. su u.
(d) B' itaque.
(e) B' diligentis.
(f) B' om. auditis.
(g) B' -u- nell'interlineo in corrispondenza di e espunta.
(h) B' abba(t)issę.
(i) A -mus su rasura.
(j) B' que.
(k) B' eccl(esi)ę.
(l) B' rellectis.
(m) B' apostolice.
(n) B' Anse.
(o) B' apostolice.
(p) B' consecracione.
(q) A consecrari - te(m)pore su rasura.
(r) B' la seconda i corr. su a.
(s) B' -o corr. su e.
(t) B' conscilio.
(u) B' -vi- aggiunto nell'interlineo.
(v) B' ecl(esi)a.
(w) B' -o- nell'interlineo in corrispondenza di altra lettera cassata mediante spandimento volontario dell'inchiostro.
(x) B' Ferarii.
(y) B' Modellena.
(z) B' q- corr. da u principiata.
(aa) B' case.
(bb) B' ecl(esi)a.
(cc) B' ecl(esi)am.
(dd) B' ecl(esi)a.
(ee) A quarte(m).
(ff) B' Cicognoria.
(gg) B' -ge- corr. da altre lettere.
(hh) B' hedificare.
(ii) B' -a- corr. su altra lettera, come pare.
(jj) B' su.
(kk) B' suam - satis- su rasura di altre lettere.
(ll) B' correcxerit.
(mm) B' -s- corr. su altra lettera.
(nn) B' ulcioni.
(1) Oberto da Dovara vescovo di Cremona dal 1118 al 1162: SAVIO, Cremona, pp. 74-85; cf. anche GAMS, p. 789.
(2) Alberio vescovo di Reggio Emilia dal 1139 al 1161: SACCANI, I vescovi, pp. 66-9; cf. anche GAMS, p. 756.
(3) Cf. doc. n. 137.
(4) Paolo I; cf. doc. n. 9.
(5) Innocenzo II; cf. doc. n. 117.
Edizione a cura di
Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di
Gianmarco Cossandi